L’Inter l’è pusé milanesa-96

Οι διάλογοι ovvero Racconti da tifosi da Bar – giovedì 3 marzo 2011

Al Bar Sport si discute animatamente dell’Ambrogino d’Oro consegnato all’Inter per i cinque trofei del 2010 e c’è subito chi non manca di far notare che il sindaco Letizia Moratti abbia consegnato il premio a suo cognato Massimo, presidente dell’Inter, come il carrozziere juventino Ignazio: “Ora questi dell’Inter si fanno pure i premi in famiglia – tuona – è come se io ci do un premio a quella iena di mia suocera!”
Il parrucchiere juventino Tonino la butta invece sul fatalismo: “Ma di che vi meravigliate? – domanda – questo è il Paese dei conflitti d’interesse e poi si è mai visto un premio di Sant’Ambrogio a marzo anziché a dicembre?”

Reagisce polemicamente l’elettricista interista Kevin, tecnico manutentore del videopoker: “Siete una manica d’ignoranti – attacca – lo sanno tutti che Letizia e Massimo Moratti non si sopportano, tant’è che la sindachessa ha fatto di tutto per non premiare suo cognato, ma poi si è rassegnata perché non si poteva non premiare la vera squadra dei milanesi, come ha detto il nostro presidente!”
E infatti l’ultima uscita di Massimo Moratti sul fatto che i veri milanesi sono interisti fa da nuovo detonatore, anche se al bar il tasso di milanesità resta piuttosto basso, perché qui nessuno può dirsi davvero milanese, neppure l’anzianissimo pensionato Ambrogio, che a Milano ci sta da una vita, ma però è nato a Caorle, in provincia di Venezia. Provengono poi da comuni intorno a Milano il barman Pinuccio, il tassista milanista Gianni e il pensionato interista Artemio, mentre il concessionario interista Walter viene dal varesotto. Tutti gli altri provengono dal Sud e il Walter, da sempre un po’ razzista, non perde l’occasione per farlo notare: “Voi emigranti del tacco non potete fiatare – offende – venite dal Paese dei mandarini! Io almeno sono milanese d’adozione!”  E allora il tassista milanista Gianni restringe ulteriormente il campo: “Tu sei un varesotto di quelli che prendono il Suv anche per scendere in cantina – precisa – mentre Usmate-Velate da dove vengo io ormai è Milano!

Lo studente fuori-corso juventino Boris si dà al cinema: “Moratti non ha tutti i torti  – sostiene – nel film Eccezzziunaleveramente Abatantuono fa tre personaggi e l’unico vero milanese è l’interista! Lo Juventino viene dal Sud come il milanista che si chiamava come il nostro Donato!” Chiamato in causa, il postino milanista Donato non si tira indietro: “Io so che una volta la Milano-bene era tutta interista – racconta – mentre il Milan era la squadra del popolo che stava nelle periferie!”  E il pensionato interista Artemio conferma: “Noi siamo sempre stati i bauscia (sbruffoni, ndr) e i milanisti i casciavìt (cacciaviti, ndr) perché erano tutti operai – aggiunge – oppure tramvèe (tramvieri, ndr), perché i primi milanisti erano i brumisti delle carrozze, ma io anche se guidavo i tram sono sempre stato dell’Inter! Comunque l’Inter lè sèmper stàda pusé milanèsa del Milan (è sempre stata più milanese del Milan, ndr), almeno finché non siete venuti su voi terroni a far casino!”
Si offende subito l’ortolano milanista Gaetano: “Se non c’eravamo noi terroni qui – accusa – volevo vedere dov’eravate adesso voi nordisti!” Ma il barman Pinuccio, altro lombardo, non la pensa così: “Guarda che noi ce la cavavamo bene anche senza i terroni” – replica con sguardo severo.
La chiusura tocca come sempre all’anzianissimo pensionato Ambrogio, memoria storica del bar sport: “Qui si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia  – commenta – ma l’Italia esiste solo sull’atlante (96-continua, purtroppo…)

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