I dolori del giovane Adriano

C’è chi dice che stia già pensando ai Mondiali, c’è chi dice che soffra i rigidi inverni milanesi, c’è chi dice che poi non si sia mai davvero innamorato dell’Inter. Quando un grande attaccante non la butta dentro ci si mette un attimo a scaraventarlo nella polvere. E ora Adriano, dopo le beatificazioni post derby è di nuovo nel mirino delle critiche. Il valore del calciatore non si discute ma la continuità resta il suo tallone d’Achille. Ci sarebbe poi da porsi qualche domanda sulla sua maturità, visto l’eterno broncio che pianta ad ogni sacrosanta sostituzione. Si dice che il malessere di Adriano sia ampliato dalla contemporanea presenza all’Inter di tanti argentini, come se ai tifosi nerazzurri interessassero queste beghe nazionalistiche di bassa lega. L’Inter dovrebbe venire prima di tutto e al mondo ci saranno anche argentini e brasiliani che vanno d’accordo, o no? Mi risulta che Javier Zanetti e Roberto Carlos, tanto per non andare troppo lontano, conservino ancora oggi ottimi rapporti. Forse più che di argentini e brasiliani sarebbe più giusto parlare di persone più o meno intenlligenti, al di là della loro nazionalità. E, tornando ad Adriano, che dire dell’inutile manata sul volto di Brocchi una manciata di secondi dopo il 2-0 viola? Con Trefoloni è andata bene, altro che storie! Adriano avrebbe potuto anche saltare Inter-Juve e invece ci sarà perché il Mancio ha capito che con lui bisogna alternare bastone e carota. Questo pare sia ancora il momento della carota, anche perché una panchina ora potrebbe ferirlo a morte. E poi si dovrebbe ricostruirlo moralmente ancora una volta. La sua condizione fisica resta lontano dall’eccellenza, ma il grande attaccante è quello che riesce ad andare a segno anche quando non è al top: Adriano in questo periodo non riesce nemmeno a fare la differenza. Lo testimoniano due soli gol nelle ultime dieci gare ma il grande attaccante è anche quello che è in grado di colpirti quando meno te lo aspetti: magari salendo in cielo all’ultimo istante di una grande partita.

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