Tra Champions e luoghi comuni

Questo editoriale non piacerà agli estremisti del tifo, soprattutto a quelli del tifo contro sempre e comunque ed è anche per questo che lo scrivo.
Nei quarti di Champions si sono cimentate con alterna fortuna due squadre italiane: Juventus e Roma, entrambe accomunate dal termine sportivo ‘impresa’, perché di tale si tratta quando ti confronti con i migliori del mondo, Real Madrid e Barcellona. Alla Roma l’impresa è riuscita, alla Juventus no, ma avrebbe comunque meritato di giocarsi i supplementari. Poco importa come abbia visto io l’azione del rigore decisivo. Per molti juventini è stato un favore al potente Real, per molti anti-juventini è sacrosanto. Non m’interessa il tema delle lamentele, dei complotti e di tutte gli italici esercizi di cui siamo maestri. Ovviamente è facile dare la patente di perdente e complottista ad altri, per poi avere reazioni sconsiderate quando certe vicende ti toccano di persona. Ovviamente mi riferisco a Gigi Buffon. Ma lo capisco. Come capivo altri, da Burdisso a Drogba, quando si sono sentiti più o meno lecitamente perseguitati.
Dico solo che ieri parlavo con un mio amico inglese, supporter del Manchester United che manco si ricorda il nome dell’arbitro di Manchester-Siviglia 1-2.
E allora via con le risate, almeno da parte mia.
Mi fanno ridere quelli per cui il Barcellona è da tempo il club più potente e protetto del mondo, ma ora non sanno spiegare perché non l’abbiano aiutato con la Roma, visto che le occasioni per farlo non sono mancate.
Mi fanno ridere ogni anno quelli che parlano di fine del ciclo per il Barcellona: ovviamente lo dicevano anche un anno fa dopo Juve-Barcellona 3-0. E lo avrebbero fatto oggi col Real se non si fosse qualificato.
Mi fanno ridere quelli per cui oggi Di Francesco è il miglior allenatore del mondo, mentre dopo Roma-Inter 1-3, Roma-Milan 0-2 o Roma-Sampdoria 0-1 andava cacciato a pedate.
Solo gli addetti ai lavori sanno bene che dietro il grande risultato di una squadra c’è una buona sostanza sedimentata magari anche negli anni precedenti. Ad esempio dietro l’Inter del Triplete di Mourinho, c’era il buon lavoro fatto da Mancini negli anni precedenti e lo Special One era il primo ad ammetterlo.
Mi fanno ridere quelli che ritengono sempre più importante l’allenatore dei giocatori, ovvero chi poggia il culo in panca di chi deve muoverlo in campo. Non hanno mai fatto sport attivo e pensano che con Ancelotti o Mourinho il Benevento vincerebbe il campionato. A nulla è servito Luis Enrique, congedato in Italia come un cretino per andare di lì a poco a fare il Triplete col Barcellona di Messi.
Mi fanno ridere quelli per cui oggi Monchi è il miglior direttore sportivo del mondo, quando aveva già venduto Dzeko e Manolas, artefici del successo romanista, entrambi rimasti nella Capitale solo per questioni, diciamo così, burocratiche.
Mi fanno ridere quelli che vedendo che Roma e Liverpool sono due semifinaliste a sorpresa di quest’anno ora sono certi che non serva più spendere milioni di euro ogni anno per vincere la Champions, ma non conoscono l’ottimo fatturato del Liverpool e, soprattutto, non hanno mai letto l’Albo d’Oro della manifestazione. A parte l’ultima finale a sorpresa tra Porto e Monaco nel lontano 2004, hanno vinto sempre squadre che avevano speso tantissimo anche nelle precedenti edizioni, a cominciare da Inter, Milan e Chelsea, che la vinse nella stagione in cui aveva speso cifre più umane, ma sfruttando comunque in rosa i poderosi investimenti precedenti di Abramovich.
Poi il vincitore a sorpresa può sempre capitare, ma è la tendenza che l’analista deve osservare e la Champions League negli ultimi anni è diventata sempre più un Circolo riservato ai Nababbi, anche se quest’anno dovesse vincerla la Roma e non una tra Real Madrid e Bayern. Avanti così, alla lunga, sarà più facile per il PSG che spende centinaia di milioni ogni anno che per una qualsiasi italiana, ma pur di avere un argomento i tifosi con gli occhi bendati oggi fanno lava proprio sul PSG che ancora non ha vinto la Champions per magnificare il Fair Play finanziario e la parsimonia di certe proprietà in nome di chissà quali diktat del Governo Cinese, ovviamente senza mai aver parlato con chi ci lavora ogni giorno coi cinesi e non da Cinisello, ignorando inoltre che i Top Club Europei infrangono ogni anno le regole del Fair Play Finanziario, ma sanno come mitigarle. Il Fair Play fu ‘inventato’ dai Top Club Europei  anni fa per darsi un limite alle spese, come i bambini che chiudono il frigorifero di casa per non mangiare troppi dolci, ma al tempo stesso essi stessi prevederono i sistemi per aggirarlo. E tra i firmatari c’era anche l’Inter di Moratti. E nell’ultimo bilancio dell’Inter il FPF è già stato lecitamente aggirato, anche se per una cifra modesta e non certo per centinaia di milioni di euro come fanno altri ogni anno.
Tutti vogliono andare in Champions, anche a costo di perdere tutte e 6 le partite del Girone di Qualificazione semplicemente perché nient’altro oggi ti dà in bilancio tra i 40 e 50 milioni di euro all’anno, ma chi non ha mai letto un bilancio di un club calcistico in vita sua, si preoccupa solo della qualità tecnica della propria squadra.

