Euro 2008, gioie e dolori

L’Italia di Roberto Donadoni alla fine si è qualificata ad Euro 2008 superando la Scozia a Glasgow nella gara più attesa (2-1), mentre nella griglia delle sedici migliori squadre d’Europa manca l’Inghilterra. L’eliminazione dei ‘maestri del football’, a spese di Croazia e Russia, resta incredibile e apre una crisi profonda nel calcio d’oltremanica. In Premier League giocano oggi il doppio degli stranieri del campionato italiano, eppure la nazionale di McClaren aveva le qualità non solo per qualificarsi ad Euro 2008, ma anche per arrivare in fondo. Invece l’Inghilterra guarderà la massima rassegna continentale in poltrona, come Scozia, Galles e Irlanda del Nord, al punto che si sta pensando di ripristinare l’Home International Championship, il torneo calcistico interbritannico abolito nel 1984, giusto per dare qualcosa da fare alle quattro rappresentative di Gran Bretagna. Al vetriolo i commenti della stampa inglese, altro che la nostra, per l’horror show con la Croazia che, già qualificata, ha espugnato il tempio di Wembley (3-2): dal Sun, che definisce i giocatori della nazionale «inutili, patetici, insipidi, senza attributi, disperati, spazzatura, insomma la barzelletta d’Europa» al Daily Mail che scrive di McClaren chiamandolo «lo scemo con l’ombrello!» perché in panchina si proteggeva dalla pioggia battente. E ancora: «Che leader può essere uno che si nasconde sotto un ombrello?» si chiede il Mirror. Non ho mai creduto davvero alla forza del calcio d’oltremanica: gli inglesi non sono mai stati i maestri del calcio se non nell’anteguerra e, forse, per un breve periodo a metà degli anni ’60. Un gioco grezzo di palla con i piedi in realtà fu esportato in Britannia dai legionari romani di Giulio Cesare ancora prima della nascita di Cristo, con il nome di arpastum. In epoca moderna gli inglesi lo hanno codificato e regolamentato. Nella sua storia l’Inghilterra ha vinto solo il Mondiale casalingo del 1966 e per di più con un gol fantasma nella finale con i tedeschi, che a quarant’anni di distanza sono ancora incazzati con l’arbitro svizzero Dienst. Fino a metà degli anni ’90 non avevo simpatia per gli inglesi e quasi mi compiacevo delle loro puntuali eliminazioni da Mondiali e Europei, poi a furia di andare da quelle parti e di farmi amici, ho finito per apprezzare il made in England e la Gran Bretagna è oggi il Paese europeo in cui vado più volentieri. Quindi, mi spiace non vedere Gerrard & C. a Euro 2008. Ora, liquidato McClaren, i miei amici inglesi riflettono sul loro fiero isolazionismo, che li ha tenuti lontano dall’euro e che li vorrebbe in un prossimo futuro lontani pure dall’Unione Europea. C’è chi vorrebbe ancora un CT nato in Gran Bretagna e chi capisce la necessità di riaffidarsi ad un grande allenatore straniero. In fondo lo stesso Sven Goran Eriksson, all’epoca circondato da diffidenza per essere stato il primo CT non britannico, è stato rivalutato dallo ‘scemo con ombrello’ McClaren. Le squadre inglesi vincono a livello di club, dove contano su ottimi calciatori stranieri, ma sanno che l’intero movimento di casa va rifondato. I complimenti agli avversari sono comunque d’obbligo: la Croazia ha dato un fulgido esempio a tutto il calcio di cosa significhi l’etica sportiva. Infine una riflessione sulla composizione delle fasce per Euro 2008, dove il criterio ignora i risultati nella fase finale dell’ultimo mondiale: così le migliori squadre del Mondiale di Germania 2006, Italia e Francia, si sono ritrovate rispettivamente in seconda e quarta fascia. Michel Platini è conscio della stupidità del criterio: l’ha ereditato, difeso per ruolo ma lo cambierà. Su sedici finaliste, due sono qualificate d’ufficio per l’organizzazione dell’evento, Austria e Svizzera. E sarà così anche per la prossima edizione dove saranno qualificate di diritto Polonia e Ucraina, che ospiteranno congiuntamente l’edizione 2012. Se in futuro organizzeranno insieme Lituania, Lettonia ed Estonia ne avremo addirittura tre! Ma capisco che qui si possa fare ben poco, visto che il pubblico di casa resta il motore dell’intero evento. Chiuso da dove sono partito, e cioè da Donadoni, che ha qualificato l’Italia all’Europeo a pochi mesi dalla vittoria in un Mondiale, a differenza di Bearzot che, dopo il trionfo mondiale di Spagna 1982, bucò clamorosamente la qualificazione a Euro 1984. Come ripeto sempre, ogni allenatore, a meno di rovesci clamorosi come quello di McClaren, deve avere il tempo di lavorare. Donadoni non fa eccezione.

2 Commenti su Euro 2008, gioie e dolori

  1. Andrea Vizzardi, Grumello del Monte (BG) // 23 gennaio 2010 a 01:51 //

    Da italiano sono veramente felice che gli azzurri si siano qualificati a euro 2008! Ma da milanista e da bergamasco sono ancora più felice che sia finalmente avvenuto il riscatto di Donadoni, che nei mesi scorsi è stato ingiustamente massacrato dalla stampa, che lo ha giudicato senza lasciargli il tempo di esprimere le sue potenzialità di commissario tecnico.Ciao, Andrea.

  2. Guido Villa, Zagabria - Croazia // 23 gennaio 2010 a 01:52 //

    Caro Luca, ti scrivo da Zagabria, in un Paese su di giri per la bellissima vittoria di Wembley. A dire il vero è tutto il mondo del pallone che dovrebbe gioire, non accade spesso che una squadra già qualificata decida di essere onesta, giocarsi la partita, e vincerla, sebbene un pareggio avrebbe comunque assicurato il primo posto del girone e agli avversari la qualificazione. Devo aggiungere che sono contento che l’Italia sia in seconda fascia nel sorteggio, così, almeno nella prima fase, non giocheremo contro la Croazia, e ciò risparmierà a me problemi familiari e all’Italia un avversario pericolosissimo: ho visto quasi tutte le partite e devo dire che il primo posto nel girone è meritato. Anche il calcio croato di club, almeno quello al vertice, sta migliorando: la Dinamo Zagabria e stata eliminata dal Werder Brema solo nell’ultimo turno preliminare di Champions League, ma ha eliminato dalla Coppa Uefa l’Ajax, vincendo 3-2 ad Amsterdam. Un consiglio per la dirigenza dell’Inter: occhio a Luka Modric, fantasista offensivo, in un ruolo alla Pirlo giovane, tanto per capirci. Cordialissimi saluti,Guido.

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