Ribaltone: ne valeva la pena?

Ieri ho lasciato il Teatro delle Erbe poco dopo le 20.30, dopo aver ascoltato le ragioni dei tifosi, dei soci avviliti e di Giacinto Facchetti. Il CdA ha seguito l’Assemblea, prassi inusuale perché di solito si fa il contrario. All’ordine del giorno c’era solo l’aumento di capitale, poi varato nella misura di circa 60 milioni di euro. Una rappresentanza della Curva Nord non ha contestato, ma ha sollecitato stabilità. Diversi piccoli soci tra i 98 intervenuti se ne sono andati furibondi e non sottoscriveranno l’aumento di capitale: si aspettavano di parlare con Massimo Moratti, ma il patron, come vi avevo anticipato, ha preferito farsi rappresentare. Non erano previste ‘varie ed eventuali’ all’ordine del giorno, ma in altri incontri con Moratti i piccoli azionisti erano riusciti a comunicare, stavolta no! Facchetti ha solo spiegato che Vieri ha due offerte importanti, una italiana (Juventus) e una spagnola (Real Madrid), che la proprietà sta vagliando. Insomma chiuso un tormentone potrebbe riaprirsene un altro, il solito, quello che riguarda Bobo. La sensazione è che, se arrivano soldi veri, si possa chiudere.
Il distacco di Moratti, dopo l’intervento in tackle per aprire la strada all’allenatore che più lo convince, è evidente. Facchetti, che ha fatto chiaramente trasparire ai cronisti tutto il suo disagio per aver dovuto rispondere al patron con un rassegnato ‘obbedisco!’, mi è sembrato ancora scosso, al punto che oggi c’è un solco tra lui e Moratti che Mancini dovrà riempire con i risultati. Quest’ultimo mese è stato durissimo e l’immagine del club è offuscata: anzi, penso che sia il momento più difficile dell’era Moratti e, al di là delle critiche assolutamente legittime di tifosi e media, credo che mai come in questo momento chi vuole bene all’Inter deve provare a starle vicino. Difficile capire perché Moratti si sia avventurato lungo una strada così tortuosa per arrivare allo scopo: ancora una volta verrà accusato di essere un ‘mangiallenatori’ perché tutti hanno capito che le dimissioni di Zac non sono state spontanee, e Facchetti, basta guardarlo in faccia, si sente comunque delegittimato, malgrado il tentativo di risparmiargli una figuraccia. Oggi la società si è avvitata su se stessa, ma magari tra tre anni Mancini siederà ancora sulla panchina dell’Inter: solo in quel caso si potrà dire che ne valeva la pena!

Lascia una risposta