Euro 2012: Italia da favola

Il 2-1 sulla favoritissima Germania che ci ha spediti dritti alla finale di Kiev dodici anni dopo Euro 2000 è stata la consacrazione di Claudio Cesare Prandelli.
Da oggi Prandelli non è più solo un buon allenatore, ma entra di diritto nella ristretta cerchia dei Top Coaches italiani insieme a Lippi, Capello, Ancelotti e Trapattoni. La sua Italia mi ha restituito la voglia di appassionarmi per gli azzurri e poco importa se stavolta non ci sono interisti. Come nel 2006 Materazzi e Grosso diventarono patrimonio della Nazione, così oggi è giusto che lo siano l’immenso Pirlo, il gladiatore De Rossi, il redivivo Cassano, l’umile Balzaretti e tutti gli altri. Noi viviamo ancora nell’Italia medievale dei Comuni. Nulla a che vedere con altri popoli che davanti alla Nazionale dimenticano davvero i club di appartenenza dei propri rappresentanti, a cominciare proprio dai tedeschi. Qui invece c’è sempre qualche caprone pronto a prendere di mira Materazzi, anche se ti regala un Mondiale o Buffon o Cassano solo perché avversari in campionato. Io esco subito dal coro, anzi dalla cagnara. Oggi per me c’è l’Italia, l’unica squadra capace di portare milioni di persone in piazza e dobbiamo godercela tutti. Che poi in quest’Italia ci sia molta Juventus è un fatto ed è giusto che sia così, visto che quella bianconera è stata la miglior squadra dell’ultimo campionato, mentre altri non hanno fatto abbastanza per meritarsi la convocazione. E poi c’è Balotelli che, per una volta, la prima della sua vita, è stato davvero decisivo, capitalizzando in una storica doppietta due invenzioni di Cassano e Montolivo. Era ora: alla sua età il capitano della Germania Philip Lahm era già un simbolo per il suo Paese. Era ora che uno come Balotelli, le cui potenzialità tecniche non sono mai state in discussione facesse l’uomo, anzi l’uomo-squadra. E finalmente ha esultato come tutta la Nazione per una gioia che è di tutti. La Nazionale è da sempre nazional-popolare e chi ne fa parte si deve comportare come chiede e vuole la Nazione. Al gol si gioisce! Dopo una partita come questa, al fischio finale, si gioisce. L’hanno fatto tutti gli italiani, ad eccezione di Buffon, un altro che malgrado abbia passato l’età della maturità da un pezzo, ogni tanto non resiste alla tentazione di farsi notare ad ogni costo. Bella stronzata fuggire dal campo incazzato, mentre tutti gli altri festeggiavano la storica vittoria a centrocampo! Banale la scusa in sala-stampa sulla scarsa attenzione collettiva nei minuti di recupero, subito dopo il rigore generosamente concesso ai tedeschi dall’arbitro francese Lannoy e trasformato da Ozil. Come non bastasse, il capitano azzurro è stato poi smentito da tutti i compagni: negli spogliatoi Buffon è stato visto giustamente raggiante. Tutti siamo raggianti per un successo bellissimo, al termine della partita perfetta che Prandelli si era augurato. Ora, sotto con la Spagna, anch’essa favorita: la cabala dice che possiamo farcela perché nessuna nazionale al mondo ha mai messo in fila Europeo, Mondiale e ancora Europeo. Vediamo se tutti si confermano. Vediamo se Balotelli è davvero tornato SuperMario: non lo si chiamava più così da due anni, Perché la differenza tra un campione come lui e un fuoriclasse come Pirlo sta nella continuità di rendimento. Non bastano due gol e nemmeno dieci ottime partite ad infilarti nella storia del calcio, a farti guadagnare l’ammirazione di compagni e avversari, vero Pirlo?
Bellissima è stata la partita. Dopo siamo tornati gli italiani di sempre, con una trasmissione sulla Rai che sarebbe stata vecchia pure nei primi anni ’50, con qualche ‘intellettuale’ che provava disperatamente a buttarla sul politico. Mentre Oliver Bierhoff ammetteva candidamente la nostra superiorità e decidava un pensiero all’ex compagno milanista Borgonovo, il Presidente del Coni Petrucci bonfonchiava sulla Cancelliera Angela Merkel (!!!) Ma per piacere…Una cosaè il pallone, un’altra tutto il resto. Sapere, come mi ha raccontato il collega Faranda, che qualche intelligentone nel centro di Milano ha bruciato una foto della Merkel è avvilente: queste cose si solito le fanno in Libia. La Germania è un grande Paese, capace dopo due guerre mondiali perse di continuare ad essere la locomotiva d’Europa. Ero proprio in Germania quando ai 63 milioni di tedeschi dell’Ovest dissero improvvisamente che c’erano 17 milioni di tedeschi dell’Est da ‘accogliere’. Dalla sera alla mattina lo spompato marco dell’Est è stato parificato a quello dell’Ovest, ma la gente si è rimboccata le maniche e ce l’ha fatta alla grande. Qui non saremmo in grado nemmeno di riprenderci l’Istria. Chi è stato nella Germania dell’Est prima della caduta del Muro l’11 novembre 1989 sa bene di cosa sto parlando. Chi poi ci è tornato solo qualche anno dopo già faticava a distinguere i confini  tra l’ex BRD e l’ex DDR, per la rapidità con cui autostrade e infrastrutture si estendevano fino alla famigerata linea Oder-Neiße, al confine con la Polonia. La verità è che i tedeschi possiamo pure batterli sempre a pallone, ma nella vita reale è un’altra storia!

