Castigo con la condizionale

castigo05Dopo oltre due ore di discussione, la Commissione Disciplinare dell’Uefa, presieduta dallo spagnolo Josep Lluis Vilaseca Guasch, ha condannato l’Inter per i fatti che hanno portato alla sospensione dell’Euroderby ad un’ammenda di 300.000 franchi svizzeri pari a 193.000 euro e, soprattutto, a quattro giornate secche di squalifica più altre due ‘pendenti’, è questa la novità, da infliggere subito nel caso di ulteriore sanzione nei prossimi tre anni. Come dire che Inter-Alaves del 22 febbraio 2001 ha pesato parecchio sulla decisione e che l’Uefa non si fida più della tifoseria nerazzurra. Ora, se tutto va bene, la prima parte della squalifica ‘coprirà’ il prossimo preliminare casalingo e tutte le gare a San Siro della prima fase. Come dire che, se fosse successo quest’anno, la prima partita con il pubblico a San Siro sarebbe stata Inter-Porto, ottavo di finale: addio mini-abbonamenti di Champions League per il prossimo anno! Sono le altre due giornate con la condizionale la spada di Damocle: per i prossimi tre anni, quando gioca l’Inter, non deve volare una mosca, altrimenti le due giornate ‘pendenti’ scattano subito e l’anno fuori dall’Europa diventa la sanzione più che probabile. Il danno economico arrecato all’Inter è calcolabile fino a 10 milioni di euro, tra incassi, indotto e sponsorizzazioni: 10 milioni di euro in meno da investire sul prossimo mercato! Settimana prossima la sentenza verrà ‘pubblicata’ e l’Inter avrà tre giorni per decidere se appellarla o meno: ricordo che in ambito Uefa, in appello, non esiste il divieto di ‘reformatio in pejus’ come nel diritto italiano, per cui la successiva sentenza potrebbe essere ancora più dura. C’è da valutare seriamente come muoversi e toccherà all’avvocato Adriano Raffaelli capire se val la pena di ritornare all’Uefa, con tutti i rischi connessi, o accettare il primo verdetto senza fiatare. Mi dicono che domani in Inter-Cagliari ci saranno nuove proteste sulla Nord: se proprio sarà così, spero siano civili, al massimo ironiche come quegli striscioni ‘Scusate il ritardo’ e ‘Ci siamo persi qualcosa?’ di qualche tempo fa. L’amico Rob, che contrappunta spesso i miei editoriali, aveva annunciato uno sciopero, fortunatamente già rientrato, a giudicare dalla vignetta odierna! Ho tanta voglia di tornare a parlare di calcio, perché c’è un terzo posto da consolidare e una Coppa Italia da vincere: poco, rispetto a quello che mi aspettavo, ma c’è tempo fino a fine stagione per affrontare le questioni tecniche, Mancini e prima squadra. Almeno l’amico Rob prova un po’ a farmi sorridere nella sua vignetta odierna: per fortuna il suo sciopero è già finito!

1 Commento su Castigo con la condizionale

  1. Nicola Roscio, Vicenza // 21 gennaio 2010 a 11:48 //

    Ciao GLR, non ho parole, non so da dove cominciare, e tutta notte che ci penso e non mi rassegno. Qualcuno vuole il male dell’Inter e fa di tutto per affondarla.
    Non discuto nè di calcio, nè di tattiche, nè di cambi nè di goal annullatti. Mi ritengo un tifoso con i piedi per terra e per quanto traviato dalla fede neroazzurra so quando arriva il momento di fermarsi, riflettere ed essere obiettivi.
    Purtroppo invece S.Siro ospita ancora degli “zulù”, con tutto rispetto per le povere popolazioni africane. Animali da stadio che nulla hanno a che spartire con me e migliaia di altri tifosi che c’erano ieri sera.
    Eravamo seduti al secondo anello, settore 226. Dieci metri dalla curva nord neroazzurra….Con me alcuni ragazzini che avevamo portato come ospiti dell’Inter Club per dare il grande battesimo…..
    Un’idiota con il megafono urlava a noi che eravamo ammutoliti durante il lancio di fumogeni: “andate a casa figli di p…..a, che c…o ci fate qua, fate schifo”. Ecco lo ringrazio, perchè forse mi ha dato finalmente il coraggio di stare a casa mia ! Io che ogni due domenica faccio due pullmann di tifosi, ci facciamo 400 km per venire a S.Siro, ci abboniamo da dieci, se riusciamo andiamo anche in trasferta nonchè in ritiro, noi che portiamo i bimbi allo stadio…ecco noi facciamo schifo…noi siamo la rovina dell’Inter. Che pena Gian Luca. Erano di fronte a me. Non saranno stati più di dieci. Si nascondo sulla scala e lanciano quei fottuti razzi. Non hanno nemmeno il coraggio di farsi vedere…..e gli altri attorno…poveri imbecilli che applaudono ed esultano quando Dida viene colpito. Mi vengono i brividi ancora adesso a pensare a quello che ho visto. Dimentichiamoci il Papa, Moratti, il Milan….qui manca gli uomini, i cervelli. Abbiamo a che fare con gente che non guarda mai la partita e che si eccita appena sente il resto dello stadio lamentarsi. Tifosi (ahahah) che non vedono l’ora di fare a botte con chi porta la loro stessa sciarpa solo per canta le canzoni o perchè educatamente chiede solo di spostare una bandiera che gli impedisce la vista, che pena. Vorrei scrivere un milione di cose, ma non avrebbe senso. Loro non leggeranno mai, loro non capiranno mai.
    Mi viene in mente un’immagine di un libro di Nietzsche: “Zarathustra con in mano un lanternino cerca disperatamente in ogni angolo di mondo, ormai invaso dalle tenebre, una parvenza di Dio e di luce” Ecco, Anche io provo a cercare ancora un minimo di senso in questo sport…
    Nicola

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