Qui non si vendono sogni

Ormai la doppia scalata cinese a Inter e Milan sembra un fatto acquisito, ma mentre dall’altra parte del Naviglio si continuano a sparare interlocutori con percentuali e cifre che di media in media variano anche di centinaia di milioni di euro, con Berlusconi che un giorno esce definitivamente dal Milan e l’altro resta addirittura per volontà del Governo cinese (sic!), l’Inter che il mondo orientale lo ha già agganciato fin dall’estate 2011 procede più modestamente con la politica dei piccoli passi. Per la seconda volta il gruppo Suning ha confermato ufficialmente il proprio interesse ad una partnership col calcio italiano ed in particolare con l’Inter. Si critica Thohir ripensando alla munifica gestione Moratti, ma in realtà l’imprenditore indonesiano è sempre stato coerente: impegno di 5 anni, patto parasociale con Moratti per tre anni da novembre 2013 a novembre 2016 e apertura a nuovi partner commerciali attraverso Goldman Sacks. Non ha mai promesso la luna e non ha mai negato di non essere un Babbo Natale del calcio. Così per risalire la china, occorre abbattere il debito e sviluppare la società anche attraverso collaborazioni internazionali. Ecco perché il Suning Grop del magnate Zhang Jidong, semmai dovesse entrare nell’Inter, lo farà con l’acquisizione di una quota tra il 20% e il 25%, poi più avanti si vedrà. Almeno da questa parte del Naviglio, meglio stare ai fatti concreti ed il primo sarà l’eventuale ridisegno del pacchetto azionario insieme a Moratti e Thohir. Il primo atto ufficiale, in tal caso, non potrà che essere la convocazione di un CdA straordinario. Difficile quantificare i tempi: al momento, nella migliore delle ipotesi il nuovo socio potrebbe coprire almeno il mancato introito della Champions, ma giocoforza l’Inter dovrà cercare di realizzare plusvalenze importanti e di vendere, dice qualcuno, addirittura per 40 milioni di euro: facile pensare ad un paio di cessioni, Brozovic e Murillo sono solo due degli indiziati, ma con Coppa America, Europeo e Olimpiadi alle porte, inutile mettersi adesso a fare la lista della spesa. Di qui ad agosto vedrete quanti nomi ad oggi sconosciuti verranno accostati all’Inter, Intanto Banega ed Erkin sono stati già presi e, per come la vedo io, Touré resta irraggiungibile. Qui, come si diceva nel famoso spot, non si vendono sogni, ma solide realtà. Un passo alla volta insomma, ma se non altro realistico.

18 Commenti su Qui non si vendono sogni

  1. profeta Jose // 27 maggio 2016 a 13:50 //

    solide realtà , molto tristi ….. ma realtà

  2. Silvio da Torino // 27 maggio 2016 a 14:24 //

    Ottimo articolo, nulla da obiettare. Dico solo una cosa. Viste le valutazioni che certi procuratori o presidenti fanno dei loro assistiti, se proprio dobbiamo cedere 2 o 3 nostri ragazzi, ce li dobbiamo fare strapagare. Ciao glr.

  3. Qui si vendono realtà. Quanto poi siano solide lo dirà il tempo.
    La serietà c’è, così come una certa programmazione; ma il calcio vive anche di cose tecniche, vale a dire allenatori e campioni. Che per ora latitano o (giustamente) scelgono sponde più remunerative o gloriose (l’Europa League non è la Champions…).
    Giusto però rimarcare come fai tu che Thohir aveva promesso un GRADUALE ritorno ad alti livelli, ma forse sperava già quest’anno nella Champions. Sarà per il prossimo. DEVE esserlo…

  4. Sergio // 27 maggio 2016 a 17:09 //

    Gian Luca, molto realisticamente, secondo te quanto ci vorrà per tornare non dico vincenti ma almeno campioni sotto l’ombrellone, ovvero iniziare la stagione sapendo di poter ambire ad arrivare in fondo come ai tempi di Simoni/Cuper??? Oppure dovremo rassegnarci ad essere dei “piazzati” tipo la Fiorentina?

  5. Andrea // 27 maggio 2016 a 17:27 //

    Ma si deve vendere a prescindere per coprire i mancati introiti della mancata qualificazione Champions (e da qui i 30-40 milioni di cui si parla)? Oppure si deve vendere solo se si vuole fare mercato (es. per acquistare un giocatore che costa 20 devo vendere giocatori per pari importo)? Sinceramente non l’ho ancora capito.

