Rit4iUCL: Inter-Milan 0-3 a tavolino

Parlare di calcio dopo quello che ho visto a San Siro nell’Euroderby di Champions League e non nel torneo dei Bar di un qualsiasi campetto del Sud, con il massimo rispetto del Sud, mi riesce difficile. Quello che è successo al 73′ minuto va al di là della partita, della formazione assurda schierata da Mancini, del testa a testa Shevchenko-Materazzi nei primi minuti, dei rigori non dati a Cafu e Cambiasso, del gol ingiustamente annullato allo stesso Cambiasso, che ha scatenato l’inferno! L’arbitraggio di Markus Merk è stato inadeguato finché si vuole, ma non c’è nulla che possa giustificare la figura di merda negli oltre 50 Paesi in cui veniva e verrà trasmessa all’infinito l’immagine di Dida colpito da un fumogeno. Fa ancora più male sapere che il lancio indiscriminato di ogni genere di oggetto in campo era preordinato nel caso la partita si fosse messa male, e mi ferisce che dopo il derby di Roma sospeso e la biglia in faccia a Frisk all’Olimpico, tanto per citare gli episodi di cui sento più parlare quando vado all’estero, un altro duro colpo all’immagine del nostro calcio è arrivato proprio mentre giocava la mia Inter nel ‘mio’ stadio. Proprio mentre il mondo di commuoveva per il Papa e il ministro dell’Interno Pisanu suggeriva, e lo capisco, di chiudere gli stadi. Che c’entra tutto questo? C’entra: è la prima cosa che mi ha detto al telefono un mio amico di New York dopo la sospensione dell’Euroderby. In alcuni Paesi, dove il calcio è solo uno sport, ci guardano e rabbrividiscono! E, se volete proprio saperlo, Markus Merk, ha fatto pure un grande favore all’Inter, dando l’insperata chance di un’interruzione di dieci minuti per raffreddare gli animi, quando di solito si sospende al volo. Manco fosse l’ultimatum di una maestra agli alunni indisciplinati! “Attenzione, però!” – ha prontamente ammonito Merk – “Al primo fumogeno in campo, tutti a casa!” Detto, fatto: i tedeschi, anche se arbitri, magari annullano un gol regolarissimo, ma restano gente seria e di parola. Ora sono guai: Merk si sente giustamente preso in giro e nel referto scriverà tutto il peggio possibile, mica solo del fumogeno che ha colpito Dida, ma pure dell’appluaso ironico sbattutogli in faccia da un’incosciente Cordoba al rientro nel tunnel. E la squalifica presa quattro anni fa a San Siro dopo la vittoria in Coppa Uefa dell’Alaves, due giornate in campo neutro e 94 milioni di euro di ammenda, potrebbe davvero essere risibile in confronto a quella che verrà. Purtroppo conta anche quella, vissto che servono cinque anni per ripulire la ‘fedina’ di una squadra agli occhi dell’Uefa, ma l’Alaves risale purtroppo al febbraio 2001. Facchetti, immediatamente dopo la sospensione, si è messo al lavoro diplomatico con il delegato Uefa, ma temo il peggio. Moratti e Tronchetti Provera avevano già lasciato San Siro, ma queste cose fanno male, soprattutto a Moratti, che l’anno scorso lasciò la carica di Presidente d’impulso, dopo aver letto davanti allo stadio la scritta ‘Moratti vattene!’ Ora, come reagirà Moratti? Chi si frega le mani sperando che sull’onda della vergogna per questa serata l’Inter possa cambiare proprietà deve sapere che Marco Tronchetti Provera non è interessato ad alcun ruolo nell’Inter se non a quello di sponsor al fianco di Moratti. Se, per assurdo, lascia Moratti, lascia anche Tronchetti. Inoltre, nessuno è in grado di rilevare una società con il bilancio esangue e i costi esorbitanti come quella nerazzurra: nessuno, al momento, italiano o straniero, e lo dico a ragion veduta. Chi sostiene il contrario, mente o fa un discorso da bar e al bar si può dire ogni cosa! A tutt’oggi, se Moratti chiude i rubinetti, l’Inter finisce come Parma, Lazio o Fiorentina, scegliete pure quella che vi sta più simpatica. E allora che si fa? Si ricambia mezza squadra? Si caccia subito Mancini? Si scioglie il sodalizio calcistico FC Internazionale? No, per il momento, si riflette e ci si vergogna un po’, ammettendo che l’Inter quest’anno ha avuto quattro partite per dimostrarsi più forte del Milan senza mai riuscirci. Intanto sto ricevendo centinaia di email sui mali dell’Inter e sto cercando di rispondere a tutti, ma sono solo e sopraffatto per numero.

