Chiuso per lutto

Chiuso per lutto. Al punto che non pubblicherò più nulla  finché non si riprenderà a giocare. E’ morto, assassinato a Catania per una partita di calcio, l’ispettore di Polizia Filippo Raciti. Al momento provo schifo e mi guardo il Superbowl e l’NBA dove lo sport è davvero tale. Quando dico che tra noi e gli Stati Uniti c’è un Oceano di differenza c’è chi mi guarda come fossi matto! Ai politici: si può sempre dar la colpa ai media ed infatti ogni volta che vedo Rambo in Tv esco con un fucile e sparo sulla folla. La preoccupazione di alcuni tra i tanti che mi hanno scritto è una sola: quando riprenderà il campionato? Per costoro il commissario non doveva bloccare tutto, chissenefrega dei morti! Complimenti invece a Luca Pancalli: nella circostanza, pur essendo su una sedia a rotelle ha dimostrato chi sono i veri paralizzati di questa Nazione ignorante. Che tristezza! Ma in fondo questo sito inizialmente doveva essere una raccolta dei miei viaggi ed il calcio il pretesto per parlare anche di altre cose. Però ora non ho niente da dire, anche se continuerò a rispondere privatamente a tutti quelli che mi scrivono, in attesa di aver tutti le idee un po più chiare.

3 Commenti su Chiuso per lutto

  1. Cosimo Indice, Mirto Crosia (CS) // 22 gennaio 2010 a 03:07 //

    Caro GLR, questa sera ti scrivo non solo come tifoso interista, ma anche come appartenente ad un corpo di Polizia, in servizio negli stadi del Sud per 14 anni ad impedire che le opposte tifoserie venissero a contatto. Credo di interpretare il pensiero di molti miei colleghi se dico fermamente ch’è arrivato il momento di gridare BASTA! Non è possibile che una Nazione si fermi per un manipolo di delinquenti, guai a piegare la testa! L’omicidio di Catania è l’ultimo di una serie di inadeguatezze della classe politica e di chi dovrebbe fare informazione. Tutti a riportare le scritte oltraggiose sui muri di Livorno e Piacenza al collega Filippo. Bisogna censurare! Questa gente non dev’essere nominata, non deve esistere, anche se sappiamo bene che esiste. Lo sai a quanto ammonta l’indennità per i servizi di ordine pubblico svolti nel posto dove uno presta abitualmente servizio? Una miseria!Povero Filippo, povera la famiglia, la moglie, i figli! Filippo morto per lo Stato, ma quale Stato? All’indomani della strage di Capaci gli Stadio incisero una canzone dal titolo “Per la bandiera” e una strofa dice “Perché ho una moglie e un figlio e devo pensare al futuro, almeno finché ne avrò…ma ora il futuro è una chimera, e tutto questo per niente, solo per una bandiera”. Pensi mai che qualcosa possa cambiare? Con immensa stima, Mino.

  2. Le uniche mail che pubblico e pubblicherò sull’argomento sono quella sopra, perché chi scrive è un poliziotto, uno che è molto più ferito di tutti noi, mentre in quella sotto a scrivere è una persona perbene, sa cui mi sento perfettamente rappresentato. Tutto il resto l’ho già sentito mille volte e chissà quante altre lo sentirò. Tutto il resto lo dico io mille volte e chissà quante altre lo dirò. Al poliziotto dico solo che ho il massimo rispetto delle Forze dell’Ordine al punto che, se non avessi fatto il giornalista, anche a me sarebbe piaciuto fare qualcosa di veramente utile per lo Stato. Un’ Italia che se frughi in questo sito, caro Mino, ho smesso di stimare molto tempo fa, quando ho cominciato, all’inizio per pura curiosità, ad andare a vedere cosa c’era nel resto del mondo. Prima con pochi spiccioli e in treno, con l’abbonamento Interrail per l’Europa e col sacco a pelo, dormendo nelle stazioni e negli ostelli, poi con qualche agio in più, non lo nego. In fondo i soldi che ho guadagnato me li sono sempre spesi così e non è ancora venuto il momento di smettere. Ognuno ha le sue manie e credo che la mia non faccia danni. Ma è proprio nei periodi sempre più lunghi in cui riesco a stare lontano da casa che mi assale un senso di disprezzo per questo paese, che scrivo volutamente con la ‘p’ minuscola. Quel che mi trattiene sempre dal non tornarci più è la passione per il mio lavoro: in effetti lo amo molto, forse troppo, ma non per il calcio nè per i suoi protagonisti e questo mestiere lo farei con lo stesso entusiasmo anche in altri campi, anche dovessi occuparmi di spettacolo o di cronaca, come è già successo in passato e magari capiterà ancora. Al di là dello sfottò e dell’ironia non mi è mai capitato di rovinarmi una sola giornata per una partita di calcio e non ho bisogno di eroi di cartapesta. Anzi i miei eroi sono tutti quelli che ogni giorno fanno il loro dovere, come te sicuramente e magari pure senza le motivazioni che per me è sicuramente più facile trovare. Quanto alla censura, la faccio anch’io su questo sito dove non passa una mail becera che sia una, soprattutto se interista, ma in video la mia professione impone di fare cronaca e quindi anche le scritte animalesche di Livorno e di Piacenza vanno riferite, affinché qualcuno che conta s’indigni una volta per tutte e faccia davvero qualcosa. Tutto può servire, comprese le leggi speciali se arriveranno. Quando c’è un’emergenza la si affronta e credo che il commissario Luca Pancalli stavolta abbia dato un segnale forte! Spero riesca nell’intento di far ripartire tutto il movimento su basi un po’ più civili. Una volta all’estero mi piaceva dire che ero italiano, ora lo sussurro quasi con imbarazzo. A questo sono arrivato. Credo di sapere purtroppo quanto si guadagna per una giornata di straordinario in servizio per l’ordine pubblico: 13 euro,una miseria! Ho molti amici tra le Forze dell’Ordine e ne vado fiero. Per rispondere alla tua ultima domanda, certo che si può cambiare: basta applicare le leggi e lo sai bene anche tu. Andare in galera, conosco anche qualcuno che c’è stato, è brutto, ma in Italia ci si va troppo poco e per un tempo troppo breve. Non merito l’immensa stima. La merita chi fa il tuo mestiere che è molto più serio e meno considerato di tanti altri, compreso il mio. E mi scuso se ho risposto in modo troppo confuso e tirando in ballo cose che non c’entrano nulla ma su certi temi nessuno può davvero ad esprimere proprio tutto quello che sente.
    GLR

