Inter Nos 17

Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 21 aprile 2013

GAME OVER – Neanche la finale di Coppa Italia in questa stagione maledetta: mercoledi sera la Roma, che all’intervallo era virtualmente eliminata, nella ripresa ha smesso di fare le fusa e ha severamente punito le ultime ambizioni nerazzurre della stagione. D’altronde che l’infrasettimanale di San Siro potesse rivelarsi l’ennesima serataccia lo si era capito già durante in riscaldamento, quando Cambiasso era andato di colpo ad aggiungersi ai 13 indisponibili, obbligando Stramaccioni a rimpiazzarlo con Jonathan e all’ennesimo cambio di modulo. E il contestatissimo brasiliano non aveva nemmeno demeritato segnando il gol del vantaggio nerazzurro al termine di una delle più belle azioni della stagione dopo un paio di scambi di tacco di Alvarez e Rocchi. Da lì, l’Inter ha provato a tenere il vantaggio gestendo il pallone, ma dopo l’Intervallo tre gol di destro, due dell’ex Mattia e uno di Torosidis l’hanno rispedita in fondo al pozzo del nulla. A poco è servito nel finale il gol di Alvarez su azione personale. Contro la Roma quest’anno, quattro partite con un pareggio e tre sconfitte, indipendentemente da chi sedeva sulla panchina giallorossa, Zeman o Andreazzoli che fosse. E adesso che l’ultima vita del videogame è stata bruciata, o per i più anziani adesso che l’ultima biglia del flipper è andata in buca, è tempo di bilanci: tutti negativi quest’anno, soprattutto per la società. E la Curva Nord, con civiltà olimpica, non le ha mandate a dire, attraverso tre striscioni srotolati a cadenze regolari. Il primo diceva “Tempo di bilanci e conclusioni, cominciamo oggi…per questo, quali sono le spiegazioni?” Questo è una gigantografia del direttore generale Marco Fassone, ex Juventus, con tanto di maglia celebrativa della Calciopoli bianconera. E poi: “Dopo Mourinho ci sentiamo orfani di qualcuno che sappia trasmettere il senso di appartenenza a questi colori”. Infine: “Con tutto il rispetto che gli possiamo portare, siamo arrivati al punto che ci deve difendere Paolo Bonolis Fate voi…”
Tre messaggi che valgono più di qualsiasi contestazione e che spiegano alla perfezione il punto di vista dei tifosi interisti, delusi oltremodo da tutte le scelte strategiche della società Inter, prima ancora che dal mercato e dai risultati. E poco importa che Fassone sia un dirigente che non si occupa del mercato, ma di tutto ciò che attiene al calcio non giocato, dal brand al progetto del nuovo stadio interista, dopo aver collaborato prima alla realizzazione dello Juventus Stadium e poi al marketing del Napoli. Il suo passato al fianco di Moggi e Giraudo non piace ai tifosi dell’Inter e, vista la storia, non potrebbe essere altrimenti. Tra l’altro, il Presidente Moratti dovrebbe chiedersi quanto possano essere davvero efficaci, anche nelle sedi istituzionali del pallone, uomini che non sono graditi nemmeno alla tifoseria che dovrebbero rappresentare. Ora nelle ultime sei partite di campionato c’è il rischio che l’Inter possa sbracare definitivamente rimanendo fuori anche dall’Europa League, cosa che a molti non dispiacerebbe perché permetterebbe l’anno prossimo di concentrarsi solo sul campionato, come ha fatto due anni fa la Juventus vincendolo. Restare fuori dall’Europa, situazione che non accade dalla stagione 1999-00, significherebbe però non avere alcun introito supplementare per il mercato, senza contare il danno d’immagine a livello di ranking europeo.

STRAMACCIONI E’ INGIUDICABILE – Andrea Stramaccioni oggi è un uomo sempre più solo, davanti alla porta di un’infermeria che continua a riempirsi. Dopo Cambiasso nel riscaldamento prima di Inter-Roma, si è fermato anche Fredy Guarin, costretto a saltare la partita col Parma per una lesione di primo grado al soleo della gamba destra.
Al momento la posizione del tecnico continua ad essere congelata. “Non posso fare un’analisi su chi ha avuto a disposizione un terzo di quel che avrebbe dovuto avere – ha detto Moratti – qui c’è un infortunio al minuto”.
Ciò non toglie che il Presidente abbia comprensibilmente perso un bel po’ di entusiasmo nel giovane tecnico che aveva personalmente lanciato sulla panchina dell’Inter giusto un anno fa. E per quanto Moratti si affretti a smentire i contatti con altri allenatori, nessuno oggi giurerebbe sulla conferma del tecnico romano oltre questo campionato. Se oggi Stramaccioni appare in giudicabile agli occhi di Moratti, bisognerà capire come verrà giudicato tutto il resto a fine stagione. Ma questo non riguarda soltanto il tecnico, ma anche il settore dirigenziale e quello medico, dove non sono esclusi ribaltoni. E anche Marco Branca continua ad essere più che mai nell’occhio del ciclone. Il problema è che le rifondazioni, più sono profonde, più costano in termini di liquidazioni e buonuscite ed è impensabile che l’Inter possa di colpo azzerare tutte le sue strutture.
Di buono c’è che nel calcio ogni volta si riparte da zero, anche se i soldi a disposizione non saranno moltissimi. A fine stagione si vedrà a chi toccherà spenderli e come.
Certo, qualsiasi rifondazione comincia sempre dall’allenatore. Stramaccioni non ha più una squadra, ma solo sei partite, tutto sommato inutili, per smentire chi lo vuole ormai a fine corsa.

RUBLI MA NON PER L’INTER – La notizia economica di qualche giorno fa ha fatto sobbalzare i tifosi interisti. Il gruppo petrolifero russo Rosneft ha infatti rilevato dai Moratti il 13,7% dell’azienda di famiglia Saras e sta per lanciare Opa sul 7,3% della società a 1,37 euro per azione. La transazione vedrà i fratelli Moratti cedere interamente le quote detenute personalmente, conservando però del 50,02% del pacchetto azionario. Al di là delle questioni finanziarie, i Moratti stanno per incassare subito 180 milioni di euro, destinati però a ripianare il bilancio della Saras, per la quale ne servono subito la metà. Non a caso sia Igor Sechin, presidente del colosso russo, che Gian Marco Moratti, presidente della Saras, hanno annunciato l’accordo senza menzionare l’Inter, come a dire che questi soldi non sono destinati al calcio. Ciò non toglie che sul lungo periodo Massimo Moratti potrebbe pure beneficiare del nuovo assetto e se l’accordo avrà successo ci saranno più risorse anche per l’Inter, anche se nei dividendi Saras ora entrerà anche il nuovo socio russo.
Difficile comunque credere che l’Inter da questa operazione finanziaria possa reperire al volo quei 20-25 milioni di euro che sarebbero arrivati centrando un piazzamento in Champions League. Più avanti, chissà…

 

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