Inter Nos 13

Pubblicato su San Siro Calcio, martedì 5 aprile 2011

DIMENTICARE IL DERBY
Certamente per l’Inter quello di sabato sera è stato il derby più brutto degli ultimi anni. Ora non ha senso rimuginare sui tanti perché di una brutta sconfitta: sull’atteggiamento molle della squadra, sulle scelte di Leonardo, a cominciare dal modulo, sui malefici della sosta e su tutto quello che frulla regolarmente in testa dopo una partitaccia del genere. Quando ci si comporta così male in una partita tanto importante non c’è mai una spiegazione univoca e certa. Certamente non si butta via niente di tutto quello che si è fatto, anche se la rimonta, prima di finire, sfinisce: non si arriva da -13 a -2 in tre mesi, andando avanti in Europa per caso, ma non ci si arriva nemmeno senza pagare qualcosa dal punto di vista nervoso, prima ancora che fisico. L’Inter ha però una fortuna: quella di poter giocare subito un’altra grande partita, per certi versi più importante dell’ultimo derby.
Per tutti gli altri il martedì è un normale giorno di allenamento, per l’Inter è giorno di partita: e che partita! L’andata dei quarti di finale di Champions League è un diritto che si conquista tutto sul campo e che è riservato solo a otto squadre in Europa, con un’unica italiana: l’Inter.  I tedeschi dello Schalke, dopo quelli del Bayern, bisogna batterli non solo per dimenticare il derby, ma anche per prenotarsi un’altra semifinale europea, a nemmeno un anno dal successo in Champions League e dal Triplete.

SCHALKE, UNA VECCHIA CONOSCENZA
Lo Schalke di oggi è una squadra a due velocità: annaspa a centro-classifica in Bundesliga, ma gira a mille in Champions League, dove ha vinto il suo girone davanti al Lione, prima di eliminare gli spagnoli del Valencia negli ottavi di finale. Nell’ultima gara ad Amburgo, stava vincendo 2-0 prima che un folle, a tre minuti dal fischio finale, lanciasse un boccale pieno di birra ad un guardalinee. Il finale di St.Pauli-Schalke 04 verrà deciso a tavolino a favore degli ospiti.
Per il nuovo tecnico Ralf Rangnick, che ha sostituito Felix Magath, l’esordio europeo sulla panchina dei Königsblauen sarà proprio a San Siro contro l’Inter.
Tra i nerazzurri mancherà ancora Lucio per squalifica, ma al fianco di Eto’o tornerà Milito, vista l’ineleggibilità europea di Pazzini. Probabile anche il ritorno al centrocampo a rombo.
Lo Schalke ha qualche problema: non stanno bene l’ex milanista Huntelaar, Gavranovic e Kluge, mentre il difensore Christoph Metzelder si è fratturato il naso proprio contro il St.Pauli e giocherà con una maschera protettiva. La difesa resta comunque il suo punto debole, un po’ come l’Inter. Non sembrano irresistibili soprattutto i due laterali difensivi, lo spagnolo Sergio Escudero a sinistra e a destra il giapponese Atsuto Uchida, compagno di squadra del nostro Nagatomo in Nazionale.
L’uomo più pericoloso dei tedeschi è uno spagnolo, l’ex gloria del Real Madrid, Raul Gonzales Blanco, che detiene con 71 centri il record di miglior marcatore in Europa davanti a Pippo Inzaghi.
Malgrado veleggi verso i 34 anni, Raul continua a far bene il suo mestiere: 16 gol in 40 partite sono niente male per un ‘vecchietto’ come lui!
I precedenti tra Inter e Schalke sono quattro ma si riferiscono all’ormai scomparsa Coppa Uefa e risalgono a 15 anni fa. Nella finale dell’edizione 1996-97 l’Inter perse in Germania per un gol del belga Marc Wilmots e a San Siro la Coppa sfumò ai calci di rigore per gli errori di Zamorano e Winter. Straordinaria tra i tedeschi quella sera la prestazione del capitano Olaf Thon. Come non bastasse capitan Zanetti e Roy Hodsgon ebbero un violento diverbio in panchina che portò alle dimissioni del tecnico inglese.
Nella stagione successiva l’Inter ritrovo lo Schalke 04 nei quarti e, dopo aver vinto di misura a San Siro grazie al gol-partita di Ronaldo, in Germania salvò la pelle ai tempi supplementari grazie al pareggio siglato da Taribo West. Quell’anno l’Inter vinse poi a Parigi la sua terza Coppa Uefa battendo 3-0 con reti di Ronaldo, Zanetti e Zamorano la Lazio nella finale al Parco dei Principi di Parigi il 6 maggio 1998. Erano altri tempi, ma soprattutto era un’altra Inter…

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