  3. Matteo Bessone,Torino // 22 gennaio 2010 a 22:32 //

    Ho 22 anni e studio Relazioni Internazionali, sono di Torino anche se con parte della famiglia negli Stati Uniti e quindi non stabilmente nel capoluogo piemontese. Mi appassiona il calcio, anche se da qualche anno lo seguo meno, e tifo per la Juventus. Non La vorrei imbarazzare, ma volevo esprimerLe il mio personale affetto e simpatia per come svolge il Suo lavoro con professionalità e passione: si vede, mi creda! So che Lei è tifoso dell’Inter, ma questo non mi impedisce di apprezzare i suoi commenti e le sue battute e frecciatine ironiche verso i suoi colleghi in studio, milanisti o juventini che siano. Mi fanno sempre ridere moltissimo, Lei riesce a colpire sempre nel segno dei pensieri e delle emozioni dei tifosi-tipo delle squadre di calcio. Dopo quello che è accaduto con Calciopoli sono rimasto molto deluso dalla dirigenza della Juventus che già malsopportavo negli anni delle vittorie e dei sospetti, a causa degli atteggiamenti prepotenti e vagamente mafiosi di alcuni dirigenti di alto rango che Lei certamente ricorderà. Per questo Le volevo anche far sapere che alcuni, sicuramente pochissimi ahimè, simpatizzanti e tifosi juventini sono felici di vedere Moggi & co. fuori dalla Juventus, nonostante il prezzo pagato dalla società davanti alla giustizia sportiva. Insomma non tutti i tifosi sono uguali e c’è anche chi è sollevato per aver visto la Juventus voltare pagina. Chi Le scrive si sente una persona educata e civile che guarda allo sport in modo poco europeo e tantomeno italiano, che non capisce le logiche mentali delle curve da stadio e degli Ultras e ancor meno comprende il meccanismo italiota e perverso del tifo contro. Io lo sport lo vivo come divertimento e mi gusto i gesti tecnici a prescindere da chi li li fa. Per i fatti di Catania non trovo giustificazione, altro che il disagio sociale tirato in ballo dai politici. D’altronde in Italia i terroristi vengono eletti in Parlamento e si diventa famosi se si devastano quartieri e città, se si attacca la polizia bruciando bandiere a stelle e strisce. Negli indulti facili, c’è l’anima di questo paese. Per questo ho apprezzato la sua linea e il suo approccio ai recenti fatti: a chi obbiettava sui disagi per i tifosi, Lei rammentava che una moglie ha perso il proprio marito mentre serviva lo Stato e che l’emergenza, se sostenuta da una applicazione rigorosa ed effettiva delle leggi, dalla repressione dei criminali e dalla prevenzione, sarà ripagata in futuro. Sono cresciuto in una cultura prettamente anglosassone e non mi spiego l’ideologia del garantismo (non a caso si applica il suffisso -ismo): l’unica reale ricetta per scoraggiare gli individui a delinquere è la certezza della pena. Insomma, non tutti i simpatizzanti bianconeri hanno gli occhi iniettati di sangue per quello che è successo l’estate scorsa: la penalizzazione avrebbe potuto e forse dovuto essere più severa, come per Lazio e Fiorentina, mentre la posizione del Milan è sempre sembrata più sfumata, anche se mettere Borrelli a capo dell’ufficio indagini, lo ametterà anche Lei, è stata obbiettivamente una scelta poco felice. Concludo rivolgendoLe un grosso saluto ed esprimendoLe ancora l’affetto e la simpatia sincera da parte di un giovane tifoso ed appassionato di calcio e di sport che La segue divertito dal divano di casa tutte le volte che può. Best regards, Matteo.

Rispondi a Cosimo Indice, Mirto Crosia (CS) Annulla risposta