2011-12 Inter Nos 1

Pubblicato su San Siro Calcio, sabato 1 ottobre 2011

IL PUNTO – A nemmeno un mese dal suo avvio la stagione 2011-12 dell’Inter può già essere divisa in due parti: l’era Gasperini, fortunatamente già tramontata, e l’era Ranieri, iniziata col piede giusto ma, ovviamente,  ancora tutta da decifrare. Dopo 5 partite con Gasperini senza neppure un successo, roba da zona retrocessione, l’Inter con Claudio Ranieri è risorta vincendo le ultime due partite che hanno consentito di raddrizzare la barca in campionato e in Champions League. Il Napoli arriva a San Siro nel momento giusto per avere una prima idea sulla stagione che aspetta il pubblico nerazzurro.

LA SCIAGURA GASPERINI – Quello che è capitato all’Inter con Gasperini ha dell’incredibile. Nemmeno la mente più fervida avrebbe potuto immaginare in estate un disastro del genere e le responsabilità del tecnico di Grugliasco, visto quello che è poi successo dal suo allontanamento, sono evidenti.
Gasperini si era presentato all’Inter come un uomo di sani principi calcistici, dedito al 3-4-3 con cui aveva ottenuto discreti risultati al Genoa, ma più che sensibile alle esigenze della sua nuova squadra e società.
La difesa a tre e la rinuncia al trequartista a centrocampo non dovevano essere intesi come dogmi, ma come proposte comunque rivedibili di fronte ad eventuali malfunzionamenti. E’ accaduto esattamente il contrario perché il buon Gasperson, come lo chiamavano i suoi estimatori in omaggio al Ferguson del Manchester United, si è rivelato invece più testardo di un mulo nel perseverare su schemi decisamente non funzionali ad una squadra che, giocando in un altro modo, ha vinto tutto in Italia, in Europa e nel mondo.
Morale: Gasperini si è rivelato il peggior allenatore nella storia dell’Inter. In cinque partite ha raccolto l’onta di quattro sconfitte e un pareggio. E con avversari di gran lunga inferiori alla sua Inter.
Così, dopo la vergognosa figuraccia di Novara, Gasperini è stato esonerato, con un senso di sollievo da parte di tutto l’ambiente, anche perché fare peggio di lui è davvero impossibile. Pensate che da quando esiste il campionato a tre punti mai l’Inter si era ritrovata con un misero punticino in classifica dopo tre partite, Nei campionati a due punti, invece, era accaduto solo due volte. L’ultima nel 1983-84, gestione Radice, e prima ancora nel 1935-36, ma in entrambi i casi a fine stagione i nerazzurri si piazzarono al quarto posto. Esistono altri due campionati in cui l’Inter non aveva vinto una partita nei primi 270 minuti del torneo: nel 1946-47 con 2 pareggi e una sconfitta e nel 1941-42 con 3 pareggi consecutivi. In entrambe le occasioni i nerazzurri chiusero a metà classifica. Insomma all’esonero di un allenatore con questi risultati ci sarebbe arrivato subito qualunque club, persino all’estero.
Resta un mistero perché Gasperini, arrivato a 53 anni senza alcuna chiamata dal grande calcio, abbia deciso di gettare alle ortiche l’occasione professionale della vita solo per non tradire la sua filosofia, si fa per dire, di gioco.
Con lui non c’è stato calciatore dell’Inter non sia stato snaturato in un ruolo diverso da quello da sempre nelle sue corde, a parte ovviamente il portiere Julio Cesar. Tre cose i tifosi dell’Inter, dopo aver toccato con mano la difficoltà di cambiare il calcio che i nerazzurri conoscono a memoria, avevano chiesto a Gasperini, con in testa Moratti:

  1. schierare la difesa non a tre, ma a quattro, secondo tradizione
  2. impiegare Sneijder come trequartista, ruolo in cui ha trascinato l’Inter alla conquista dell’Europa e nel mondo
  3. far giocare Pazzini, che la palla bene o male la mette comunque dentro

Gasperini di questi tre suggerimenti non ne ha raccolto neppure uno e quando, su precisa richiesta della società e della squadra, ha provato a tornare all’antico con il Trabzonspor, ha archiviato l’unica sconfitta davvero sfortunata come pretesto per tornare alle sue idee, che hanno poi prodotto il disastro di Novara.
Ovvio che in campo ci vadano sempre e comunque i giocatori e che quindi, come con Benitez, aleggi il sospetto che a complicare oltremodo la vita al tecnico sia stata la squadra, soprattutto dopo aver visto la metamorfosi con Ranieri, dove quelli della vecchia guardia non sono sembrati poi tanto da pensionare come qualche giorno prima con Gasperini in panchina.
A questo proposito va però detto che è naturale che un calciatore si trovi più a suo agio se gioca come sa e, soprattutto, se a dirigerlo è un allenatore di buon senso come Ranieri, capace di ascoltare la squadra.
Capitan Zanetti però si è precipitato a precisare di non pensar male: non è vero che loro, i giocatori, con Gasperini facevano flanella e con Ranieri ora trottano. L’esonero di un allenatore, ha aggiunto Pazzini, sempre in panca con Gasperini, non è mai la sconfitta solo del tecnico ma dell’intero gruppo. E poco importa se qualcuno ha già assegnato al ‘Pazzo’ il premio Pinocchio. Qui contano i fatti, non le chiacchiere e i fatti dicono che Ranieri, solo rimettendo i giocatori nei loro ruoli, ha già cambiato tutto, a cominciare dai risultati. E due vittorie in tre giorni sono tantissimo per il poco tempo in cui ha potuto lavorare il tecnico romano.

RANIERI AVANTI TUTTA – Due vittorie in due partite, tre gol a Bologna e tre a Mosca, con tre punti d’oro in campionato e in Champions League, La gente nerazzurra, dispersa da Gasperini, è tornata a credere nell’Inter che ora incrocia il Napoli a San Siro. Per il tecnico romano, fino a ieri rivale in tante battaglie, sarà l’esordio in uno stadio che bene o male ne ha sempre riconosciuto il valore, soprattutto quando rischiò di portar via nell’anno del Triplete lo scudetto a Mourinho, prima che proprio Pazzini rimettesse le cose a posto in un Roma-Sampdoria che ha fatto anche la storia dell’Inter.
Inter e Napoli vengono dai successi europei in Champions League, con i partenopei che a San Siro si presentano senza il bomber Cavani, che ha appena steso il Milan.
Il Napoli è una rivale tosta, accreditata con Inter, Milan e Juventus per vincere il campionato. Quindi Inter-Napoli è da considerare già uno sconto diretto nel quale andrà sfruttato al meglio il fattore-campo, ossia San Siro con il suo pubblico che, proprio grazie alla cura Ranieri, pare aver ritrovato un certo interesse, se non ancora l’entusiasmo. Claudio Ranieri finora doveva solo aggiustare quello che sembrava irrimediabilmente rotto e ci è riuscito facendo ritrovare anima e carattere al gruppo. Non a caso Cambiasso a Mosca è stato il migliore e Lucio decisivo come a Bologna, malgrado le solite distrazioni. Se però si è giunti ad analizzare le prestazioni dei singoli, significa che l’Inter, intesa come squadra, è tornata. E non è certo un caso che a Bologna e a Mosca sia andato a segno Giampaolo Pazzini, l’attaccante che Gasperini relegava regolarmente in panchina. Ora però si tratta di raccogliere il primo risultato di prestigio ed il Napoli è l’avversario ideale per provarci. Forza Ranieri ma, soprattutto, forza Inter.

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