Europa League ad ogni costo

Sotto gli occhi di Thohir squadra e tecnico nel posticipo di giovedì, a San Siro arriva l’Udinese, dovranno dimostrare sul campo che la sconfitta con l’Atalanta, la sesta stagionale, è stato solo un incidente di percorso. Rivedendo la partita, le occasioni, i legni colpiti che hanno portato a 18 in 29 partite il computo totale di pali è traverse, record stagionale, è sembrato proprio così. La ripresa in particolare ha proposto un’Inter a tratti martellante, ma quando il risultato non arriva è ovvio che per i non addetti ai lavori la prestazione passi sempre in secondo piano.
Coi tempi che corrono per il calcio italiano, e chi ha visto il clasico tra Real e Barcellona si sarà rassegnato una volta per tutte, non possiamo più permetterci il lusso di snobbare l’Europa League. Oggi la seconda manifestazione europea non può più essere interpretata come il fastidioso contrattempo del giovedì, come si faceva fino a qualche anno fa, quando Zamparini e Pozzo tanto per citare due Presidenti a caso, una volta arrivati lì con le loro squadre non vedevano l’ora di tornare a casa al più presto e lo confessavano senza remore. Oggi l’Europa League per il calcio italiano e il suo zoppicante ranking equivale ad una vera e propria Champions League. Chi sta fuori non becca nemmeno quei 10-12 milioni sui quali non è più tempo di fare gli schizzinosi. Ecco perché Erick Thohir pretende un piazzamento europeo per il processo di rifondazione dell’Inter, che giova ricordarlo, prima ancora che sul contenimento dei costi, si basa soprattutto sull’aumento dei ricavi. Il tycoon in arrivo a Milano ha già ammonito: “Se ci sarà l’occasione potrò anche trovare uomo da 20 gol a stagione, ma dirigenti, staff tecnco e squadra sono tutti sono esame. L’epoca degli intoccabili pare insomma definitivamente chiusa.

 

18 Commenti su Europa League ad ogni costo

  1. Alessandro // 26 marzo 2014 a 08:22 //

    Assolutamente d’accordo. Passi un anno senza l’Europa (che, se non erro, prima dell’anno scorso non veniva centrata dalla sciagurata stagione 98/99) ma non è più tollerabile stare fuori. E per perseguire tale obiettivo, occorre infondere nei giocatori la ferocia. E qui il tecnico gioca un ruolo di prim’ordine. Quella ferocia che ti porta a battere a rete con violenza, a mirare e mandare il portiere in porta insieme al pallone, a vincere i contrasti, ad arrivare per primo sulla palla. Forza!

  2. antonio // 26 marzo 2014 a 09:37 //

    Mi piace molto anche il fatto che ET dia interviste esprimendosi chiaramente,per cui il tifoso può capire, per la maggior parte delle cose, cosa stia succedendo. Che differenza rispetto a prima! Non so lei, ma a me ET piace sempre più, credo che dia una carica agli interisti tutti.
    Che non ci siano più intoccabili è una cosa grandiosa, compreso Zanetti che per ora deve stare in campo, poi con ET si troverà qualcosa, che vada bene anche alla società.

  3. jose 75 // 26 marzo 2014 a 09:46 //

    E’ una vergogna quello che hanno fatto le squadre italiane in questi anni. Non onorare un coppa europea mettendo semprei in campo la migliore formazione possibile e soprattutto la foga agonistica è un chiaro segnale che ormai di sport inteso come competizione il calcio non ha più nulla. Rimpiango il calcio della domenica tutti alle 15,la coppa uefa e coppa delle coppe,dei soli 3 stranieri e degli stadi pieni perchè non c’era Pay Tv, ma Ciotti e Ameri che con la radio ti raccontavano la vera partita

  4. Ferruccio // 26 marzo 2014 a 09:57 //

    l’Europa League viene snobbata solo in Italia. Come la Coppa Italia del resto. Invece il ciclo del triplete inizio’ proprio con la vittoria in coppa Italia della squadra di Mancini. Vincere aiuta a vincere, anche per mentalita’. il Mou nella stagione 2010 non fece turnover neanche in coppa Italia. e poi sempre meglio mettere in bacheca qualcosa. fa bene il presidente a pretendere la qualificazione in EL

