Quanto temevo questa partita…

Pubblicato su Il Giornale, Curva e Controcurva, lunedì 12 gennaio 2009

Temo sempre due partite nel calendario: quella prima e quella dopo la sosta invernale. La vittoria sofferta a Siena mi aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, strozzato dal pareggio col Cagliari. Per carità, dopo otto vittorie consecutive un mezzo passo falso ci può stare, ma se l’Inter non ha in campo tutti i titolari soffre di problemi di gioco ben più allarmanti del margine sugli inseguitori. L’Inter è grande solo in formazione-tipo, altrimenti si fa piccola: senza Maicon e Stankovic, ahimè, pare un’altra squadra. E Mourinho che butta dentro tutte le punte è come quel giocatore di poker che chiede quattro carte: può essere divertente ma non è logico. Il dubbio vero è che la rosa dell’Inter nelle seconde scelte non abbia poi grande qualità. In attacco, segnando solo Ibrahimovic, è fondamentale recuperare subito almeno uno tra Adriano, Balotelli e Crespo, altrimenti si corra al mercato. L’Ambrogio a metà gara era già nervoso come un cavallo vedendo che nel gelo di San Siro scivolavano sempre e solo i suoi beniamini e se l’è presa coi magazzinieri per la scelta dei tacchetti. Il vecchio tifoso ne sa sempre una più del diavolo! Ora però, prima delle scarpe, ritroviamo il solito passo, perché il mio amico Marcello Chirico, che leggete qui sotto, sogna già il sorpasso, ma lui non fa testo, perché l’Inter è da sempre la sua ossessione.

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