17 Commenti su Euro 2012: Italia da favola

  1. PF Borgotallo // 30 giugno 2012 a 08:38 //

    Condivido appieno la tua analisi e le tue considerazioni anche se minoritarie!
    Partita bellissima ed emozionante ma sempre partita di pallone e due goals non bastano per fare…..primavera.

  2. Caro GLR, il pallone è un’altra storia ma il gioco è da sempre arena simbolica della vita. Con questo, parlare della Merkel mi sembra inutile. Ma anche questo parlare sempre in modo spregiativo di noi ha qualche limite, se mi permetti. La Spagna pare sia divisa da una faida tra giocatori del Real e del Barça – non so se sia vero. Quindi magari anche gli altri hanno qualche problema interno di campanile. In Germania sono stati straordinari con il Muro, ma noi non ce la siamo cavata così male con i muri, quando erano da ricostruire. Abbiamo fatto per 15 anni la storia del cinema perché raccontavamo proprio quello. La Germania ha ricostruito dopo le guerre ma è arrivata dove è arrivata – cioè ad essere distrutta – anche per la sua volontà di potenza che è da sempre un suo demone distruttore. E ora è un fatto che stia ripetendo l’operazione su un piano finanziario. Detto questo, grande paese, grande cultura, grande filosofia e grande musica. E sì, anche grande calcio. Ma la Bild che scriveva: “Vi presentiamo i selvaggi italiani” ti sembra ottimo giornalismo? Se l’avessimo fatto noi ti sarebbe piaciuto? Per me non ci sono “loro” e “noi”. Né in un senso né nell’altro. Forse è tutto un po’ più equilibrato, non trovi? Abbiamo da imparare, hanno da imparare, potremmo crescere insieme senza tirare cacca su noi stessi ed esaltare sempre gli altri o viceversa. Anywya, sempre un grande piacere leggerti. Sprizzi intelligenza ed è sempre un bel momento per me. Ti abbraccio. gio.

  3. mamma Viviana // 30 giugno 2012 a 09:13 //

    Perfettamente d’accordo con quello che hai scritto grande forza e tenacia nel popolo tedesco. Noi siamo ”sciallosi’ ma batterli dà sempre una grande gioia a livello di club, vedi Madrid 2010. Con la Nazionale ci siamo semrpe tolti tanti sassolini proprio come popolo. E poi smentire la Bild per l’ennesima volta è super-fantastico. Ora andiamo a Kiev e speriamo nei ragazzi.
    Mamma Viviana

  4. condivido il tuo commento, non ero fra i disfattisti che si auguravano una caporetto della nazionale dopo lo scandalo scommesse e gli orrendi sospetti su alcuni componenti della nazionale, ma di certo spero che le imprese della nazionale non servano come al solito come amnistia per giustificare i soliti vizi e limiti italici. i nostri stadi rimangono inadeguati e il nostro paese carente in tanti aspetti, purtroppo ben più importanti del pallone. se le vittorie serviranno da punto di partenza per rimboccarci le maniche e migliorare tanto meglio, altrimenti rimarremo sempre i soliti dei luoghi comuni tanto amati dai tedeschi. un saluto

  5. Roberto // 30 giugno 2012 a 13:28 //

    Pur riconoscendo che il popolo tedesco è ‘tosto’, non condivido in toto il tuo entusiasmo sulla Germania extracalcistica (sarà colpa dell’euro… ;-)), ma per giustificarmi dovrei scrivere a lungo… L’Italia di Prandelli ha finalmente fatto cadere quel velo di antipatia e di noia che da troppo tempo ormai pervadeva il popolo dei tifosi. Io non mi sono entusiasmato nemmeno per i mondiali del 2006: era già un’Italia “antipatica”, e tu non avevi mancato di farlo notare nei tuoi numerosi editoriali dell’epoca. E, come te, certe “uscite” di Buffon continuo a non capirle… Per ritrovare uno spirito ‘patriottico’ occorre tornare al secolo scorso.