26 Commenti su Tra Champions e luoghi comuni

  1. corrado // 12 aprile 2018 a 14:10 //

    penso che tu abbia centrato il punto focale. il calcio italiano è totalmente da rifondare purtroppo fin che non ci sarà un governo con manager del calcio e fin a che il re dei vanitosi sarà capo degli arbitri ci sarà poco da fare.
    resta la grande delusione ed amarezza ma ciò non cancella la forza morale di una squadra mai doma che ora dovrà prendersi il 7° scudetto nonostante mezza italia speri e tifi napoli

  2. Marco F // 12 aprile 2018 a 14:18 //

    Premesso che la partita di ieri della Juventus avrebbe meritato l’extra-time e che nè la politica nè l’economia sono i miei pezzi forti, è singolare verificare come, qui da noi, lamentare episodi simili sia dai responsabili dei fatti qualificato come un mero “raglio d’asino” (che non sale in cielo) mentre, quando siano i predetti a subirlo una tantum, diventi automaticamente evidenza indegna di complotto e malaffare.
    Perdere fa male a tutti e vizia prospettive di analisi e memoria

  3. antoniole // 12 aprile 2018 a 14:24 //

    Se non sbaglio lo scorso anno il Real ne combinò una simile con il Bayern. Io me li ricordo sin dai tempi di Butragueno, Sanchez e Santillana. Sono d’accordo sul fatto che la J. meritasse di giocare i supplementari. Non possiamo però dimenticare che “gli arbitri sono gli alibi dei perdenti” o le battutine di J. Elkhann sull’abitudine a perdere di Moratti. Vedere Chiellini fare quel gesto del denaro mi ha fatto un po’ sorridere. Dico soltanto che ci vuole un po’ più di coerenza nella vita. Amala

  4. Enrica // 12 aprile 2018 a 14:36 //

    Bellissimo editoriale GL! Lo condivido al 100%. Poi, poiché siamo esseri umani, riconosco che da milanista di Torino sono stata strafelice dell’esito della partita di ieri sera: ora fa un po’meno male ricordare il sorrisetto di Buffon dopo il gol non dato a Muntari che ci è costato uno scudetto o quando bolla come perdenti coloro che si lamentano dell’arbitraggio. Ieri la Juve ha assaggiato in Europa lo stesso menù che troppo spesso fa mangiare agli altri in Italia. Complimenti ancora. Ciao

