Moratti e la cessione dell’Inter

cessioneinter06Al di là di quel che si sente e si scrive non è immaginabile nell’immediato futuro una cessione dell’Inter da parte di Moratti, da una parte, come ho detto più volte, per la delicata situazione finanziaria del club, dall’altra per l’assenza di potenziali compratori affidabili. Cominciamo dai conti: nel decennio morattiano, l’Inter ha speso quasi 570 milioni di euro con un costo vivo, escluso l’esercizio che chiuderà al 30 giugno prossimo, di oltre 505 milioni sempre ripiana­ti dall’azionista di riferimento Massimo Moratti, come persona fisica, e dal suo socio principale, la Pirelli di Marco Tronchetti Provera, nella misura di quasi il 20%. Quest’anno, da questo punto di vista, è andata male: le gare giocate a porte chiuse in Champions League e il terzo posto finale determineranno un’ulteriore perdita di ricavi superiore ai 15 milioni di euro. I salari dell’Inter, pari a quasi 145 milioni di euro, concorrono al passivo di bilancio annuale di 31 milioni di euro, portando il debito netto a oltre 230 milioni, in salita rispetto ai 165 dell’anno precedente. Capitolo compratori: senza il forte passivo di bilancio, il valore dell’Inter oscillerebbe attorno ai 350 milioni di euro e, al di là dell’ironica vignetta di Valerio Marini qui sotto, servirebbe un imprenditore molto ricco e molto innamorato dei colori nerazzurri. Non lo sono certamente gli stranieri dell’Est né i ricorrenti Luciano Benetton, che non ha mai amato il calcio preferendo sponsorizzazioni in altri sport, né Leonardo Del Vecchio, il re degli occhiali Luxottica che vive quasi stabilmente a New York e che è stato messo nella lista dei potenziali acquirenti dell’Inter solo per essersi dichiarato tempo fa simpatizzante dei colori nerazzurri. Senza contare che per cedere realmente la società, prima Moratti dovrebbe ripianarne il debito. Non trova conferme nemmeno un’ipotesi di Marco Tronchetti Provera, che ha ribadito per l’ennesima volta il suo impegno in ambiti finanziari ben più importanti del calcio e la ferma intenzione di lasciare con Moratti nell’eventualità di una sua uscita di scena. Altro che scenari con Tronchetti, Mario Puri Negri e Giraudo come amministratore delegato:qui siamo proprio nella fantascienza pura! Moratti ha poi confidato agli amici che sarebbe pronto a cedere l’Inter solo ad un imprenditore italiano dichiaratamente affezionato ai colori nerazzurri e l’unico nome che si può fare con queste caratteristiche è quello di Diego Della Valle, già consigliere d’amministrazione nella prima Inter di Moratti e attuale proprietario della Fiorentina. Ma anche questo è uno scenario al momento difficile, proprio perché prima Della Valle dovrebbe cedere la Fiorentina sono tutte da verificare le sue intenzioni, oltre ad una munificenza sul mercato assai meno nota di quella morattiana. Quindi al timone dell’Inter per ora resterà Moratti e la prima spia del futuro è rappresentata dalle voci, ancora non confermate, di un eventuale rinnovo del contratto di Alvaro Recoba. Più chiaro di così!

4 Commenti su Moratti e la cessione dell’Inter

  1. Dario Garavaglia, Vercelli // 21 gennaio 2010 a 23:18 //

    Ciao. Ti scrivo per dirti che adesso la contestazione degli ultras mi ha stufato. Perchè anche noi interisti non prendiamo esempio dai milanisti che sostengono sempre e comunque la squadra (io personalmente sono andato con un amico rossonero a vedere il Milan in B e sono rimasto colpito dall’amore che hanno per questa squadra ). Secondo me è giusto fischiare la squadra quando gioca male, ma dopo un po’ bisogna avere la misura giusta della contestazione e non essere insistenti come sta succedendo in questi giorni, anche perchè si danneggia ancora di più la squadra. Se poi la squadra non piace, basta non andare allo stadio e non andarci per fare casino con il rischio di squalifiche del campo che danneggerebbero chi come me vuole solo vedersi la partita in santa pace. Poi non lamentiamoci se i grandi giocatori preferiscono il Milan o la Juve e noi dobbiamo accontentarci delle seconde scelte e i pochi fuoriclasse che arrivano da noi non vedono l’ora di andarsene (ricordo che sono stati contestati Vieri, Beccalossi, Ronaldo, Altobelli e tutti i vari campioni che umanamente hanno sbagliato qualche partita ). Spero che da sabato contro la Reggina i tifosi tornino ad incitare la squadra perchè il terzo posto non è ancora sicuro e la Coppa Italia è sempre meglio di niente (e se poi ).

