Pochi acquisti e di prestigio

Stando ai media parrebbe che la lista della spesa di casa Inter debba essere chilometrica! In realtà, i meno creduloni di voi hanno capito da anni che il nostro mestiere è quello offrirvi qualcosa di appetibile ogni giorno. Così, qualunque rumor diventa botto di mercato, mentre in realtà il momento vero delle trattative non è nemmeno cominciato. Com’è tradizione, dopo la fine della Serie A e l’inizio dell’Europeo, tonnellante di nomi altisonanti vengono scaricati su tifoserie sognati. In realtà, il mercato dell’Inter non sarà di quantità, ma di qualità: due grandi calciatori da pescare in un gruppone che comprende Eto’ò, Aquilani, Aguero, Diarra, Lampard, Deco e Drogba, gente di caratura mondiale, perché a Moratti è tornata la voglia di spendere, come sempre gli capita quando abbraccia con entusiamo un nuovo progetto. E questo non può che far felici i tifosi che giustamente bestemmiano sul prezzo della benzina, conseguenza più o meno diretta dei famigerato barile di petrolio, per poi altrettanto giustamente godersi i propri campioni. Due nomi, come ha spiegato senza mezzi termini José Mourinho, al limite un terzo elemento, se possibile in scadenza di contratto. In questi giorni Marco Branca pare una sonda tra Spagna e Inghilterra. Non conta quanto si compra, ma cosa si compra e Moratti ha voglia di spendere. Anni fa era svogliato e duramente contestato per mancanza di risultati, oggi il presidente non lo tiene nessuno: questa è forse la conclusione migliore di una vicenda che poteva e doveva essere gestita meglio, altro che sindrome d’accerchiamento dei media. Vorrei chiudere con un piccolo appello agli interisti, tenendo ben presebnte che la mia opinione vale esattamente come tutte quelle eventualmente contrarie: i tifosi ora devono credere in Mourinho, perchè non avrebbe senso che, come al solito, ci si dividesse, su inutili questioni di principio. Nel calcio moderno, i principi sono sepolti da un pezzo e chi li sbandiera racconta balle! Teneteli per la vita reale, i principi! Ancor meno della scelta, mi sono piaciuti i tempi e i modi di Moratti, ma il buon senso dice che calciatori e allenatori passano, mentre l’Inter resta. Nessun allenatore nerazzurro aveva finora vissuto intensamente l’Inter come il Mancio e vederlo fare jogging a Montecarlo con una maglia interista addosso mi è piacuto molto. Noi giornalisti si pensa male per mestiere e i detrattori diranno che si sia trattato di una furba operazione d’immagine, ma in fondo non è poi così importante. Ieri c’era Mancini, oggi c’è Mourinho. Domani sapremo dai risultati la bontà di questa scelta, che però ora va sostenuta. E per gli inconsolabili, un consiglio: meglio aver fatto casino ora che a dicembre, a metà della prossima stagione, un film che conosco a memoria.

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