Giallo Vieri: cronistoria del trasferimento choc dell’estate

Pubblicato su Calcio2000 n.92 agosto 2005

Venerdì 1 luglio, ore 10.53. Sul sito ‘www.inter.it’ compare on-line il seguente comunicato: «L’Inter e Christian Vieri hanno deciso, di comune accordo, di risolvere anticipatamente il contratto in scadenza il 30 giugno 2006. La trattativa, in ogni suo passaggio, è stata amichevolmente portata avanti dalla Società e dal calciatore nel rispetto delle reciproche necessità. Questa mattina, negli uffici della Lega Calcio, sono stati depositati i documenti per la risoluzione consensuale del contratto. F.C. Internazionale ringrazia Christian Vieri per aver contribuito, per sei stagioni, alla storia del club. Christian Vieri ringrazia l’Inter e i suoi tifosi per la stima professionale e l’affetto che hanno contraddistinto il rapporto». Si chiude così una storia durata sei anni. Sei stagioni in nerazzurro, in cui Vieri ha segnato moltissimo, guadagnato di più ma non ha vinto niente, a parte la Coppa Italia proprio prima dell’addio, senza nemmeno presenziare all’atto conclusivo. Solo quattro giorni più tardi, martedì 5 luglio, Christian Vieri viene ufficialmente ingaggiato dal Milan. Non è la prima volta che un calciatore-simbolo trasloca da una rivale all’altra, ma il trasferimento di Vieri è troppo rapido per non risultare indolore: un alone di mistero tinge di giallo l’intero percorso! Rivediamolo. Nemmeno 48 ore prima dell’annuncio del divorzio, Massimo Moratti spiega ai cronisti che «per un addio a Vieri occorre la volontà di tutti, che permetterebbe di arrivare o meno a una certa soluzione. Noi in questo momento non abbiamo questa volontà nella maniera più assoluta. Ora stiamo solo valutando, con i vari calciatori che hanno un solo anno di contratto, quale possa essere la loro situazione e tra questi calciatori c’è anche Vieri». Quella del patron dell’Inter è una bugia strategica, anche perché in quel momento Vieri non ha alcuna intenzione di ridiscutere il suo contratto. Chi vi scrive lo rintraccia al cellulare proprio in quelle ore, e percepisce un Vieri amareggiato, prima che arrabbiato: «ho capito che vogliono mandarmi via – mormora – perché hanno proposto al mio procuratore la risoluzione del contratto. Bella società di… In faccia, nessuno mi ha detto niente. O mi danno tutto quello che mi spetta o non se ne parla neanche!». Vieri è fermamente intenzionato a non rinunciare nemmeno a un euro dei 13 milioni e rotti che l’Inter deve versargli per l’ultimo anno di contratto. La cifra, al lordo delle tasse, raddoppia per l’Inter a oltre 26 milioni di euro poiché, oltre allo stipendio dell’ultimo anno, a Vieri spetta anche il 30% dell’ingaggio accantonato nei tre anni precedenti. L’idea di congelare parte degli emolumenti di ogni calciatore dell’Inter per avere liquidità immediata è dell’ex amministratore delegato Massimo Moretti, e pare che, a parte Cannavaro, tutti i tesserati abbiano accettato il piano finanziario. Sicuramente lo ha accettato Vieri. All’ultimo anno di contratto però, c’è da saldare tutto. L’Inter ora è pronta al ‘muro contro muro’, ben sapendo che Vieri non è disposto ad alcuno sconto. Ma ecco il colpo si scena: improvvisamente, Christian Vieri ha fretta di liberarsi dall’Inter. Racconta Sergio Berti che «le operazioni per la risoluzione del contratto si sono svolte speditamente e in un clima disteso». L’Inter conferma. «Fino a poche ore fa – precisa ancora Berti – Bobo non aveva in mente alcuna concessione all’Inter. Poi ha cambiato idea e mi ha dato mandato per trovare rapidamente una via di uscita, rinunciando a parte degli emolumenti spettanti nell’ultimo triennio». Ma cosa ha indotto Vieri a cambiare radicalmente la sua strategia? L’amico del cuore Christian Brocchi, già compagno di Vieri nell’Inter di Marcello Lippi, presentato dalla Fiorentina proprio nello stesso giorno in cui viene depositata in Lega la risoluzione del contratto di Vieri, confida a chi vi scrive:« Bobo si sente scaricato e, potendo, andrà