  2. Daniele Castelletti, Verona // 21 gennaio 2010 a 23:19 //

    Ciao Gian Luca, ho letto spesso nelle tue risposte che, se andasse via Moratti, temi per l’Inter una sorte come quella capitata a Lazio e Parma. Io sono convinto che alla fine Moratti rimarrà, Recoba rimarrà (con contratto prolungato per molti anni), la difesa del 5 Maggio rimarrà, capitan Zanetti rimarrà, Mancini rimarrà almeno fino alla prima giornata. Lasciamo pure ai tifosi di Lazio e Parma le loro disgrazie, teniamoci le nostre fortune… Un saluto.

  3. Piero Vandoni, Milano // 21 gennaio 2010 a 23:21 //

    L’Inter di Moratti: ciò che è stato; ciò che forse non sarà più.
    Non so se esista un’immagine sufficientemente suggestiva per raffigurare questi undici anni così avari di soddisfazioni.
    Qualcuno ha scomodato persino Omero e si è esercitato nella teorizzazione di una “mitologia della sconfitta” che sarà pure romantica e affascinante dal punto di vista letterario, ma che mi provoca soltanto malumore (e mi contengo, per decenza).
    Io non sono capace di volare così alto e quando ripercorro questa disgraziata epoca mi sovviene solo il cartone animato del Vil Coyote, il celebre personaggio della Warner Bros che invano tenta di catturare lo struzzo Beep-Beep. Questo sarebbe il suo scudetto, la sua Champions League.
    Per riuscirci, costui profonde ogni energia fisica e mentale: si sfianca nelle rincorse, costruisce marchingegni improbabili e cervellotici, elabora trabocchetti tanto raffinati quanto inefficaci. Ma perde, perde sempre: soprattutto perché, nel montare e rimontare le sue trappole, commette sempre gli stessi errori e non sa fare tesoro dei propri insuccessi.
    L’obiettivo, per quanto difficile, non sarebbe impossibile da conseguire, se solo lo si ricercasse con più raziocinio e meno frenesia.
    Invece per il nostro eroe, ogni episodio si traduce inevitabilmente in una sequela di 5 maggio e di Villarreal, sotto forma di rovinose cadute nei burroni, di giganteschi massi che si abbattono sul malcapitato, di candelotti di dinamite esplosi in mano.
    Così mentre aumenta la frustrazione, il successo fugge lontano per l’ennesima volta, beffardamente, in una nuvola di polvere. Eppure, fino ad oggi, la speranza di raggiungere lo scopo si rinnovava, anche se spesso per semplice atto di fede; il nostro beniamino era sempre capace di rimettersi in sesto dopo ogni disavventura per continuare a coltivare il suo sogno, destinato forse a rimanere tale.
    Ora pare che le cose siano destinate a cambiare. Troppe delusioni, troppe sconfitte. Gli anni passano e il fiato diventa ogni giorno più corto per certe rincorse; ma soprattutto svanisce la voglia di intraprendere nuove battaglie.
    A quelli come noi, i superstiti, rischia di restare solo l’amarezza di non avere più un coyote per il quale trepidare. E neppure uno struzzo da inseguire.
    Un caro saluto. Pietro.

  4. Danilo Ciampella Bayahibe, Rep. Domenicana // 21 gennaio 2010 a 23:21 //

    Basta, voglio essere una voce fuori dal coro: l’altro giorno scherzavo con mio figlio di 12 anni, juventino purtroppo. Mi prendeva in giro perchè gli raccontavo che in 44 anni di vita, di cui 40 passati a tifare Inter, ho festeggiato 3, dico tre, scudetti e nessuna coppa dei campioni. Lui rideva chiaramente, perchè in 6-7 anni che tifa Juve è già stufo di festeggiare scudetti. Abbiamo nel DNA noi l’autolesionismo, però ora si si sta arrivando al masochismo puro. Lasciamo che tutto il resto del mondo ci prenda in giro, dai giornali alle TV, dai comici ai tifosi di tutti I giorni, chissenfrega!!! Ora dobbiamo stringerci tra noi, fare sentire tutto il nostro amore, il nostro calore per questa società che al mondo non ha eguali, nella buona e da tanto tempo nella cattiva sorte. Facciamo sentire al presidente che non ci deve lasciare, non deve mollare.. .Io sono piu masochista di tutti, più guardo le vittorie di Milan e Juve, e più sono contento di essere interista. Essere interista oggi è un orgoglio; essere interista oggi non è essere figli delle vittorie, si sa, più si vince piu tifosi nascono. Tra 15 anni ci saranno milioni di juventini in più, milioni di milanisti in più, ma noi ci saremo sempre, niente e nessuno ci ammazzerà…
    Chissenefrega degli sfottò, delle barzellette, addirittura a teatro si scherza sull’Inter, ma io ogni volta che vedo il nerazzurro, dopo 40 anni, mi si riempie il cuore e ringrazio la sorte che ha voluto che nascessi interista; interisti si nasce, tutto il resto è….. noia!!!!!!
    E, prendendo in prestito una meravigliosa frase dei tifosi napoletani, il giorno dopo la conquista del 14° scudetto, o della 3 coppa dei campioni vedo già sui muri del cimitero maggiore di Milano scritto: ” non sapete cosa vi siete persi”….

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