Magna Grecia e nuova Inter

Giorgios Karagounis e compagni sono campioni d’Europa! Sembra incredibile ma è successo davvero! Una nazione e una nazionale che, fino ad oggi, vantavano solo una fugace apparizione nella massima rassegna continentale nei lontani Europei ’80, eliminati al primo turno, possono ora guardare il mondo dall’Olimpo dei grandi. E’ stata, dicono i detrattori, la vittoria del redivivo palla lunga e pedalare sulle scuole calcistiche più evolute. Credo che abbia vinto il cuore più che il catenaccio di Otto Rehhagel, tedesco specialista in miracoli, visto che qualche anno fa portò il Kaiserlautern dalla seconda divisione allo scudetto mentre oggi si presenta come 13° dio dell’Olimpo. La Grecia ha supplito alle sue carenze tecniche con l’umiltà e il temperamento, qualità scomparse nei miliardari delle grandi. Loro corrono, gli altri parlano. Loro vincono, gli altri cercano alibi. Il brutto anatroccolo Karagounis torna da cigno nel campionato italiano e, spero, nell’Inter. Solo 5 greci su 23 giocano all’estero, e anche questo evidentemente è stato un vantaggio: intanto abbiamo riscoperto il piacere di vedere che anche nel calcio di oggi possono anche non vincere sempre i soliti noti. E mi auguro che accada presto anche nel nostro campionato, dove i grandi campioni, veri o presunti, in arrivo o di ritorno, paiono più intenti a tirare la corda dell’ingaggio, piuttosto che a soffrire per un’idea. Karagounis è l’unico interista che ha vinto qualcosa, nessuno ci avrebbe scommesso un euro, qualche mese fa, mentre Branca inseguiva Davids, come Tom Hanks insegue Di Caprio nel film di Spielberg ‘Prova a prendermi!’. E proprio quando sembrava averlo preso, ecco il colpo di coda in direzione Chelsea che ha spiazzato persino il suo procuratore in viaggio verso Milano. Fa bene Moratti a non rilanciare di un centesimo. Nella nuova Inter di Mancini, vi sorprenderò, servono più le teste alla Karagounis che quelle alla Davids. E Mancini ha già vinto la sua prima partita suggerendo all’Inter di non affannarsi nell’inseguimento di gente che guarda prima all’ingaggio che alla maglia, ché poi son tutti così, ma c’è anche un limite alla vergogna. Si apre la settimana decisiva, l’ultima prima del ritiro, per varare la nuova Inter di Roberto Mancini: lo seguiranno quasi immediatamente tre nuovi acquisti. Poi sarà il momento delle cessioni, anche se su Vieri l’affare diventa sempre più improbabile. Moratti, e lo so per certo, ha ritrovato una discreta carica di ottimismo ed è la cosa più importante in un momento in cui l’entusiasmo è merce più introvabile di un regista a centrocampo.

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