Inter Nos 6

Pubblicato su San Siro Calcio, mercoledì 31 ottobre 2012

I SOLITI SOSPETTI – Stasera c’è la Sampdoria a San Siro, ma è come se non ci fosse. Colpa dei veleni dell’ultima domenica di campionato, con l’incredibile vicenda di Catania-Juventus: l’annullamento di un gol regolarissimo ai padroni di casa, la concessione di un gol in fuorigioco ai bianconeri e il corollario di una sfilza di cartellini comminati ai rossoblu già del primo tempo. A fare scandalo però è stato soprattutto il gol annullato al Catania non tanto per la decisione sbagliata, che ha indotto il presidente etneo Pulvirenti a chiedere a gran voce di rigiocare la partita, ma per le modalità che hanno portato a invalidare la rete. Al Cibali è successo qualcosa che non si era mai visto prima, con una sorta di ‘assemblea condominiale’ durata 45 secondi tra quattro arbitri: l’effettivo Gervasoni, il guardalinee Maggiani, il quarto uomo Musolino e, soprattutto, l’addizionale di porta Rizzoli, quello che secondo le ricostruzioni avrebbe col suo peso politico portato tutti gli altri all’incredibile errore. Così, essendo in programma sabato prossimo allo Juventus Stadium di Torino il derby d’Italia tra Juventus e Inter, l’arrivo infrasettimanale della squadra blucerchiata a San Siro è finito in secondo piano, anche perché sono rispuntate tutte le scorie di Calciopoli, al punto che sembra di essere ripiombati nel 2006. Come non bastasse è saltato pure fuori un profilo di Facebook con lo stemma della Juventus riconducibile al guardalinee  Maggiani, gaffe che gli costerà un mese di stop.
Moratti lunedì sera all’Assemblea dei soci Inter ha ricordato quegli anni come “terrificanti”, Agnelli nello stesso giorno, ha urlato di sentirsi sempre sotto assedio. Insomma, la solita storiaccia tutta italiana, dove il calcio giocato alla fine conta sempre meno e l’interminabile vigilia mediatica di Juventus-Inter ha già inghiottito tutto e tutti. L’augurio è che del pasticciaccio di Catania non se ne parli per tutta la stagione, come è accaduto un anno fa col gol annullato a Muntari in Milan-Juventus. Se a Catania quattro arbitri su sei si sono messi davanti alle Tv di mezzo mondo a sbagliare una decisione giusta, coprendosi di ridicolo, è arduo parlare di malafede. A differenza dei predecessori condannati in primo grado al processo di Napoli, qui è l’inadeguatezza a regnare sovrana. Per decidere davvero i campionati servono arbitri capaci. Diversi da questi.
L’Inter, intesa come squadra, stasera dovrà assolutamente evitare di pensare già alla Juventus e ad eventuali condizionamenti arbitrali per concentrarsi solo sulla Sampdoria che, dopo un inizio incoraggiante, ha infilato quattro sconfitte consecutive. E il suo tecnico, l’ex juventino Ciro Ferrara, a San Siro non ci arriva certo come fosse un patibolo.

INTER SETTEBELLEZZE – Col 3-1 di domenica scorsa a Bologna l’Inter ha raccolto la settima vittoria di fila tra campionato ed Europa League e anche la settima su nove partite di campionato, ma pure l’undicesima su sedici gare ufficiali, di cui otto in trasferta, con il primo gol stagionale subito in campionato lontano da San Siro. I numeri nerazzurri sono certamente da grande squadra: anche se non siamo ancora alle 17 partite di fila vinte in campionato da Roberto Mancini nel 2006-07, Stramaccioni ha comunque eguagliato Helenio Herrera, che nella stagione 1961-62 aveva vinto sette partite di fila tra campionato e Coppe Europee. Ad oggi quello che si è capito è che l’Inter può stare in alta quota, quanto alta lo dirà il tempo. Ora interessa celebrare il conclamato ritorno dell’Inter da protagonista, in netta rottura con la stagione scorsa.
Anche al Dallara, Stramaccioni si è confermato un camaleonte capace di cambiare pelle alla sua squadra già negli spogliatoi, quando ha rinunciato al titolarissimo Cassano, sofferente per un torcicollo, per rimpiazzarlo con Mudingayi a contenere il talentuoso Diamanti. E con l’ex rossoblu e Gargano ai fianchi, Cambiasso è stato ancora una volta il migliore in campo, con il terzo assist consecutivo e il primo centro personale in campionato: il resto l’hanno fatto Ranocchia e Milito, tornato a sua volta al gol. Ora, in attesa della Juve, El Principe può lucidare il mirino pure con la Sampdoria.

CAMBIASSO: IL RITORNO – Nell’Inter che finalmente gira a meraviglia è tornato grande protagonista il senatore che fino a qualche settimana fa in tanti volevano pensionare. Esteban Cambiasso qui ha vinto tutto, 14 trofei in sette anni, scrivendo le pagine più gloriose del FC Internazionale. Forse per l’abitudine di vederselo sempre davanti onusto di gloria, alcuni tifosi da poltrona hanno cominciato a giudicarlo più vecchio di quanto in realtà non sia, chiedendone il pensionamento. Eppure l’anno scorso hanno giocato male tutti, non solo Cambiasso. E, per la cronaca, il Cuchu ha appena compiuto 32 anni, non 60! I due gol e i cinque assist di questa stagione lo hanno riportato prepotentemente alla ribalta. Cambiasso è la ritrovata anima dell’Inter e come capitan Zanetti, Samuel, Milito e Stankovic rappresenta la vecchia guardia che può dare un contributo fondamentale alla maturazione dei campioni di domani. Forse non è un caso se Juan Jesus, stasera squalificato con la Sampdoria, si è conquistato una maglia da titolare nell’Inter proprio quando ha giocato in difesa al fianco di Cambiasso.

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