laddove farà più male a chi lo ha mandato via!» Profetico. Mentre Sergio Berti avvisa: «al momento c’è solo un’offerta del Tottenham, ma con Bobo intendiamo prenderci una settimana di tempo per valutare se sussistano ipotesi di lavoro italiane di altissimo livello». Le ipotesi di lavoro di cui parla Berti sono ovviamente Milan e Juventus, che restano apparentemente sullo sfondo. C’è però un indizio forte, perché Crespo deve tornare al Chelsea e il Milan ora non fa una piega. I tifosi dell’Inter, indifferenti davanti ad un’ipotesi estera per Vieri, s’incupiscono immaginandolo con le maglie di Milan e Juventus, dopo gli sfortunati casi Pirlo e Seedorf da una parte e Cannavaro dall’altra. In ogni caso, il futuro di Bobo Vieri è l’argomento del giorno: ne parlano tutti, anche quelli che pensano che il calcio sia solo un minerale. La buonuscita per Vieri viene valutata attorno ai 9 milioni di euro, con un risparmio per l’Inter di una quindicina di milioni di euro al lordo delle tasse. L’operazione viene subito benedetta dal duo finanziario di casa Inter, gli amministratori Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro, chiamati a rimettere in sesto il bilancio di una società che, dall’avvento della presidenza Moratti, ha già ricapitalizzato cinque volte per una cifra complessiva vicino ai 300 milioni di euro. Ma c’è di più: il divorzio da Vieri ha anche motivazioni tecniche e viene avallato da Roberto Mancini. Forse è proprio questo che induce Vieri al dietrofront. Solo l’estate scorsa Vieri e Mancini, da pochi giorni allenatore dell’Inter, hanno siglato il famoso ‘patto’ a bordo dello yacht del tecnico in Sardegna. Una mossa inattesa, forse anche per Moratti, che già all’epoca cominciava a riflettere su un rapporto qualità-prezzo relativo a Vieri non più sostenibile. In avvio di stagione il Mancio diviene poi il garante di Vieri, un amico più che un allenatore. In certi momenti Mancini lo impone fino a far ingelosire Adriano, l’altra primadonna dell’attacco nerazzurro. Poi il gelo: in primavera Vieri finisce spesso in panchina e dedica al tecnico solo parole di circostanza, fino alla rottura definitiva, che si consuma con l’assenza del giocatore, benchè infortunato, alla finale di Coppa Italia. Vieri, che ha contribuito a portare l’Inter in finale con una doppietta contro il Cagliari a San Siro, è in vacanza a Formentera. La sua assenza nella notte di San Siro, conclusa con la festa per la conquista della Coppa Italia, non sfugge a nessuno. Mancini ci resta male e i rapporti tra i due si raffreddano, al punto che quando si ritrovano di fronte per la prima volta da avversari il 20 luglio a Trieste, nel trofeo TIM tra Inter, Milan e Juve vinto dai nerazzurri, neppure si salutano. «Ho scherzato – racconta Vieri – con tutti gli ex-compagni, con i dottori e i magazzinieri. Mancini non l’ho proprio visto!». Dall’altra parte Nando Orsi, allenatore in seconda e a sua volta ex-compagno di Vieri alla Lazio affila con ironia: «a Bobo auguro di vincere quello che ha vinto qui all’Inter negli ultimi sei anni!» Parole al curaro, segno di un malessere anche tecnico. In ogni caso, Vieri al Milan crea ansia nei tifosi interisti, ma solleva perplessità anche tra quelli milanisti. Con tre senatori del calibro di Shevchenko, Inzaghi e Gilardino, c’è chi teme la personalità di Vieri, anche nel rapporto con Ancelotti che, nel giorno dell’ufficializzazione dell’acquisto del bomber, non rilascia alcuna dichiarazione. Anzi, confida agli amici di non essere stato nemmeno avvertito da Galliani. Ancelotti resta un grande estimatore di Crespo, ha già qualche frizione con Shevchenko e ricorda bene le bizze di Vieri in casa Inter, come tutti del resto. Tra le sue perle: «chi viene all’Inter deve sapere che qui è un bell’inferno» e «ci sono dirigenti che attaccherei al muro», dedicato a Marco Branca. E ancora: «tra me e Zaccheroni non c’è alcun dialogo» spiattellato in diretta TV insieme al rifiuto della panchina, due stagioni fa. Per non parlare degli