Inter Nos 6

Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 28 novembre 2010

TIMER BENITEZ – Il timer della bomba ad orologeria di un esonero anticipato resta innescato su Benitez ma, come in un film d’azione, il count-down al momento si è interrotto al gol-partita di Cambiasso col Twente. Il successo sugli olandesi ha qualificato l’Inter alla seconda fase di Champions League, la sede naturale per difendere il titolo europeo. La vera Champions comincia intatti con l’eliminazione diretta, perché da sempre è lì che si fa sul serio. Se poi il Tottenham per caso non vincesse l’ultima partita di qualificazione proprio a Enschede, per l’Inter si aprirebbe anche la possibilità, espugnando Brema, di vincere il girone. In Germania si giocherà però il 7 dicembre, la sera di Sant’Ambrogio, alla vigilia della partenza per Abu Dhabi e forse non bisogna aspettarsi granché, perché tutti avranno già la testa al Mondiale. Al di là di tutto, la panchina di Benitez ora è salva più che salda ed è quasi una nemesi che ad accompagnarlo al Mondiale per Club sia stato proprio Esteban Cambiasso, l’uomo che secondo alcuni rumours subito dopo la sconfitta di Verona ne avrebbe addirittura chiesto la testa al presidente Moratti. A nome della squadra, ovviamente. In realtà Moratti sa da tempo che tra i giocatori e Benitez la scintilla non è mai scoccata e non ha certo bisogno che sia Cambiasso a dirglielo. Così nel punto più basso della stagione, tra le sconfitte nel derby e a Verona, un po’ di sondaggi il Presidente li ha fatti, per capire se cambiare in corsa. Con l’ex milanista Leonardo ha effettivamente parlato senza però convincersi di ingaggiarlo come traghettatore. Quest’ultimo poi è presumibile che abbia cercato di sfruttare la situazione chiedendo un contratto da dirigente per i prossimi anni.
Una cosa però è certa: se Moratti fosse ancora quello di dieci anni fa, cioè più tifoso che presidente, ora l’Inter avrebbe un altro allenatore, un altro staff medico e magari pure un altro direttore sportivo. In realtà col passare degli anni in Moratti la ragione ha preso il sopravvento sul cuore e il dirigente ha sconfitto il tifoso. Ha capito che i trionfi a raffica sono stati ottenuti anche e soprattutto con la stabilità societaria e si è fatto più saggio e riflessivo. Per il futuro il Presidente guarda certamente a Guardiola, che resta comunque la nuova frontiera, al di là di quel che combinerà Benitez. Per il presente però si tiene Benitez, cercando di mettere pace tra cuore e ragione. Col Mondiale per Club alle porte, un cambio di panchina potrebbe anche determinare una scossa immediata, ma il rischio è quello di rimanere attaccati alla corrente! A meno di cataclismi con Parma e Lazio, l’idea è di proseguire con Benitez, sperando anche di recuperare i tanti assenti. E non è escluso che un eventuale successo nel Mondiale per Club possa poi rivelarsi il cemento giusto fino a fine stagione. Dopo il successo col Twente, Benitez ha finalmente mostrato i muscoli, tacciando di ignoranza chi ha accusato la sua preparazione di essere l’unica responsabile dei tanti guai muscolari. Era ora che quest’omone, all’apparenza fin troppo tranquillo, alzasse la voce e desse un segnale forte. Un segnale che ci si augura raccolga anche la squadra.

AUTOGESTIONE INTER? – Col Twente Cambiasso è sembrato un allenatore in campo e ispirare persino una certa autogestione. In realtà la differenza l’ha fatta la vecchia guardia che, prima ancora che per Benitez, ha giocato per i colori nerazzurri: Stankovic, Zanetti, Materazzi hanno dato tutto e anche Eto’o è tornato a sacrificarsi tatticamente dove c’era più bisogno. E’ finita bene, con una festa in mezzo al campo dedicata ai tifosi: non c’era Benitez, ma in certe situazioni non c’è mai stato nemmeno Mourinho che, dopo le vittorie, lasciava sempre il proscenio alla squadra, riservandoselo nelle sconfitte. I problemi tra squadra e tecnico restano e anche la reazione di Eto’o a Verona, che gli ha portato tre giornate di squalifica, è un forte campanello d’allarme da parte di uno che non è certo avvezzo a perdere la testa. Ma per ora si va avanti tutti insieme e tutti responsabili nel male e nel bene dei risultati, com’è da sempre in uno sport di squadra qual è il calcio.

I DUBBI DI MORATTI – Quando si rimuove un allenatore in corsa, la storia insegna che i calciatori, che spesso sono i veri colpevoli del momento no, sono poi i primi a trincerarsi proprio dietro l’alibi del cambio dei metodi di lavoro per poi far peggio quello che già fanno male. Certo a Moratti non è sfuggito che Rafa in alcuni momenti non sia sembrato più padrone della situazione. La società si è già presa le sue colpe per non essere intervenuta in estate sul mercato e infatti lo farà a gennaio. Non sono però piaciuti i richiami intensificati da Benitez al mancato mercato, per giustificare, al di là degli infortuni, certe brutte prestazioni. Quest’anno gli è stato spiegato chiaramente che, dopo aver speso centinaia di milioni di euro, Moratti per una volta ha risparmiato. Il presidente lo ha fatto nell’anno in cui ha vinto tutto e non l’avesse fatto quest’anno, quando mai l’avrebbe fatto? Se altri risparmiano sono virtuosi, appena lo fa Moratti è sbagliato. Il presidente c’è rimasto male perché non si aspettava che anche il suo allenatore lo tirasse in ballo come alibi: la squadra in mano a Benitez alla vigilia doveva comunque fare meglio anche prima dell’ecatombe di infortuni. Quando poi si vede che sono soprattutto i non interisti ad augurarsi che Benitez resti a lungo sulla panchina nerazzurra, i dubbi aumentano. Ma Moratti sta resistendo a certi impulsi.
In club che non devono vincere ad ogni costo il curriculum di Benitez è certamente sontuoso, ma qui finora è sembrato l’uomo sbagliato nel momento sbagliato. C’è da considerare che il count-down verso il Mondiale per Club provoca spesso scompensi nel campionato di chi lo gioca: l’ultima squadra italiana interessata, il Milan, nell’inverno 2007 di questi tempi stava all’11° posto in classifica e addirittura a 14 lunghezze dall’Inter, capolista con 28 punti. Oggi l’Inter è messa un po’ meglio e per i valori che il campionato sta esprimendo, da gennaio in avanti la situazione potrebbe essere ancora rimediabile, a patto che la squadra torni al completo. Viene pure da pensare che le due partite di campionato da giocare prima del Mondiale per Club, stasera con il Parma e venerdì prossimo a Roma con la Lazio, non siano una priorità. Ciò non significa che non si debba comunque provare a vincerle.

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