2 Commenti su Rit4iUCL: Inter-Milan 0-3 a tavolino

  1. Daniele Castelletti, Verona // 21 gennaio 2010 a 11:35 //

    Ciao Gian Luca,
    mi sembra inutile star qui a parlare di giocatori vecchi e/o nuovi, quando ormai ne sono passati più di 100 in 10 anni. Ancor più inutile parlare di allenatori: è incredibile, ma ogni anno di questi tempi vengono ripetute le stesse parti di una commedia: allenatore in bilico, attestati di fiducia condizionata, etc. Certo che errare è umano, ma perseverare è diabolico. A tal proposito si può constatare che le uniche costanti dei fallimenti interisti degli ultimi 10 anni sono 2: Moratti e i tifosi. Ora, se per il primo ci si deve rassegnare a constatarne l’incapacità a gestire una società di calcio, come possono migliorare i tifosi? Quale atteggiamento sarebbe “costruttivo”?
    Forse limitarsi a tifare per la propria squadra, sia che vinca o perda, senza abbandonarsi alle solite isteriche contestazioni alla prima sconfitta di una squadra considerata da Scudetto solo dai “giornali”? Iniziare a non essere sempre “pro” o “contro” qualcuno? Non cercare sempre il capro espiatorio? Capire che se una squadra cambia 10 giocatori e 1 allenatore all’anno è quasi impossibile che vinca l’anno dopo? Se è vero che siamo stufi di chi commette sempre i soliti errori, anche noi tifosi dovremmo cominciare a cambiare il nostro atteggiamento, altrimenti saremmo alla stregua di chi comanda la società. Un saluto.

  2. Ubaldo Musto, Caselle Lurani (LO) // 21 gennaio 2010 a 11:39 //

    Ciao Gian Luca, vuole bene all’Inter chi causa del male all’Inter? Esordisco con questo quesito, ma condivido solo in parte lo sdegno che hai espresso con il tuo editoriale di oggi. Non mi importa molto di quanto la nostra immagine possa risultare compromessa agli occhi del mondo intero che ci osservava, perchè quanto avviene nei nostri stadi altro non é che lo specchio di una società globale instabile e moralmente penosa. In Sud America(Brasile, Colombia, Bolivia) si ammazzano a pistolettate. In Argentina, i tifosi del Boca Junior sono tra i più violenti al mondo. In Inghilterra, dove hanno risolto il problema della violenza, in un raggio di chilometri intorno agli stadi trovi i pubs con affissi cartelli del tipo – no fans – no football team supportes, non li vogliono perchè questi litigano, si menano e si ubriacano da far schifo. Si preoccupano forse costoro del nostro giudizio? In Germania lo scandalo degli arbitri corrotti ha scardinato il principio dell’integerrima lealtà del popolo teutonico. Non é forse il signor Merk figlio di quella cultura? Eppure del nosto giudizio se ne strafregano! Negli Stati Uniti uno sport meraviglioso ma duro, come il Football americano, vede negli stadi i tifosi di opposte fazioni comodamente seduti gli uni accanto agli altri. Questa é civiltà sportiva si, ma dove? All’interno dei luoghi di grande aggregazione dove chi trasgredisce alle regole della civile convivenza viene fortemente perseguito. Fuori dagli stadi i supporters si menano alla grande, già ma l’occhio magico delle TV non vede e allora l’immagine sportiva appare immacolata. Noi invece dobbiamo vergognarci, no non ci sto! Sono anni che spero nello scioglimento (per legge) dei clubs del tifo organizzato. Oggi che negli stadi i posti sono numerati sarebbe sufficiente vendere non più di 5 tessere a persona in posti sequenziali e lasciare alla tecnologia e ai computers scegliere in quale parte dello stadio. Se poche centinaia (migliaia?) di idioti fossero sparsi a caso quà e là per le gradinate, ci penseremmo noi (quelli sani) a vigilare e dinamiche di gruppo come quella di ieri sera al Meazza non esploderebbero. Le coreografie? Ma chi se ne frega, andiamo a teatro o al balletto di Carla Fracci per vederne di vere. E la prevenzione? Io mi devo mettere nelle mutande il tappo di scorta della bottiglietta di acqua minerale per dare da bere a mio figlio e non essere derubato dai venditori di bibite da stadio, perchè la bottiglietta chiusa é un oggetto contundente e ai cancelli non la fanno passare, i “tifosi” organizzati hanno le porte spalancate ed entrano con ogni genere di arma. Le società di calcio e chi dirige le forze dell’ordine dovrebbero farsi un serio esame di coscienza. I primi ripudiando i ben noti tifosi organizzati, i secondi avendo l’autorità di punire in maniera esemplare (galera, non botte) chi trasforma lo stadio in un campo di battaglia. Ora se ci butteranno fuori dall’Europa per qualche anno o nella migliore delle ipotesi se ci faranno giocare a porte chiuse per 3 o 4 partite, forse la Società aprirà gli occhi e si renderà conto che del danno economico (con riflessi sulla campagna acquisti, sponsors, etc.) dovrà dire grazie ai tanto protetti scellerati della curva. Non baratterei nemmeno uno spillo dei miei 48 anni di fede neroazzurra con una vita intera di finto amore di questi beceri strilloni. Grazie per la tua cortese accoglienza.
    Ubaldo

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