Ronaldo, un film già visto

ronaldomilan08Sono stato un estimatore di Ronaldo fino ad agosto 2002, quando lasciò l’Inter in uno dei momenti più bui della sua storia per andare a Madrid, pensando solo alla sua carriera. Avendolo conosciuto un po’, ho capito che Ronaldo ha sempre anteposto i suoi interessi a tutto il resto e il suo passaggio al Milan, non mi ha sorpreso, a differenza degli interisti che l’hanno vissuto come un tradimento. Chi fa il mio mestiere ha ormai accettato da un pezzo l’ammainamento calcistico delle bandiere, sostituite nella stragrande maggioranza da professionisti che antepongono la propria carriera alle squadre in cui militano. A Ronaldo non è mai fregato nulla del Barcellona, dell’Inter, del Real Madrid e del Milan: sono solo stati gli autobus più convenienti lungo il percorso della sua carriera. ronaldoinfortunatoSotto questo punto di vista, non ho mai nascosto la stima per Bobo Vieri, uno che ai bei tempi avrebbe cambiato maglia per mille euro in più. La differenza tra Vieri e tutti gli altir è che Bobo parlava chiaro, senza prendere per il culo quei gonzi che credono ancora alla favola dell’amore per la maglia.Ero in tribuna-stampa all’Olimpico la sera del 12 aprile 2000, quando Ronaldo si ruppe il tendine rotuleo destro con la Lazio in Coppa Italia. Ho ancora tutto in mente: l’ingresso in campo tra gli applausi, il primo duro contrasto con Fernando Couto, fino alla discesa interrotta dal crack, con compagni e avversari con le mani nei capelli. Nella sezione GLR Photo di questo sito, in Hall of Fame, nella pagina dedicata a Ronaldo, c’è pubblicata la foto scattata nell’anti-stadio dell’Olimpico dal tifoso Alessandro Brignoli di Villongo. La ripropongo insieme al drammatico fotogramma dell’infortunio in Milan-Livorno. E’ un film già visto: allora il tendine destro, ora il sinistro, forse anche perché in questi anni Ronaldo ha spostato il suo peso continuamente da quella parte per preservare l’altra. Ancora una volta lo opererà un luminare francese, il professor Rolland, ma dallo straordinario intevento di Saillant sono passati otto anni, anche per le gambe di Ronaldo. Qualche tempo fa il dottor Combi, medico sociale dell’Inter, aveva sollevato ulteriori dubbi tendinei sui continui malanni muscolari di Ronaldo: forse Combi aveva visto tutto prima di chi all’epoca per conveinienza negava. Ronaldo tornerà ancora? Ne dubito, ma i miracoli nello sport succedono. Perché un miracolo accada però, non basta crederci ma bisogna soffrire e sputarci sangue: Ronaldo ha ancora voglia di soffrire per inseguire un miracolo? Nell’atletica Oscar Pistorius corre con due protesi al posto delle gambe ma, senza arrivare a questo, in Ronaldo lo spirito di scarifico, la voglia di stringere i denti, quello che in Rocky III era the eye of the tiger insomma, io non lo vedo più da troppo tempo.

1 Commento su Ronaldo, un film già visto

  1. Daniele Bruno, Pero (MI) // 23 gennaio 2010 a 02:19 //

    Caro Gian Luca, da poco è finita Milan-Livorno e da questo momento tutti parleranno di Ronaldo, del suo grave infortunio, delle chances di recupero, del suo possibile addio al calcio. Da tifoso interista mi pare di vivere un triste déjà-vu, e mi rattrista. Mi sono tornati in mente un sacco di ricordi. Mi sembra ieri. Le serate passate a vedere il Barcellona in Tv con quel ragazzino capace di segnare gol incredibili, quand’ancora non indossava la maglia della mia squadra del cuore. Poi le prime voci e per me, come per tutto il popolo interista, pareva impossibile che lui potesse scegliere proprio l’Inter dopo tanti anni bui. Quando arivò all’Inter provai un’emozione che forse non proverò mai per nessun altro acquisto. I napoletani con Maradona provarono la stessa cosa, e non credo di esagerare perchè quel Ronaldo apparteneva alla categoria degli extraterrestri. Nel giorno della sua presentazione ai tifosi,nel ’97, io e mio fratello, 14 e 23 anni all’epoca, siamo scappati da un matrimonio per correte direttamente a S.Siro a vedere l’amichevole col Manchester. Da quel giorno Ronaldo mi ha regalato così tante emozioni che ormai occupa un posto speciale nei miei ricordi. Indelebile, a prescindere dalla maglia che indossa. Forza Ronie!

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