Argentina: i top-flop del campionato
di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com
Appena pochi mesi fa in alcune prestigiose squadre argentine ci si leccavano le orecchie all’aver rimpatriato dei campioni.
Il Boca si era assicurato il ‘burrito’ Martinez e aveva accettato il reintegro di Riquelme. Il Velez aveva soffiato proprio al Boca Fernando Gago, che sembrava che nel momento in cui fosse ritornato avrebbe scelto il ‘suo’ Boca. Il Racing aveva preso Bolatti. Il River poteva ancora contare su Trezeguet. Il Newell’s, infine, vantava il duo Heinze-Maxi Rodriguez.
Forti di questi recenti colpi, ognuno dei club menzionati si candidava al titolo. E lo faceva anche per altri motivi. Ad allenare Boca, River e Newell’s erano tornati rispettivamente Bianchi, Ramon Diaz e Martino, tutti personaggi fortemente identificati coi colori tornati a difendere oltre che di esperienza forse impareggiabile in Argentina. Il Velez era campione uscente e a detta di tutti la squadra col gioco migliore, per di più la conferma in panchina di Gareca avrebbe garantito continuità. Il Racing aveva preso Bolatti e aveva anche trattenuto i suoi ragazzi terribili, su tutti Centurion non ceduto all’Anzhi e Vietto che è un attaccante in erba ma di razza.
I fatti hanno però dimostrato che i grandi nomi non sempre garantiscono il rendimento e di conseguenza il successo. A non deludere è stato il Newell’s, neocampione, ma il River ha perso infinite occasioni soprattutto in ragione dell’inefficacia proprio dell’attacco che Trezeguet avrebbe dovuto guidare. Il Racing ha sì ottenuto la qualificazione alla Coppa Sudamericana ma ha chiuso con 4 punti meno del campionato precedente quando aveva lottato per il titolo per gran parte del tempo. Il Velez ha terminato quattordicesimo a una ventina di punti dalla vetta, fuori da ogni gioco fin dalle prime battute. Il Boca, poi, ha chiuso addirittura penultimo, peggior piazzamento nella sua storia da quando esistono i tornei corti vale a dire vent’anni.
Certo, un solo giocatore non può fare la differenza. Col senno di poi, però, vale lo stesso la pena di considerare in che condizioni erano arrivati questi campioni ai quali sarebbe comunque stato affidato un ruolo centrale.
Juan Manuel Martinez veniva da un’esperienza deludente al Corinthians: vi era approdato nel semestre che portava all’ultimo Mondiale per Club, che i brasiliani avrebbero vinto, e non è mai riuscito a inserirsi (appena 18 presenze). La stessa poca considerazione l’aveva ricevuta Bolatti all’Internacional di Porto Alegre e prima ancora alla Fiorentina nel corso di complessive tre stagioni nessuna delle quali giocata bene (collezionando in totale solo 69 presenze). Anche Gago, lui invece al Real Madrid, poi alla Roma e quindi al Valencia, pur essendo potenzialmente il cervello di ogni squadra per cui è passato non è mai stato ritenuto una pedina imprescindibile (nel complesso, 126 partite in 5 stagioni). Discorso diverso per i veterani Trezeguet, Maxi Rodriguez ed Heinze, che all’estero stavano continuando ad avere successo e avevano deciso di rientrare per concludere qui la carriera pur avendo ancora un discreto mercato in Europa e nel ricco Oriente.
Se i due giocatori del Newell’s hanno fatto bene, al punto da vincere il campionato ed essere in semifinale di Libertadores, Trezeguet è stato comunque la colonna portante del River della promozione prima che un infortunio lo costringesse all’inattività e Ramon Diaz decidesse di disfarsene. La vera delusione riguarda tutti gli altri, certamente fortissimi ma la cui incidenza nell’ultimo semestre fra campionato e coppa, per chi l’ha giocata, è stata praticamente la stessa della tappa precedente vissuta all’estero. Al punto che una loro repentina ripresa, col senno di poi, si sarebbe dovuta considerare miracolosa più che probabile. Più o meno considerati dai rispettivi allenatori, il ‘burrito’ Martinez ha giocato 18 partite, poche; quelle di Gago, per la verità martoriato dagli infortuni quasi quanto Trezeguet, si contano sulle dita di una mano. Bolatti è quello che in percentuale ha giocato di più, 16 volte senza competizioni internazionali, ma ha deluso praticamente in ogni occasione al punto che in molti hanno ravvisato nel suo ostinato utilizzo un segnale di inettitudine del suo allenatore.
Vedremo cosa sarà, nel corso di questa sessione di mercato, di chi ha fatto male. Gago, che il Valencia non intende riprendersi, magari riuscirà a vestire di nuovo la maglia del ‘suo’ Boca, quello con meno identità degli ultimi dieci anni, e rinascerà; anche se, abbastanza sorprendentemente, potrebbe invece finire al San Lorenzo. Clamoroso per clamoroso, Martinez potrebbe prendere la strada inversa a quella auspicata per Gago da molti ‘xeneizes’ e tornare al Velez in cui tanto aveva brillato ma è invece praticamente certo che resterà dov’è con l’idea di formare un coppia di trequartisti finalmente esplosiva al fianco di Riquelme. Più difficile immaginare il destino di Bolatti, ma un ricordo sempre più lontano rimane la fantastica campagna che fece con Pastore e Defederico al che portarono niente meno che l’Huracan a un passo dal titolo vinto invece proprio dal Velez allora di Martinez.
Considerata la classe di questi giocatori si è portati a pensare che si riscatteranno prontamente. Una cosa è certa, però, e va ribadita: nell’ultimo campionato i grandi nomi non sono stati assolutamente garanzia di rendimento né tanto meno di trionfo.
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