  6. Fabio Primo // 27 maggio 2016 a 17:51 //

    Spero vivamente che non arrivi Tourè, sarebbe un mega bidone in tutti i sensi e con un ingaggio pesantissimo, ancor più del suo enorme culone in sovrappeso. Alla larga!

  7. Si deve vendere per comprare e nel contempo per ripianare un poco e sarebbe stato così anche fossimo arrivati terzi
    GLR

  8. Ogni stagione è diversa…non sono un mago…certamente non accade tutto all’improvviso
    GLR

  9. Un paio di settimane fa`scrissi che secondo me per i prossimi 3/4 anni
    non si vincera`nulla, spero di sbagliarmi (ho compiuto 80 anni) e mi piacerebbe prima di lasciare “Questa valle di lacrime” vedere l`Inter vincere qualcosa, poi magari vivo fino a 100 anni…ma a parte gli scherzi non vedo nulla che mi faccia sperare in un tempo piu`breve.
    Comunque,sempre Forza Inter. Saluti, Bruno.

  10. Federico // 27 maggio 2016 a 20:51 //

    Siamo in buone mani ed ho fiducia in Thohir.
    Da tifoso è dura da dire ma dobbiamo vendere e sostituire con parametri zero. Se il gioco riesce si riparte altrimenti si rifà lo stesso l’anno successivo

  11. salvatore // 28 maggio 2016 a 08:04 //

    Gnl non ho mai creduto all’arrivo di grandi campioni perché non ce li possiamo permette. Però vendere un paio di titolari per fare cassa significa ricominciare ogni anno da zero. Speravo che la conferma di Mancini avrebbe garantito almeno la conferma dei big. Credo che il fair play finanziario sia solo una scusa per non investire.

  12. antoniole // 28 maggio 2016 a 08:53 //

    Ciao Glr, aver fallito la champions quest’anno comporterà probabilmente qualche dolorosa partenza. Mi sembra che comunque il percorso intrapreso a livello di risanamento societario sia quello giusto e in più Ausilio sta continuando a fare miracoli sul mercato (Banega). Comunque la priorità, in questo momento, è garantire stabilità economica alla Società; poi si potrà programmare un futuro, si spera, vincente. Amala

  13. Cristiano // 28 maggio 2016 a 12:21 //

    Dato per scontato (ma lo sarà davvero?) che, tra una “partnership internazionale”, una “valorizzazione del brand” e una “plusvalenza”, sarebbe anche carino riaprire la bacheca, questo lodevole intento implicherebbe la scoperta e l’acquisto di campioni ancora sconosciuti a prezzo di saldo. Ritieni che i nostri osservatori siano in grado di farlo?

  14. Michele // 29 maggio 2016 a 09:53 //

    Quanti sogni vendono invece le trasmissioni sportive a certi tifosi creduloni! D’accordo chi lavora per i giornali deve scrivere qualcosa. Anni fa ero in ragazzo e capii la presa per i fondelli. Dell’Anno all’Inter ci arrivò, ma iniziarono a dire sicuro già nerazzurro, poi si allontana, poi quasi fatta. Non beviamo tutto. Io ogni giorno guardo dieci mi uti per capire quale bufala ci propongono. I giocatori credo che saranno interisti quando vengono presentati in sede con maglietta numerata

  15. Sapete cos’è la forza di inerzia? Quando afferri una cosa in picchiata, prima di portarla in alto la devi arrestare la discesa ed è quello che indubbiamente si è fatto! Ora si provi a risalire e il quarto posto dietro alla Roma mi sembra egregio.

  16. Avrebbe mai detto di vedere l’Inter col Triplete e la Juve in B? Io no e ho 30 anni meno di lei. Abbia fede.
    GLR

  17. Mah, sarà che per me lo sport è una cosa e la finanza un’altra, il FPF l’ho sempre aborrito; se un magnate vuole buttare i propri soldi nel water deve essere libero di farlo, d’altronde non si tratta di tasse del cittadino prelevate forzosamente (che spesso sì, finiscono là dove dicevo).
    Allora che si vendano pure Icardi, Perisic, Brozovic, Miranda, Murillo ed Handanovic, qualcuno arriverà e incrociamo le dita.
    Il gap, da qui a 10 anni, lo ridurremo…

  18. Roberto Leone // 31 maggio 2016 a 10:29 //

    Mi pare il messaggio chiaro e condivisibile: Se non si aumenta il fatturato (cominciando ad entrare in champions) si compra solo se si vende. Però mi chiedo: come si arriva in champions e come aumenti appeal e fatturato se vendi ogni anno i migliori. Mi sembra un circolo perverso fa cui non se ne esce mai.
    Grazie dell’attenzione

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