Europa e SudAmerica: Nobiltà momentaneamente decadute

di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com

E’ già da qualche anno che in tutto il mondo si verificano parecchie retrocessioni eccellenti. Vuoi per un generale livellamento verso il basso a fronte del rafforzamento esponenziale di pochi club multimilionari, vuoi per alcune cattive gestioni, fatto sta che alla serie cadetta si è arrivati per forza di cose a dover prestare ancor più attenzione che nel passato, riconoscendole una forzata nobiltà come mai era stato.
Le recenti perdite di categoria di Independiente e Palmeiras, tanto per cominciare, offrono l’opportunità di fare un breve riepilogo delle squadre blasonate che la prossima stagione non staranno giocando nella massima divisione del proprio campionato.
I rossi di Avellaneda, conosciuti non per altro col nomignolo di Re di Coppe, sono addirittura sul podio dei club che hanno vinto più titoli internazionali. Reduce da una parabola discendente e fatale, implacabile, com’era toccato giusto pochi anni fa al River Plate, altra grande mondiale, e flagellato da una lotta intestina che passa per la violenza a gettone di parte degli ultrà, il Rojo giocherà quest’anno la prima stagione in B della sua più che centenaria storia. E dire che solo nel 2010 aveva alzato la Coppa Sudamericana.
Poco più a nord, in Brasile, stessa sorte è toccata al Palmeiras. A campionato già iniziato, l’obiettivo di recuperare la categoria al primo tentativo sembra alla portata ma resta il fatto che la seconda retrocessione negli ultimi dieci anni stoni rispetto a tanta gloriosa storia. Questa dolorosa esperienza, fra le grandi brasiliane, l’hanno fatta anche Gremio, Corinthians, Vasco da Gama e Atletico Mineiro. Il club tradizionalmente legato alla comunità italiana di San Paolo è però addirittura quello che ha vinto più trofei nazionali in assoluto (11), fra cui 8 campionati, record assoluto anche questo benché condiviso col Santos; sempre in Brasile ha poi conquistato anche 22 tornei statali, secondo solo al Corinthians. In campo internazionale, inoltre, ha sollevato una Mercosur (’98) e una Libertadores (’99). Insieme al San Paolo, infine, è l’unica società ad aver dato giocatori alla Nazionale ‘verdeoro’ ogni volta che questa ha vinto un Mondiale.
Venendo all’Europa, in Scozia giocheranno addirittura la terza divisione i Rangers, club più titolato del paese. In questo caso però la squadra non viene da una retrocessione bensì da una promozione, dopo essere stata declassata di tre categorie un anno fa, in seguito al fallimento.
Il campionato greco non è dei più commentati ma la discesa in B dell’AEK Atene fa comunque notizia. L’eco delle sue disgrazie calcistiche non si è sentita troppo oltre confine ma il tonfo resta epocale. La società giallonera, riferimento imprescindibile nella storia del calcio ellenico essendo stata fondata dalla comunità greca di Costantinopoli poi rientrata in patria per via della guerra turco-greca, aveva sempre giocato nella massima serie riuscendo a essere 11 volte campione nazionale, terza dietro solo ai due colossi Olympiakos e Panathinaikos. Proprio coi due maggiori rivali cittadini e il PAOK condivide poi il record che più ne sottolinea la nobiltà: quello di partecipazioni alla prima divisione da quando fu riformata nell’imminenza della stagione ’59-’60, che sono cinquantaquattro.
Guardando ai maggiori campionati europei, in Spagna giocherà in Seconda Divisione il Real Saragozza. Non sarà propriamente una grande del calcio mondiale, ma negli anni passati aveva certamente saputo guadagnarsi rispetto internazionale – soprattutto in occasione della vittoria della Coppa delle Coppe del ’95, finale contro l’Arsenal, dopo quella in Coppa delle Fiere del ’64 conquistata invece alle spese del Barcellona.
In Inghilterra, dopo le retrocessioni nelle ultime stagioni di West Ham e Newcastle quest’anno non ce ne sono state di eccellenti. Continuano però a militare nella serie cadetta squadre del calibro di Ipswich Town, Leeds United e Nottingham Forest, tutte vincitrici di coppe europee (il Forest addirittura di due Coppe dei Campioni).
Situazione analoga a quella inglese in Francia, col Monaco immediatamente tornato in Ligue 1 e trasformatosi nel breve volgere di pochi mesi in una delle (future) potenze economiche d’Europa. In Ligue 2 brilla però la stella del Nantes, che negli anni Novanta aveva vinto un campionato e una Intertoto dopo che negli Ottanta aveva conquistato due Coppe delle Alpi – manifestazione internazionale non di primo piano ma comunque vinta, quindi innanzitutto disputata, anche da Genoa, Juventus, Lazio e Napoli.
In Germania, invece, daranno cosiddetto lustro alla seconda divisione Kaiserslautern e Colonia, 7 campionati in due. Coi titoli in gran parte pre-Bundesliga di Fortuna Düsseldorf, Greuther Fürth, Karlsruher e Monaco 1860, altre protagoniste della prossima B tedesca, si arriva addirittura a 13; e aggiungendo pure quelli conquistati dalla Dinamo Dresda nella vecchia DDR si toccano i 21.
In quanto a medaglie, però, è l’Argentina a detenere il record per quest’anno. Complice sicuramente la retrocessione dell’Independiente, ma non solo per questo, alla sua B Nacional 2013-14 sono iscritti 4 ex campioni nazionali (Banfield, Ferro Carril, Huracán e appunto Independiente) che messi assieme fanno 18 titoli – 24 compresi quelli amatoriali fino agli anni Trenta.

 

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