Il malessere di Adriano

Faccio prima a scriverci un editoriale piuttosto che a rispondere alle decine di email che stanno arrivando da stamane al sito sul caso Adriano. Dico subito che non credo che Adriano sia già stufo dell’Inter. Sul Corsera si riferisce di una confidenza che Adriano avrebbe riservato ad alcuni amici circa la sua delusione per l’ambiente nerazzurro, ormai così permeato di negatività, da diventare incredibilmente soffocante. E parlando di ambiente ci sta tutto: squadra, staff tecnico, dirigenti e tifosi, certamente anche i tifosi. Di questo magari mi occupo tra qualche riga, tanto già sapete come la penso. Su Adriano dico solo che seguo l’Inter da troppi anni per non sapere che le dichiarazioni, o presunte tali, rilasciate dagli stranieri nei loro Paesi d’origine, a colleghi stranieri, sono storicamente poco credibili. Da tempo immemorabile i nostri stranieri non hanno mai lesinato giudizi non proprio carini sui loro club italiani, forse anche per farsi perdonare di averli preferiti, anche per i soldi che vi girano, a quelli di origine. Lo faceva puntualmente un grande come Lothar Matthaeus, lo ha fatto Bergkamp, e dopo di lui Ronaldo. Ora tocca ad Adriano. Poi, al rientro in Italia, smentivano tutti seccamente, dando dei visionari ai loro connazionali giornalisti. Qui la vicenda è un po’ più sottile perché pare che Adriano non abbia ‘sparato’ sull’Inter davanti ai media, ma abbia solo fatto una confidenza agli amici più cari. Non mi preoccuperei, anche se la notizia venisse confermata, ma io credo più a ripetute smentite. Con questo non è difficile immaginare quello che Adriano pensa in cuor suo: ha fretta di vincere, pallone d’oro, scudetto e Coppe a pioggia, è ambizioso e impaziente, anche se i tifosi dell’Inter di pazienza ne hanno ancora meno di lui, visti gli anni da tregenda che stanno passando. Adriano deve pensare a fare la sua parte, come sta innegabilmente facendo, poi il resto verrà, forse non così velocemente come si vorrebbe. Le cose in campionato non stanno certo girando come ci si aspettava, ma è troppo comodo tirarsene fuori al volo. Sull’ambiente posso capire Adriano: quello nerazzurro non è facile. Qualche esempio? Ce ne sono a decine: dal sacro furore da parte di molti tifosi nel mandar via qualsiasi allenatore non appena ci si accorge che la sua squadra non è al primo posto con almeno dieci punti sulla seconda, alla ‘vitaccia’ di Bobo Vieri che malgrado 109 gol all’attivo, è ormai universalmente giudicato ‘bolllito’, fino al caso umano dei giardinieri di San Siro che tra il primo e il secondo tempo si rifiutano di andar a ribattere le zolle sulla fascia sinistra per timore dei fischi, in ricordo di Roberto Carlos, che resterà invocato per un ritorno a San Siro anche quando avrà 45 anni! Questa è l’Inter, caro Adriano: vincere altrove sarebbe stato probabilmente più facile e più rapido. Qui si rischia anche di non vincere mai e di essere contestati alle prime tre partite senza gol. E perché certe situazioni si verificano solo all’Inter, tanto per rispondere alle tante email su questo tema? Beh, è facile: in realtà certe cose succedono ovunque ma dove non si vince da troppo tempo è tutto diverso. Ricordate Stankovic? All’Inter anche zanzara diventa elefante, disse con felice sintesi. Ed è proprio così. Che vuoi farci? Andartene al Real o al Milan? Potrei anche capire, perché Adriano dovrebbe essere diverso da tanti altri, in relazione ai concetti ormai desueti di bandiera, maglia e via dicendo? Però l’ambiente lo fate voi, l’ambiente siete voi, l’ambiente sei anche tu, Adriano. Perché non provi a cambiarlo? Non erano i brasiliani quelli che sapevano sorridere davanti ad ogni avversità?

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