  5. Massimo Inter // 26 marzo 2014 a 10:44 //

    Finalmente, mi verrebbe da dire. Sono contro ad un’Inter fuori dall’Europa per questioni di prestigio, di storia e di ambizione. Porta pochi soldi ed è scocciante andare a giocare in posti logisticamente pazzeschi ma l’Inter non può non esserci. Le ricostruzioni partono anche da lì. Tutti sotto esame? Con tutti i soldi investiti e che si dovranno investire e gli stipendi d’oro che hanno, mi sembra il minimo sindacale.Questo ET sa il fatto suo, non c’è che dire. Bravo.

  6. FRANZ // 26 marzo 2014 a 10:48 //

    Thohir ha il diritto di scegliere gli uomini funzionali al suo progetto economico e tecnico. Alla fine contano i risultati e preferisco questo suo atteggiamento rispetto alle dichiarazioni di Fassone di 2 settimane fa: “Mazzarri è una certezza, uno dei pilastri su cui si fonda la ricostruzione della Società” .Il mister ha ereditato la squadra di Stramaccioni, ma con un Hernanes in più e non ha una squadra peggiore di quella del Parma con cui rischia il 5° posto.
    No all’Inter fuori dall’Euro!

  7. Paolo Sabiu // 26 marzo 2014 a 12:09 //

    Ci voleva un po’ di rigore (ehm… in tutti i sensi) in quel di Corso Vittorio Emanuele! Ci sono stati in precedenza troppi anni di buonismo da parte di Moratti, che regalava posti in dirigenza (forse anche inventati?) ad una lunga serie di personaggi ‘fantasma’, le cui funzioni non si sono mai pienamente comprese. Ora la solfa dovrebbe cambiare, sia per la squadra che per la società, che ha bisogno di gente capace in ruoli ben definiti. E si diano una bella mossa anche i giocatori… Bravo ET!

  8. Oriol Zuñiga // 26 marzo 2014 a 12:18 //

    Sono catalano, tifoso dell’Athletic de Bilbao ed interista. Non capisco (e credo che non capirò mai) questa mentalità italiana di snobbare l’Europa League. Vedo che qua in Italia i tifosi guardano troppo i soldi (quanto si può ricavare per ogni passaggio di turno, ecc). Per me, a quello ci deve pensare la società, i tifosi devono sostenere i calciatori e sentirsi orgolgiosi di portare in giro per l’Europa il nome della sua squadra del cuore.

  9. Silvio da Torino // 26 marzo 2014 a 13:00 //

    La stampa non è stata mai tenera con noi, anche quando vincevamo in Europa e nel mondo.
    Se al Milan avessero vinto il nostro tripletino 2011, avrebbero festeggiato la ricorrenza per anni e anni. Stavamo andando abbastanza bene, con l’Atalanta il pareggio sarebbe stato strettino, quindi spero vivamente in un incidente di percorso. Indubbiamente in casa fatichiamo un po’, ma la sfiga un giorno o l’altro lascerà la nostra spalla. Spero di vincere una partita senza meritarlo. A presto a tutti. Ciao.

  10. Francesco // 26 marzo 2014 a 13:10 //

    Thohir in realtà da per scontata la qualificazione all’Europa League: in effetti basta il 6° posto e anch’io non penso che quest’ Inter si farà sorpassare da Parma e Lazio.
    A Thohir interessa molto di più il 4° posto, perché facendo un preliminare in meno di Europa League, ad inizio Agosto potrebbe programmare una tournée in Indonesia a fini commerciali!!
    Prima di acquistare giocatori, meglio scegliere un grande dir. tecnico!
    Qualche settimana fa Thohir ha scherzato su un certo Alex Ferguson …

  11. michele // 26 marzo 2014 a 13:48 //

    Questo signore va rispettato: chi aveva per lui mesi addietro solo risolini e battutine dovrà ricredersi.
    Piace il modo in cui si propone, cortese pratico e diretto allo stesso tempo, come solo gli orientali sanno essere. Vedremo poi se vi saranno risultati, ma l’aria che si respira è molto diversa. Avanti così.

