26C: Inter-Milan 0-1

intermilan05Dopo 40 gare, le 38 di Mancini aggiunte alle ultime 2 di Zaccheroni dello scorso campionato, finisce l’imbattibilità dell’Inter e finisce per mano dell’avversario più scomodo, nella serata di campionato meno indicata, nel derby n.260. Il Milan, lo dice anche Berlusconi, magari per motivi elettorali, ha trovato il gol con un pizzico di fortuna: già la fortuna che per l’Inter, a rovescio, si continua a chiamare ‘sfiga’, adombrando questo concetto medioevale, in realtà splendido alibi dell’inadeguatezza. La fortuna del Milan in realtà è un errore che in casa Inter non dovrebbero commettere nemmeno in allenamento: Emre, colpito da improvvisa sordità al richiamo del fuorigioco di Mihajlovic, è salito troppo tardi, consentendo a ben due giocatori, Crespo e Kakà, di trovarsi soli, liberi e in posizione regolare ad un metro da Toldo. La verità, che fa male, e che l’Inter non ha vinto nemmeno una delle tre partite che, nell’ultima settimana, avrebbero potuto realmente rappresentare la svolta della stagione. Tre partite in cui l’Inter ha preso tre gol, a differenza del Milan che, mantenendo la porta inviolata, le ha vinte tutte di misura, pur senza l’apporto del suo uomo migliore, Shevchenko. Ora il distacco, -14, non consente altri sogni sulla rimonta a Juve e Milan e invita invece a guardare con attenzione Sampdoria, Udinese e Palermo che volteggiano intorno. L’amico Rob, nella sua vignetta odierna, immagina lo stato d’animo di Fabio Capello, che ha vanamente sperato in un derby nerazzurro. Ora, tornando alla stracittadina, non sarà che Dida, Maldini, Nesta e compagni, più che fortunati, sono stati più attenti e, oserei dire, persino più bravi? In fondo, l’unica vera occasione da gol l’Inter l’ha creata sul finire del primo tempo con Veron, dove Dida è stato straordinario. Nella fase centrale della ripresa, l’Inter, pur avendo il controllo del centrocampo con Cristiano Zanetti e Cambiasso, che sono stati obiettivamente più bravi di Pirlo e Gattuso, non ha creato un’occasione da gol degna di nota. Nella ripresa l’Inter aveva in pugno il derby ma non ha saputo, per l’ennesima volta, ‘nutrire’ un attacco senz’altro superiore. A proposito dell’attacco sono molto preoccupato per Adriano: non ero d’accordo sulla sua esclusione, anche perché ritengo Martins l’uomo ideale per subentrare quando l’avversario cala fisicamente, ma questa volta sono bastati pochi minuti per dar ragione a Mancini: Adriano è drammaticamente lontano dal giocatore del girone d’andata e inoltre non ha nemmeno mostrato un pizzico di intelligenza tattica: anziché piantarsi in mezzo all’area alla ricerca delle ultime palle vaganti da scaraventare in porta, si è ostinato a fare il gioco che lo ha reso famoso ma che l’attuale condizione fisica non gli consente. L’ingresso di Emre per Veron, infine, ha cambiato la gara: il turco ha sbagliato tutto, passaggi, tempi e posizione, beccandosi persino un’ammonizione nella meta-campo rossonera, utile solo a far rifiatare l’avversario spezzando il ritmo dell’assalto nerazzurro. L’errore in occasione del gol resta imperdonabile, perché si tratta di uno schema difensivo provato decine di volte in allenamento ed Emre è tra quelli deputati ad andare sul palo in caso di corner: chi va sul palo sa bene che, appena Mihajlovic chiama il fuorigioco, dev’essere il primo a schizzare in avanti come una molla, perché ha più metri da guadagnare rispetto ai compagni. Questa volta ha sbagliato Emre, altre volte è toccato ad altri: c’è quasi sempre un errore, e non di poco conto, a spiegare i recenti rovesci dell’Inter, prima della gettonatissima ‘sfiga’.