  5. Alessandro // 12 aprile 2018 a 14:44 //

    “Chi capisce di calcio”, ripeti spesso tu. Mi permetto di precisare: “Chi ha SEGUITO” il calcio negli ultimi lustri ha ben chiaro come la Juve, con episodi del genere (rigori borderline assegnati sul filo di lana ndr) ha portato a casa trofei tutti di stampo italico (guarda caso). Per questo si finisce per avere mezza Italia avversa. Non solo perché si è i più forti (palese ndr) ma anche perché ci sono troppi spettri nell’armadio che ancora fanno rumore.

  6. ROBERTO SCIBETTA // 12 aprile 2018 a 16:19 //

    Condivido tutto ciò che hai scritto.
    Mi soffermo solo sulle esternazioni di Buffon nel post partita: capisco l’emotività del momento, ma pretendere CLARA VOCE che l’arbitro non valuti solo l’episodio del rigore, ma lo contestualizzi (e quindi non lo fischi) tenendo conto della “straordinaria impresa della Juve fino a quel momento”, è una delle affermazioni più arroganti e presuntuose che abbia mai sentito in vita mia – nel mondo del calcio -. Buffon ha dato un chiaro esempio dello STILE JUVE

  7. Guido dalla Croazia // 12 aprile 2018 a 16:20 //

    Non sono (più) anti-juventino, e con tutta sincerità, mi dispiace per come sia andata a finire. Tuttavia lo scandalo non è nel rigore, che si poteva dare, ma nelle dichiarazioni assurde degli juventini e purtroppo, anche di non pochi giornalisti, per cui sarebbe stato una carognata dare il rigore in quel momento. Finché la partita è in corso, valgono le regole del calcio, e se necessario, si danno i rigori. La cosa divertente è che anche gli juventini adesso hanno il loro Ceccarini :)

  8. Francesco dal Cilento // 12 aprile 2018 a 16:35 //

    GL voglio soffermarmi su un aspetto tecnico e avere una tua opinione in merito se puoi. Negli ultimi 3 anni in champions league, nelle fasi cruciali (semi e finali), si sono avvicendate squadre composte da giocatori che sono passati in Italia (salah col Liverpool su tutti) ed allenate da ex giocatori passati per il Bel Paese (vedi Zidane, Simeone, senza dimenticare Ancelotti). Dove voglio arrivare? A mio avviso il calcio italiano ha insegnato tanto e non è l’ultimo campionato. Concordi? Grazie

  9. Diciamo che ci usano come punto di partenza per altri lidi, mentre una volta la Serie A era un punto di arrivo.
    GLR

  10. Io non bado a queste cose. Le parole (di tutti) le porta via il vento. Restano i fatti e l’Albo d’Oro.
    GLR

  11. Si continua a non capire che è un problema di tutti, non solo di Buffon. Di dichiarazioni sopra le righe davanti a presunti torti subiti è pieno il mondo del calcio ad ogni latitudine.
    GLR

  12. Era lo stesso per il Milan di Berlusconi nei primi anni ’90 e per l’Inter negli anni 2006-10. Chi vince troppo e a lunga è inviso agli altri. E chissenefrega. Meglio vincere.
    GLR

  13. Essere ‘odiati’ dai tifosi delle squadre avversarie è prerogativa dei più forti e se il Napoli vincesse tre scudetti di fila sarebbe lo stesso. Io faccio un altro mestiere e analizzo meriti e colpe, miei e degli avversari.
    GLR

  14. Marco 83 // 12 aprile 2018 a 20:02 //

    Per me il Real ha meritato la qualificazione nell’arco delle 2 sfide, 3 traverse, occasioni mancate a Madrid e a Torino, K. Navas (ottimo portiere) ha fatto due papere clamorose, un rigore se c’è si dà sia al 1 minuto che nel recupero. La juve ha sfiorato l’impresa e merita i complimenti per la buona partita ma si è qualificata meritatamente la squadra più forte. Non capisco tutte le polemiche post-partita e soprattutto alcuni addetti ai lavori che vogliono far passare il messaggio del furto.