  12. Roberto // 26 marzo 2014 a 14:39 //

    L’Europa League non dovrebbe sfuggire… Non vinci a Firenze, Verona e quasi a Roma se non sei tornata una squadra decente. E giocando contro l’Atalanta (ma chi dice che in campo c’erano solo i bergamaschi che partita ha visto???) altre 20 volte, finisce 4-2 per l’Inter. Peccato che l’unica che contava l’abbiano vinta loro… 😀
    Basterebbe mettere la palla dentro invece che stamparla in continuazione sui pali: i nostri baldi giovani (e meno giovani) aggiustino la mira, il resto verrà da sè…

  13. Roberto Scibetta // 26 marzo 2014 a 16:56 //

    Sarei curioso di capire meglio come girano i proventi derivanti dalla partecipazione all’EUROPA LEAGUE.
    Tempo fa avevo letto qualcosa a riguardo, e mi sembra di ricordare che i proventi da partecipazione all’EL arrivassero ai citati 10-12 mln solo in caso di approdo alla finale, mentre per la semplice partecipazione ai gironi di Champions si arriva ad oltre 30 mln (anche se esci come la Juve)
    Personalmente ritengo folle questa sproporzione.
    Resta il fatto che in EL bisogna andarci AD OGNI COSTO

  14. Parole sante, anche se, al di là degli eccessi di ogni Paese, i tifosi spagnoli sono mediamente più competenti di quelli italiani. Questo perlomeno posso dire in base alla mia esperienza negli anni al seguito dell’Inter in giro per l’Europa, con tante trasferte in Spagna. Gli inglesi poi è vero che non sanno nemmeno i nomi degli arbitri delle partite delle loro squadre. Questo è il regno del complotto permanente e degli allenatori da poltrona.
    GLR

  15. Fabio Primo // 26 marzo 2014 a 19:30 //

    E’ cambiato l’approccio di molte squadre in EL, da quando si è cominciato a giocare il giovedì sera. Rientri notturni, o addirittura il giorno dopo , con troppe poche ore per recupare energie psico-fisiche per il match di campionato. Se un club è in lotta per un posto in champions o addirittura per lo scudetto, conviene sempre mollare anzitempo questo torneo. Quest’anno la Juve , visti gli avversari rimasti e il vantaggio abissale in campionato, può veramente puntare a vincerla.

  16. bruce // 27 marzo 2014 a 10:54 //

    A me Thohir è piaciuto per l’approccio e per la capacità di “capire” ed intervenire (vedasi Hernanes) in corsa. Piace che tenga tutti sulla graticola; dopo il triplete era giusto sferzare l’ambiente con un nuovo modo di gestire e pensare la società.
    L’EL non va snobbata anche se garantisce solo degli “spiccioli” per così dire.

  17. claudioeffedeejay // 27 marzo 2014 a 13:05 //

    La squadra con l’Atalanta é stata, a tratti, martellante, ma solo nel secondo tempo. Come già accaduto altre volte si é letteralmente buttato via il primo tempo che é la frazione di gioco dove le grandi squadre, condotte da grandi allenatori, costruiscono le loro vittorie. Per una squadra che ha solo il Campionato questa é una colpa che non si può non attribuire, almeno in parte, all’allenatore.

  18. Francesca // 28 marzo 2014 a 00:09 //

    E meno male! E’ ora che la società Inter diventi prima di tutti azienda…peccato sia stato necessario vendere la squadra per mandare via i soliti intoccabili…ed è inutile prendersela con Mazzarri se rischia e valuta i giovani anche a costo di fare delle figure barbare…qui si sta cercando di capire chi è da Inter e chi no…e non da Inter purtroppo ce ne sono troppi.

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