1 Commento su 26C: Inter-Milan 0-1

  1. Simone Nicoletti, Sannazzaro de'Burgondi (PV) // 28 febbraio 2005 a 04:11 //

    Ciao Gian Luca, ti seguo sempre e ti ho già scritto qualche volta, avendo sempre la cortesia di una tua risposta. Mi son divertito dopo il derby, ahimè perso, a immaginare una ipotetica consegna degli Oscar ai protagonisti in campo e fuori. Spero ti diverta,un saluto! Simone.
    INTER-MILAN: LA NOTTE DEGLI OSCAR
    MIGLIOR FILM : MILAN
    Non è stata una scelta facile, l’ edizione numero 260 del derby è stata sicuramente una delle meno scintillanti della storia. Sia nel cinema che nello sport deve essere premiato il migliore e a conquistare i 3 punti in palio sono stati i rossoneri. Per il resto è stata una stracittadina all’ insegna dello zero: zero nel gioco, zero nelle emozioni, zero nella temperatura atmosferica e infine uno zero che non c’è più: quello delle sconfitte stagionali dei nerazzurri.
    MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: NESTA
    Da dividere con i compagni di reparto Dida e Maldini, a loro modo protagonisti assoluti dei successi del Milan in questi anni. Incerto a Manchester, specie nel primo tempo, si riscatta completamente nel derby: contiene il moto perpetuo di Martins, risponde colpo su colpo agli stacchi aerei di Vieri ed è il baluardo della difesa nel finale quando l’ Inter provava uno dei soliti disperati assalti. Insuperabile.
    MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: EMRE
    Il piccolo turco sembra uno che non sa nuotare capitato come in un brutto sogno nel bel mezzo della tempesta perfetta. Comincia in panchina, entra al 28’ del secondo tempo e riesce in quel quarto d’ora abbondante a segnare la partita in negativo. Si addormenta sul corner da cui scaturisce il gol di Kakà, sbaglia due palloni importanti e si piglia pure un cartellino giallo spezzando l’ assedio interista. Non è passato inosservato.
    MIGLIOR REGISTA: ANCELOTTI
    Vince l’ Oscar più per quel che ha fatto nel recente passato che contro i nerazzurri. Si affida allo schema con una sola punta e due trequartisti che aveva dato ottimi frutti a Manchester e ne viene ripagato oltre i meriti propri e dei suoi campioni dal cerchio di centrocampo in su. Tiene Cafu arretrato per annullare Stankovic e nella ripresa rischia Serginho per l’ infortunato Kaladze per provare a vincerla, spostandolo a fare la punta quando entra Costacurta. Rischia pochissimo e ringrazia Mancini che gli tiene in panchina per ottanta minuti ottanta il suo spauracchio Adriano.
    MIGLIOR SCENEGGIATURA: KAKA’
    Protagonista quasi per caso dell’ azione del gol del Milan. Solo nella mente del tifoso rossonero più sfegatato poteva realizzarsi una simile sceneggiatura: dopo una partita scialba in cui si era fatto solo un tiro in porta, ad un quarto d’ora dalla fine, il giovane brasiliano, dal cognome che nessuno sfotte più, si trova nella traiettoria del tiro di Gattuso e non può togliere la gamba che devia la palla di quel tanto che basta per spiazzare Toldo, mentre Emre tiene allegramente tutti in gioco. Partita vinta, aggancio alla Juve e fine dell’ imbattibilità nerazzurra. Una commedia per i milanisti, un horror per gli interisti.
    MIGLIOR FOTOGRAFIA: ADRIANO
    L’ immagine corrucciata del brasiliano in panchina per ottanta minuti vale più di ogni parola e fotografa in maniera perfetta il copione che il regista alle prime armi Mancini assegna al suo attore più bravo. Sebbene nelle ultime pellicole non sia stato all’ altezza della sua fama, la sua sola presenza sarebbe servita a togliere pressione e marcature alle altre comparse nerazzurre. Avrà altre occasioni per dimostrare le sue capacità, sperando che non si stufi e decida di cambiare in estate società cinematografica e regista.
    MIGLIOR SCENOGRAFIA: CURVA SUD
    Il richiamo ai valori dei cavalieri e alla battaglia per combattere le forze del male, preparato dalla Curva Nord nerazzurra, non è stato completamente preso alla lettera dai propri beniamini. L’ edizione numero 260 della stracittadina meneghina, che da sempre è sfida anche fra le due tifoserie, viene vinta dalla Curva Sud rossonera, che prosegue il filone dell’ironia culturale e, dopo il richiamo alla disperazione dei cugini rappresentata dal famoso Urlo di Munch, scomoda persino Einstein, anche lui incapace di trovare la soluzione per far vincere l’ Inter. Applausi a entrambi per originalità e comportamento sugli spalti, avrebbero meritato ben altro spettacolo sul terreno di gioco.
    Simone

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