RitPUCL: Inter-Shakthar Donestsk 1-1

Un pareggio 1-1 con qualche brivido e una prestazione al di sotto della media sono state sufficienti all’Inter per eliminare lo Shakthar Donestsk dell’amico Lucescu e qualificarsi al tabellone principale della Champions League. Ora a Montecarlo il sorteggio con l’Inter nell’urna di prima fascia, in virtù dei risultati europei acquisiti nell’ultimo quinquennio. Tornando alla partita, aperta dal gol della tranquillità di Alvaro Recoba dopo una manciata di minuti e pareggiato da Elano, l’Inter è parsa affaticata dai 120 minuti di Supercoppa contro la Juventus e poco concentrata, forse anche per il clima irreale delle porte chiuse, che ha turbato un po’ tutti. In effetti, la trovata del patron nerazzurro, annunciata agli amici della tribuna d’onore pochi minuti prima del fischio d’inizio, è stata geniale e molto divertente. Tutti con la maglia dell’Inter e il più possibile vicini al campo. Ognuno ha scelto la maglia preferita, con qualche doppione! Così ecco Tronchetti Provera e Facchetti travestiti da Adriano, mentre il consigliere Maurizio Fabris si è buttato su Veron. Ecco Figo per la signora Milly, moglie del patron e Stankovic per la sorella Bedy Moratti. Il direttore generale Mauro Gambaro ha voluto Materazzi, anche per dare un tocco d’italianità alla pattuglia in tribuna d’onore. Massimo Moratti ha tenuto per sè Recoba, ed era facile indovinarlo, spiegando poi: “La maglia del Chino non la voleva nessuno, così l’ho presa io!”. In realtà Moratti continua a stravedere per Recoba e quando il Chino al 13′ del primo tempo ha insaccato il diagonale della tranquillità, le telecamere lo hanno sorpreso con il pugno alzato, mentre saltava felice come un bimbo! Tutti, dai dirigenti ai giocatori, hanno sofferto terribilmente le porte chiuse. L’Inter starebbe addirittura pensando di proporre all’Uefa di giocare andata e ritorno dei prossimi tre turni di squalifica in casa degli avversari, con eventuali incassi devoluti in beneficenza, ma è una strada non percorribile. All’Uefa conoscono benissimo il senso di isolamento e di depressione che colpiscono la società condannata alle porte chiuse. Oggi, a livello europeo, si preferisce punire con le porte chiuse piuttosto che con il campo neutro non solo per azzerare l’incasso e quindi il ritorno economico del club condannato, ma anche per l’efficacia psicologica provocata dalle porte chiuse: fa parte della pena che i tifosi devono scontare, tutti, anche coloro che nella loro vita hanno ‘buttato’ in campo al massimo qualche urlaccio.  Anche Samuel è stato condannato a tre giornate di squalifica per un presunto sputo a Nedved durante la Supercoppa Italiana. Peccato che la saliva finisca a terra! A volte la prova Tv  pare più discrezionale dell’arbitro.

1 Commento su RitPUCL: Inter-Shakthar Donestsk 1-1

  1. Nicola Moretto, Lonigo (VI) // 21 gennaio 2010 a 17:26 //

    Vorrei sottolineare l’eccezionalità della squalifica di 3 (tre!!) giornate a Samuel per uno sputo che nessuno, dico nessuno, può con certezza affermare fosse diretto a Nedved, vista la prospettiva falsata offerta dalla immagine“incriminata”.
    Se questo è il primo segno di un’accentuata severità del giudice sportivo nella valutazione di fatti odiosi come sputi, testate, offese razziste, ecc, ben venga, anche correndo il rischio di punire qualche incolpevole (come potrebbe essere il caso di Samuel).
    L’importante è che questo metro di giudizio venga usato sempre e comunque, che si tratti di giocatori dell’Inter, del Treviso, della Juve o dell’Ascoli.
    Altrimenti vorrà dire che si è voluto cambiare molto per non cambiare niente, all’italiana insomma. Non invidio il giudice sportivo.

Lascia una risposta