Copa Sudamericana 2010 ultimo atto

di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com/

Saranno Goias e Independiente a contendersi la Copa Sudamericana 2010 nella doppia finale in programma a dicembre. Al termine di due Semifinali al cardiopalma e dall’andamento analogo, i brasiliani si sono qualificati dopo aver rimediato sul campo del più quotato Palmeiras alla sconfitta interna dell’andata, mentre l’Independiente ha messo a segno l’ennesima rimonta stagionale ribaltando il risultato sfavorevole maturato sul terreno della Liga Universitaria di Quito, la cosiddetta LDU.
L’atto finale di questa competizione, la seconda più prestigiosa del Sud America, sarà dunque a suo modo storico. Il Goias, condannato aritmeticamente alla retrocessione già a due giornate dal termine del Campionato Brasiliano, approda infatti alla sua prima Finale internazionale. Con l’eccezione di 22 titoli dello Stato di cui porta il nome, l’ultimo dei quali nel 2009, non ha mai vinto niente di importante nemmeno in Patria essendo arrivato al massimo ad aggiudicarsi un campionato di Serie B più di dieci anni fa. Insomma, il Verdão Esmeraldino è pronto a stupire il mondo e comunque vada a finire ha già ridestato un altro Verdão, il Palmeiras, dal sogno della conquista di un nuovo alloro continentale con Felipe Scolari in panchina. E’ infatti agli ordini dell’ex c.t. della Nazionale verdeoro campione del mondo nel 2002, nonché del Portogallo a cui sfuggì il titolo europeo in casa di fronte alla sorprendente Grecia di Rehhagel, che la squadra più amata dagli emigrati italiani in Brasile aveva conquistato tutti i propri trofei internazionali: la Libertadores del 1999 e la Mercosur (che nel 2002 sarebbe stata assorbita proprio dalla Sudamericana) dell’anno precedente. Adesso il testimone passa idealmente da Felipão al tecnico Arthur Neto, 55 anni e una vita trascorsa al comando di formazioni di secondo piano ma che, come questo caso dimostra, possono sempre trasformarsi in Cenerentole e vivere una favola.
Come in ogni favola, però, c’è un cattivo. E questo è addirittura un Diavolo, nonché una delle regine del calcio planetario. L’Independiente, infatti, laureandosi campione raggiungerebbe il Boca Juniors al secondo posto della graduatoria dei Club con più allori internazionali al mondo: diventerebbero 16, due meno del Milan ma uno più del Real Madrid, con la prospettiva di portarli a 17 se poi arrivasse anche la Recopa, equivalente della Supercoppa europea. Insomma, tutt’altra storia rispetto a quella del piccolo Goias, ma è anche vero che se i brasiliani non hanno mai conosciuto la gloria internazionale gli argentini mancano dal gradino più alto di un podio continentale da moltissimo tempo: l’ultima loro affermazione è infatti datata 1995, quando interruppero il digiuno iniziato nel 1984, anno in cui avevano sollevato l’ultima delle loro sette Coppe Libertadores.
Oltre a portare gloria in sé, la vittoria della Coppa rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per entrambi i Club, che quest’anno in Patria stanno raccogliendo pochissimo. Il Goias, come detto, è fresco di retrocessione e dovrà attendere l’inizio dell’anno per provare a riscattarsi attraverso il Campionato Statale e la Copa do Brasil. Da parte sua, a quattro turni dal termine dell’Apertura l’Independiente presa in carico solo di recente dal ‘Turco’ Mohamed è terz’ultima con appena 3 punti di vantaggio sul Quilmes fanalino di coda e 20 meno dell’Estudiantes capoclassifica. Quel che conta in Argentina per la qualificazione alle competizioni internazionali e la salvezza è però la media punti del Descenso, e stando a essa il Rojo non corre rischi immediati di retrocessione ma non potrà conquistare un posto in Libertadores; questo, infatti, dipende ormai esclusivamente dalla conquista della Sudamericana.
C’è da dire che l’imminente Finale sarebbe stata storica anche se l’avesse raggiunta la LDU di Quito, nuovamente guidata dall’argentino Bauza. Sono infatti loro i campioni di Sudamericana uscenti e ancora si parla della fantastica in quanto inaspettata conquista della Libertadores del 2008; sono affermazioni, queste, ottenute entrambe ai danni del Fluminense e impreziosite dal conseguimento della Recopa sia nel 2009 che nel 2010 superando compagini forse ancora più prestigiose dei carioca, rispettivamente Internacional di Porto Alegre ed Estudiantes. Avesse passato il turno, quindi, la Liga avrebbe potuto mirare al quinto titolo continentale in due anni e mezzo. Saranno anche agevolati dell’altitudine, dato che giocano gli incontri interni a quasi 3.000 metri, ma è indubbio che gli ecuadoregni siano tra i protagonisti assoluti del panorama calcistico mondiale del momento.

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