Serve un Ibra marziano ma se battiamo i gufi…

Pubblicato su Il Giornale, Curva e Controcurva, lunedì 9 marzo 2009

E adesso dove sono quelli che erano pronti a festeggiare la Juventus a meno 4? Già, sono tutti in volo verso Manchester, saranno tutti lì mercoledì, appollaiati in attesa di vedere se finalmente possono sì fare la festa e in particolare a Josè Mourinho. Per carità è vero: a Marassi l’Inter aveva appena preso tre pere dalla Sampdoria in Coppa Italia ma ne ha rifilate due al Genoa in campionato. Non era la stessa Inter però, perché le squadre le fanno gli uomini prima di schemi e allenatori. E a proposito di uomini l’Inter a Manchester è praticamente senza difesa. Fuori Samuel, Chivu, Materazzi e Burdisso in un colpo solo. Elmetto e trincea per la battaglia  d’Inghilterra toccheranno al fuoriclasse Cambiasso e al poco apprezzato Cordoba e vinca il migliore, anzi speriamo di no, come diceva il paron Rocco. Poche storie: ero all’Old Trafford esattamente dieci anni fa e ricordo bene l’atmosfera. L’Inter aveva già perso nel sottopassaggio, intimorita dall’ambiente infernale e da un allenatore che decise che marcare Beckham non era la cosa più importante del mondo. L’allenatore adesso è un altro ma l’ambiente è lo stesso che l’Inter troverà stavolta e non mi faccio illusioni. Cioè l’Inter passa il turno solo se Ibra fa il marziano e tutti gli altri sono in serata di grazia. Altrimenti, secondo logica, i campioni d’Europa e del mondo avranno la meglio su quelli d’Italia. E a proposito d’Italia, se l’Inter dovesse vincere anche questo scudetto, i tifosi dovrebbero volare alti: si raggiungerebbe il Milan a 17 titoli, con l’idea di puntare alla seconda stella, magari prima dei cugini. Mettere il nome per quattro volte di fila nell’Albo d’oro di serie A ci riporterebbe all’epoca del grande Torino. Ma oggi questo sembra meno importante, perché tra due giorni a Manchester si prova scrivere un’altra storia. E l’unica verità è che se facciamo il miracolo, i gufi dovranno volare ancora basso…

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