  6. francesco // 30 giugno 2012 a 14:14 //

    Analisi che condivido ampiamente, soprattutto la parte finale sulla vita reale, ma si sa…col calcio noi italiani dimentichiamo tutto…

  7. Caro GLR, la madre degli imbecilli è sempre in cinta e la Germania è una grande nazione, magari se smettesse di ricordarcelo ad ogni pié sospinto avrebbe un difettuccio in meno, un difetto che in Italia sembra emergere solo quando si parla di calcio e dire che qualche cosuccia nella storia dell’umanità l’abbiamo fatta anche noi…

  8. Nicoletta // 30 giugno 2012 a 15:07 //

    Caro Gl, penso che quando indossi la maglia azzurra non ci siano in campo giocatori di milan juve o inter ma solo italiani ed è così che io li vedo e lasciamelo dire hanno giocato un gran bella partita!

  9. Silvio da Torino // 30 giugno 2012 a 15:48 //

    Concordo in tutto e per tutto anche se mi dispiace non vedere alcun interista nella nostra nazionale.
    E adesso sotto con la Spagna che mi sembra abbia avuto un pò di involuzione nel suo gioco. Mi butto in un pronostico (ho già azzeccato la vittoria sulla Germania): 1 a 0 per noi e corona di Campioni d’Europa dopo 44 anni.
    A presto a tutti e sempre Forza Inter.

  10. Fabio Primo // 30 giugno 2012 a 17:56 //

    Per completezza aggiungiamo che due ex giocatori tedeschi, nel commento TV durante la partita sulla rete pubblica ARD, hanno definito Cassano e Balotelli “due cani randagi…” o giù di lì. Anche il nazionalismo più spinto porta talvolta a dire e fare stupidaggini.

  11. giovanna // 1 luglio 2012 a 10:04 //

    Prandelli è l’anima di questa nazionale, veramente lui è riuscito a farla amare da tutti, interisti compresi, perchè è persona pacata, educata, mai polemica.
    Ricordo l’arroganza di Lippi che di fronte alle critiche si sostituiva ai giornalisti rispondendo a domande con domande!
    Sono daccordo che Buffon sia un po’ buffone! Che balla quella della sofferenza finale! Io leggo nella sua reazione un “ecco vi ho portato in finale e voi ad attaccarmi per le scommesse” come se non lo sapessimo da tempo che il Gigi nazionale scommetteva anche sulla pasta cotta o scotta!
    Grazie Cesare e forza azzurri, comunque vada ci hai fatto vedere una bell’Italia!

  12. Angelo // 1 luglio 2012 a 10:25 //

    Sempre bello battere i tedeschi…quelli che arrivano fino in fondo ad ogni manifestazione sportiva e non solo di calcio…però ci siamo sempre anche noi fino alla fine…basta guardare l’Albo d’Oro della nazionale e delle nostre squadre di club. I due gol hanno giustamente esaltato Balotelli: è stato bravo nulla da dire…I veri calciatori, uomini di sport, esempio per i ragazzini però sono altri…
    Angelo Paterlini

  13. Ci mancherebbe…i cretini ci sono in ogni parte del mondo…e anche la Germania, tra tanti Premi Nobel, poeti, musicisti e filosofi, ha prodotto i suoi scarti umani
    GLR

  14. Per la verità non è entusiasmo, ma un dato di fatto: i tedeschi, con tutti i loro difetti, sono da sempre un popolo più affidabile del nostro. E oggi essere affidabili agli occhi degli altri, se non è tutto, è molto.
    GLR

  15. Mah, sarà che io non ho mai considerato i giornalisti di ogni angolo del mondo particolarmente intelligenti…Loro ci danno dei selvaggi e noi sono più di 50 anni che per rappresentarli mettiamo due dita sotto il naso come i baffetti di Hitler e parliamo metallico. Tra tutti e due…
    GLR

  16. Se ne esce quando la finiremo con la Germania dei Tedeschi, l’Italia degli Italiani (per non parlare della Padania dei Padani….) e cominceremo a parlare di Mondo degli Uomini. Ma non credo – per quanto auguri a tutti una lunga vita – che arriveremo mai a vedere quel giorno. gio.

  17. concordo, ma lasciami aggiungere qualcosa. Alle vittorie della nazionale, rispetto a quelle delle squadre di club, manca sempre quel pizzico di pepe italico: lo sfottò! Un conto è canzonare a distanza i tedeschi (a parte i miei amici che vivono sul Garda, che possono farlo live…), un altro è andare al bar il lunedì mattina dopo un derby vinto!

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