  15. matteo rivoli // 12 aprile 2018 a 20:14 //

    La juve è una grande squadra e la Champions la potrà vincere l’anno prossimo ma come dicono loro l’alibi dell’arbitro è un comportamento da perdenti. Il rigore c’era e andava dato anche all’ultimo secondo.

  16. Se l’episodio fosse capitato al termine di una bella partita tra ragazzini qualcuno di loro avrebbe fatto a caldo come Buffon, certo non di fronte al mondo ed in tale contesto ancor più diseducativamente e l’altra cosa degna di nota è la freddezza di Agnelli nell’arrampicarsi sugli specchi regolamentari e di politica sportiva senza far trapelare emozioni di patos per sconfitta (sul piano calcistico ingiusta)…solo questione di capitali…

  17. Ho anche arbitrato (anche se per poco) in FIGC, e ho la presunzione di essere estremamente imparziale nel giudicare le decisioni arbitrali (siano a favore o contro l’Inter o le sue ‘nemiche’), fatico a spiegarmi come molti, anche addetti ai lavori, possano dubitare che quello fosse rigore senza dubbio alcuno. Il giocatore con una lampante occasione da gol viene TRAVOLTO alle spalle, il fatto che il pallone venga raggiunto è ininfluente.

  18. stefano // 14 aprile 2018 a 19:20 //

    Ciao GLR, a prescindere dalle decisioni arbitrali, la doppia sfida italo-spagnola in Champions in cui si sono confrontate due tra le tre migliori squadre dei rispettivi campionati, ha messo in evidenza che non è così alto il divario tra campionato italiano e spagnolo. Infine sulle polemiche circa il rigore concesso al 93′ sarebbe interessante chiedere ai polemici juventini se, a maglie invertite, avrebbero avuto pari reazioni di rabbia se l’arbitro avesse negato il rigore che oggi pretendono…

  19. Tu credi? storia non la fanno due partite ma una tendenza statistica che negli ultimi anni è inequivocabile a del favore del calcio spagnolo.
    GLR

  20. Nessuno al mondo nel calcio è imparziale. Stop. E chi la presunzione di esserlo sbaglia.
    GLR

  21. Agnelli stavolta non si è arrampicato su nessuno specchio ma è stato perfetto.
    Ci sono state due Juventus nel dopo-partita.
    Quella razionale di Agnelli e Allegri e quella isterica e irresponsabile di Buffon, Chiellini e Benatia, quest’ultimo davvero il più ignorante di tutti, con il riferimento medieval-musulmano allo stupro.
    GLR

  22. Gianluca // 16 aprile 2018 a 14:54 //

    Io non sono né romanista né juventino, ma penso che nelle coppe Barcellona e Real siano spesso aiutate dagli arbitri, come è successo in queste partite, è evidente.

  23. Eppure la Roma ha eliminato il Barcellona e non è ancora scritto che il Bayern non possa eliminare il Real.
    GLR

  24. Se guardiamo al calcio spagnolo solo come Barcellona e Real commettiamo un errore. Dietro a queste due società ci sono imperi economici e politici, che permettono ai due club manovre impossibili ad altri.
    Se invece guardiamo al complesso, la differenza si è quasi azzerata, dopo gli anni delle vittorie di Siviglia e Atletico in EL. A mio avviso Roma Inter e Lazio sono quantomeno alla pari. Certo se si smettesse di snobbare l’EL….

  25. Cristiano 74 // 17 aprile 2018 a 23:07 //

    Non ho mai sopportato Agnelli ma condivido quanto hai scritto: la sua intervista nell’immediato post partita è stata esemplare. E non era semplice. Quindi per una (ed una sola) volta: chapeau.

  26. A parole siamo alla pari, anzi perfino i più chiacchieroni del mondo, ma purtroppo nello sport conta l’Albo d’Oro e quello non mente.
    GLR

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