16C: Atalanta-Inter 1-1

regaloDoveva essere la giornata del definitivo rilancio del Milan nell’inedito ruolo di anti-Inter in luogo della Juventus, caduta ancora e malamente nell’anticipo di Bari. E invece i rossoneri le hanno buscate in casa dal Palermo e l’Inter è tornata ad allungare in classifica sui rivali e se a Bergamo ha fatto un passo e non uno scatto lo si deve al portiere atalantino Coppola che, all’ultimo istante, ha miracolosamente deviato la botta sicura di Thiago Motta. L’1-1 di Bergamo in fondo ci può stare, perché all’Inter, dopo il decimo centro di Milito in campionato, è mancato il colpo del KO e per merito dell’Atalanta, protagonista di una gara orgogliosa, coronata dal pareggio di Tiribocchi nel finale. Da rilevare che l’Inter si è trovata in inferiorità numerica dopo nemmeno venti minuti di ripresa, per l’espulsione di Sneijder da parte dell’arbitro Rizzoli. L’olandese ha confermato di giocare un ruolo fondamentale nello scacchiere interista: con lui in campo si regge pure il trio d’attacco Balotelli-Eto’o-Milito, riproposto a Bergamo dopo mercoledì col Rubin. Con Sneijder non si è ancora persa una partita: è suo l’assist a Milito per il gol del vantaggio e la punizione finita sulla traversa alla mezz’ora, ma ad essere pignoli avrebbe dovuto ricordarsi del precedente cartellino giallo in occasione del fallo su Guarente, commesso tra l’altro addirittura nella metà campo avversaria. Ma va bene così, con un punto guadagnato sulle rivali e un calendario immediato che permette di prevedere ulteriori allunghi in classifica, lasciando a chi insegue le comprensibili e, forse illusorie, speranze di aggancio. Nel calcio tutto è possibile, ma se l’Inter non fa follie non vedo pericoli seri, calendario alla mano. Capitolo Mourinho: squalificato come il collega Conte, il nostro è riuscito ad animare il dopo-partita, anche lontano dalla sala-stampa insultando pesantemente un collega del Corriere dello Sport, Andrea Ramazzotti. Mediamente ho una bassissima considerazione della mia categoria e, occupandomi a volte anche di news, ritengo i colleghi di questo settore assai più sereni e obiettivi nei loro giudizi. Ma conosco abbastanza Andrea Ramazzotti per garantirne la professionalità: nei giorni precedenti all’impegno di Champions non ha scritto nulla di particolarmente offensivo nei confronti dell’allenatore dell’Inter, se non che un’eventuale eliminazione anticipata dalla Champions avrebbe in qualche modo certificato il suo divorzio dall’Inter. Lo penso anch’io. Anzi, chi mi segue con attenzione sa che pèr me l’addio ci sarà anche in caso di successo in campionato e in Champions e l’ho detto e scritto tre mesi fa. Due personalità forti, come quelle di Moratti e Mourinho, mia personalissima opinione, non possono convivere molto a lungo. Ramazzotti a Bergamo ha solo chiesto e ottenuto il permesso di ascoltare alcune interviste rilasciate a Inter Channel. Mourinho è sceso dal pullman e lo ha preso a male parole strattonandolo con l’invito a tornare in sala-stampa. Non sono abituato a fare tanti giri di parole: Mourinho è l’allenatore della squadra per cui tifo. e quindi tifo per lui, ma ha sbagliato. E spero lo capisca, scusandosi col collega. Mourinho da tempo più che di giudizi è oggetto di pregiudizi, ma non in questo caso. E sulla sua stanchezza per questo paesaccio ignorante non ho appunti da fare: anzi, lo capisco e potessi, me la filerei anch’io al più presto. Questa nostra Italiaccia di oggi, in cui un demente ferisce con una statuetta del Duomo il Premier, ma la cosa più grave è che diventi un eroe per la teppaglia anonima che vegeta in quell’immondezzaio schifoso che è diventato Facebook, social network che usavo anni fa con i miei amici americani, quando qui non si sapeva nemmeno cosa fosse, ora lontassimo dallo spirito dei suoi fondatori. Fosse per me lì ci si dovrebbe andare solo con nome, cognome e codice fiscale. E poi vediamo chi ha coglioni di insultare chicchessia! Su Facebook un’amica mi gestisce un fan club, ma mi sto seriamente chiedendo se rimanerci, seppur indirettamente. Chi vuole scrivermi, lo faccia qui, col nome e cognome. Alle persone civili non ho mai negato una risposta.

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