8C: Lecce-Inter 2-2

lecceinter04Premessa: l’Inter ha un gioco da grande squadra e risultati da piccola. Prende più gol di tante provinciali e viaggia al ritmo di una lumaca. In due mesi non ha perso una partita ma ne ha vinte pochissime. I bookmakers quando vedono il Mancio non accettano più le scommesse sul pareggio. Non bisogna essere Einstein per pensare tutto quello che ho appena scritto. Una volta sbaglia il portiere, un’altra sbaglia il centrocampista, un’altra ancora l’attaccante avversario tira fuori in gol da fenomeno, come Bojinov, ed ecco che il distacco dalla Juventus, che gioca in modo meno spettacolare di altri anni ma non prende mai gol, diventa clamoroso. Però, fermiamoci qui. Non cominciamo a rivangare un passato recente che non c’entra nulla: Cuper non è stato il messia, Mancini ha ancora un paio di anni, almeno lo spero, per provare ad esserlo. Cuper, che ritengo un ottimo tecnico, non ha mai forgiato un’Inter disposta a giocare un certo tipo di calcio, affrontando una grande alla grande almeno sul piano del gioco e, soprattutto, non ha vinto. Tralascio volutamente le questioni dell’epoca: i quaranta, dico quaranta, infortuni muscolari in una sola stagione a causa di una preparazione senza dubbio antiquata e il caso Ronaldo, perché io il passato, soprattutto se è davvero passato, tendo a cancellarlo. Quindi il paragone Cuper-Mancini non regge: non so chi sia più bravo tra Cuper e Mancini. Lo dirà il tempo. Cuper ha avuto due anni ma purtroppo non ha vinto: il suo gioco mi ha spesso addormentato, e questo è un problema mio, anche se il secondo anno sapevo già a novembre che l’Inter sarebbe finita seconda. Se però Cuper avesse vinto, sarebbe ancora qui. Mancini, tutte queste cose, deve ancora dimostrarle, nel bene, come spero io, o nel male, come spera sadicamente qualcun’altro. Quindi, va bene rispettare il passato, anche se non è stato vincente, ma occhio a tirarlo fuori quando, guardatevi dentro, molti di voi non vedevano l’ora che diventasse tale. Altrimenti è disfattismo. A Lecce si doveva vincere e mancano almeno sei punti a questa squadra per colpe attribuibili anche a Mancini che, ogni tanto, dovrebbe correggere ‘l’idea’ mettendola al riparo da rimonte a getto continuo. Ne ho discusso con Evaristo Beccalossi, il mio unico referente tecnico, che sostiene un’interessante teoria. Mancini ha rinunciato per ora al cambio tattico, tipo difensore per attaccante, per non trasmettere alla squadra l’idea della paura. Lo può fare Ancelotti, come con l’Atalanta, vedi il cambio di Tomasson con Ambrosini. Lo può fare Ancelotti, perché ha una squadra già forgiata con una mentalità vincente consolidata. Mancini non ancora. Lo farà solo quando anche la mentalità della squadra non rischierà di essere compromessa da una sostituzione di ‘prudenza’. Oggi Mancini rischia, e perde punti però, in nome di un’idea offensiva, che deve diventare presto un’abitudine. Può anche essere: il teorema di Evaristo è suggestivo, ma spero che la fase sperimentale sulla mentalità stia per finire. Per fare il gioco che propone l’Inter aggiungo io, si dovrebbe disporre dei migliori difensori del mondo, gente alla Nesta, che l’Inter non ha. Comunque sia, è bellissimo ricevere i complimenti degli avversari (Berlusconi, Galliani) e veder l’Inter attaccare con sette giocatori, meno guardare la classifica, che è molto più importante. Quindi, sveglia! L’amico Rob nella sua vignetta fotografa l’Inter ‘sprecona’.

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