2005-06/AndPUCL: Shakthar Donetsk-Inter 0-2

Temevo molto questa partita alla vigilia perché una falsa partenza è sempre stata in passato il prodromo di un arrivo col fiatone. Perdere il primo dei due preliminari di Champions League può significare l’eliminazione dalla manifestazione quando non è ancora cominciata, con il risultato che l’ambiente si deprime, i tifosi contestano subito e la stagione è già compromessa. Di norma, temo le partite cruciali programmate quando la squadra non è ancora pronta ed il preliminare di Champions è come una sedia piantata all’ingresso di una stanza buia. Il rischio di sbatterci contro resta altissimo. Ma l’Inter questa volta ha saltato a piè pari l’ostacolo Shakthar e il 2-0 finale è un ottimo viatico per la gara di ritorno, dove, al di là del cospicuo vantaggio, la squadra sarà senz’altro già in palla per il campionato. Non poteva invece esserlo a Donetsk, come non lo è mai stata nei preliminari di metà agosto, dove infatti non ha mai vinto, ad eccezione dell’estate ’98 contro i dilettanti dello Skonto Riga. Due notazioni: la prima riguarda l’affidabilità della squadra del Mancio che mi sembra ormai assodata anche dal punto di vista dei risultati, oltre che del gioco. La seconda: senza Vieri, la cui partenza mi è sinceramente dispiaciuta, Adriano e Martins mi paiono più responsabilizzati e, non a caso, si sono integrati alla perfezione fino a firmare l’uno-due del successo. Poi, la squadra è fortissima, e toccherà a Mancini dosare turn-over ed energie. Nessuno a Donetsk è sceso sotto la sufficienza, ad eccezione di Santiago Solari, che ha un fisico da diesel e che è poi stato ottimamente rimpiazzato da Ze Maria. Per gli amanti della polemica ad ogni costo, il caso c’è già, e vedrete quanti altri ce ne saranno da qui a maggio. L’esclusione di Toldo a vantaggio di Julio Cesar, secondo i maligni, è stata dettata anche dalla scarsa voglia di Francesco di prendere parte alla tournèe in Inghilterra. Più facile credere alla verità, e cioè al fatto che Julio Cesar ha stupito tutti per l’autorità con cui si è subito imposto e, stando così le cose, è giusto che per ora in porta ci vada lui. Toldo ha già dimostrato un anno fa di patire le esclusioni ma di trarne grandi benefici nel momento del rientro. Penso che da qui a giugno ogni verdetto su ogni ruolo possa essere sovvertito. Una cosa è certa: Mancini non guarda in faccia a nessuno, Adriano compreso, se ricordate bene. E in fondo è quello che io ho sempre intimamente chiesto ad un allenatore serio. Poi se i giocatori sapranno essere intelligenti, meglio ancora. Avanti così, ma è solo l’inizio.

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