Inter Nos 6

 Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 9 novembre 2014

LA SQUADRA – Dopo la netta sconfitta di Parma, parlare di lotta per il terzo posto per il campionato dell’Inter suona quasi blasfemo. Al Tardini l’Inter è stata schiantata ancora una volta dall’ultima della classe, com’era già capitato a San Siro col Cagliari. Giovedì scorso poi è arrivato il pareggio di Saint Etienne in Europa League in una gara a due facce: discreto il primo tempo, a livelli di Parma la ripresa. Se non altro in Europa la situazione appare favorevole: con un punto a San Siro contro il Dnipro il prosismo 27 settembre l’Inter è matematicamente qualificata alla seconda fase di Europa League. Difficile però interpretare lo spirito di una squadra che di partita in partita smentisce continuamente se stessa. Dopo il giovedì europeo, l’Inter di norma non vince, ma come detto questa è squadra più che mai imprevedibile. Mazzarri è ormai inchiodato in panchina più dal suo lauto stipendio che dai frutti del suo lavoro, ancor di più di questi tempi dove si è dovuti andare a scusarsi con l’Uefa per aver sforato i limiti imposti dal Fair Play Finanziario. E presentarsi a Nyon con una spesa supplementare di altri 10 milioni per aver licenziato Mazzarri e il suo copioso staff (Frustalupi, Pondrelli, Papale, Salzarulo, Vigiani, Santoro) non sarebbe stata proprio un’idea geniale.
La verità è che questo doveva essere l’anno, se non proprio del decollo, almeno della consapevolezza. Invece i numeri dell’Inter sono più allarmanti che mai. Certo, tolte Juve e Roma, tutte le altre squadre sembrano galleggiare in un mare di mediocrità e quindi apparentemente nulla sembra perduto, ma non appena una dovesse trovare una certa continuità di risultati, se non sarà l’Inter, difficilmente questo verrà ricordato come un buon campionato.
Goleada col Sassuolo e successo di misura e di rigore sulla Sampdoria a parte, quest’anno poche idee, niente gioco e uno stato di disamoramento collettivo che pare aver minato l’autostima dell’intero ambiente, al di là delle dichiarazioni ufficiali. E a Parma, per la nona volta, l’Inter ha mancato il terzo successo consecutivo. Qui solo pochi anni fa si vincevano tre trofei a stagione, ora nemmeno tre partite di fila.
A San Siro arriva il Verona, squadra ovviamente più organizzata dell’Inter in perenne emergenza, e con un allenatore senz’altro più tranquillo di Mazzarri, ormai sempre più sopportato dal pubblico, malgrado le ripetute conferme di una società che anche volendo non avrebbe comunque le risorse per imporre una svolta anticipata.

LA SOCIETA’ – La notizia della settimana per la società è stata l’incontro con il Club Financial Control Panel dell’Uefa. Dopo la Roma anche l’Inter è stata chiamata a rapporto dall’Uefa a Nyon in Svizzera per spiegare alla Commissione Inquirente perché ha speso più di quanto ha incassato.
L’obiettivo, dopo le spiegazioni del CEO Michael Bolingbroke è di evitare il cosiddetto “warning”.
Il presidente Uefa Michel Platini aveva annunciato il 25 settembre scorso di aver aperto una procedura a carico di sette club: Basilea, Krasnodar, Liverpool, Monaco, Sporting Lisbona, Roma e Inter per il mancato rispetto delle regole del fair-play finanziario, imputando loro il fatto di aver speso nell’ultimo triennio più di quanto ricavato. Considerando il pareggio di bilancio come obiettivo, la stima del rosso finale dell’Inter si dovrebbe attestare sui 180 milioni, grazie allo sconto deciso dall’Uefa della cinquantina di milioni che il club nerazzurro ha meritoriamente investito nel suo settore giovanile.
Quella incontrata dall’Inter, che ha presentato i suoi bilanci dell’ultimo triennio, era una commissione inquirente, presieduta dall’italiano Umberto Lago e composta da 6 membri di diverse nazionalità. Toccherà poi alla Commissione giudicante pronunciarsi tra alcuni mesi, presumibilmente tra febbraio e marzo.
L’Uefa infatti deve ora studiare le carte e successivamente richiamerà ancora tutte le società ascoltate per sottoporre loro la probabile sanzione che, se accettata, chiuderà di fatto il contenzioso.
A quel punto la Disciplinare irrogherà la sanzione. Potrebbe essere una trattenuta sui premi Uefa, la riduzione della rosea per la successiva manifestazione europea o qualche vincolo alle spese per il mercato.
La sanzione non verrà comunque applicata prima della stagione 2015-16.
I precedenti per violazione del fair play finanziario non mancano. Finora nove club sono già stati puniti dall’Uefa: su tutti il Paris Saint-Germain ed il Manchester City, entrambi multati di 60 milioni, 40 dei quali recuperabili una volta rientrati nelle regole, con la possibilità di inserire solo 21 giocatori, invece dei 25 previsti, nella lista per le Coppe Europee.

Lascia una risposta