screzi con una parte della tifoseria, già nella prima stagione, quella con Marcello Lippi allenatore, a Venezia e in un derby di Coppa Italia. Alle bordate di fischi per qualche errore di troppo sottoporta, Vieri risponde senza più gioire dopo quando segna. E va avanti così per settimane. Poco prima degli Europei 2000, saltati per infortunio, ad una anziana signora che lo accusa di dolce vita, risponde piccato: «brutta vecchia, ti butto giù dal secondo anello!» Ma non finisce qui. Durante un Inter-Parma del gennaio 2001, le telecamere immortalano il suo rabbioso labiale «ma che cazzo fischiate a fare?» e a Brescia, nell’autunno 2004, la partita dell’esonero di Hector Cuper, segna su rigore e poi calcia con disprezzo il pallone verso la curva occupata dai tifosi interisti. Resta indimenticabile, nel gennaio 2004, la fuga da Appiano con il compagno di squadra e di camera Gigi Di Biagio, con la scusa di un guasto all’impianto di riscaldamento. Cuper lo punisce con la panchina in Inter-Modena. Al suo posto gioca Crespo che, ancora convalescente, s’infortuna gravemente sul terreno ghiacciato di San Siro. Moratti deve così correre ad acquistare dalla Roma Gabriel Batistuta, ormai al tramonto. Perfino Sensi parla di “sola” rifilata all’amico Moratti! Ecco, come in una reazione a catena, da un calorifero malfunzionante si arriva ad un acquisto inutile! Ma Vieri è stato anche qualcosa di bello per l’Inter, con il suo carattere sincero, a volte forse troppo diretto. Bobo, a detta di chi lo conosce bene, è un ragazzo sensibile che vive per il gol e che sta male se non lo trova. Non ha mai amato i giornalisti, ai quali ha sputato in faccia un inquietante «sono più uomo io di tutti voi messi assieme!» in una memorabile press-conference all’Europeo 2004. Stimato da quasi tutti gli allenatori che l’hanno gestito, Vieri resta un grandissimo professionista, il primo ad arrivare ad allenarsi e l’ultimo a smettere. Buon compagno di squadra, secondo tanti colleghi, e ottimo parafulmine per le squadre in difficoltà, perfino comodo alibi, dietro cui nascondersi quando le cose non girano bene. E, malgrado l’Inter non sia riuscita a vincere qualcosa d’importante nemmeno con i suoi 121 gol in 189 gare in sei stagioni, Vieri è stato l’anima di squadre nerazzurre che, senza il suo corposo apporto di gol, sarebbero state ancora più deludenti. Subito dopo l’addio ha confidato: «avrei tante di quelle cose da dire e non saprei nemmeno da dove cominciare, ma non so se lo farò mai. Non è bello sapere che una società dove sei stato sei anni, non ti vuole più. Ma il calcio è questo, anche se in quella settimana che sono rimasto senza squadra è stata dura!» In ogni caso, che Vieri potesse finire al Milan lo sapevano, o meglio lo temevano tutti, in casa Inter. Sarà il campo a stabilire chi ha fatto l’affare, al di là di Vieri che, dal punto di vista economico, rischia pure di guadagnarci. Il Milan ora deve gestire un giocatore in evidente flessione atletica, ma capace di segnare 17 gol anche nell’ultima complicata stagione. L’Inter, dal canto suo, è fermamente convinta della bontà dell’operazione che, oltre ad un risparmio economico, ‘libera’ psicologicamente Adriano, Martins e Recoba dall’ingombrante presenza di Bobo. Moratti non aveva alcun mezzo per impedire a Vieri di accasarsi al Milan. Ogni clausola limitativa della libertà professionale sarebbe stata illegale, come conferma Sergio Berti: «era l’Inter che voleva rescindere e non poteva certo porci alcuna condizione. Non avremmo mai accettato!» Forse l’Inter avrebbe potuto prendere tempo prima di risolvere il contratto, chiudendo così a Vieri gli sbocchi migliori, magari giocando sull’entità della buonuscita: più soldi, ma niente Milan e Juve! Moratti non ama però fare il furbo e chi lo conosce, lo sa bene. Lo sapeva anche Vieri. Illuminante al proposito il primo commento dopo la firma del suo ex-pupillo con il Milan: «Vieri è arrivato laddove voleva arrivare!»

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