13C: Inter-Juventus 2-2

L’Inter con la Juventus ha stabilito l’11.o pareggio in 13 gare ed ha eguagliato il proprio record storico di pareggi in campionato, 11 appunto, stabilito nella stagione 1948-49 su 38 gare. Quell’anno però l’Inter arrivò comunque seconda dietro al grande Torino perché perse solo 6 partite ma vinse tutte le altre. Qualcosa mi dice che il record di pareggi, tutt’altro che onorevole, verrà presto battuto dall’Inter di Mancini. Un 2-2 indubbiamente spettacolare, ma che ha ancora evidenziato come la squadra di Mancini abbia due facce e sia in grado di passare dalle più bieche nefandezze difensive alle più mirabolanti giocate d’attacco. Come quasi sempre accade, anche questo derby d’Italia va in archivo con una coda polemica: per gli juventini Toldo doveva essere espulso in occasione del rigore, mentre per gli interisti è stato negato un rigore all’Inter. Dico subito che a -15 dalla Juve non ci perdo certo il sonno. Altre volte erano stati negati all’Inter rigori ancora più netti, in situazioni di classifica ben più competitive. Su Adriano il rigore poteva starci, soprattutto ricordando la condotta ‘storica’ dell’arbitro Rodomonti in situazioni di questo tipo: qualcuno ricorderà Reggina-Inter del 22 settembre 2002 con Cannavaro, allora interista, in appoggio su Rastelli esattamente come Thuram su Adriano. In quell’occasione Rodomonti concesse il rigore alla Reggina, stavolta no. Match-winner, anche se a qualcuno provocherà l’orticaria, è stato tra assist e gol Bobo Vieri. Bobo non era morto e non è ancora risorto, ma non vorrei ricevere ora le e-mail pro Vieri dagli stessi che fino a ieri sostenevano che non salta, non corre, non segna gol decisivi e via massacrando. Vieri ha fatto un gol stupendo, da campione, ma la sua stagione resta ancora tutta da interpretare. Visto che la squadra non ha un briciolo di equilibrio, spero ne conservino un po’ i tifosi. Per il resto continua questa incredibile alternanza di momenti psicologici nell’arco di una stessa gara che vanno dall’esaltazione orgasmica che porta a segnare due gol alla difesa, numeri alla mano, più forte del mondo, alla depressione cronica che concede due gol quanto mai strani. Il ginocchio di Zalayeta è senz’altro fortunoso, ma Nedved non può, non deve arrivare al tiro dal limite dell’area. Il modulo della disperazione 4-2-4 con quattro punte in linea ha proposto un’Inter d’altri tempi: chissà forse val la pena di provarci dall’inizio la prossima volta. Il fatto balordo è che il risultato rende un favore al Milan, salito a +11 dall’Inter e a -4 dalla Juventus e non a se stessi, anche se la faccia di Buffon, dopo aver subito l’uno-due della rimonta interista, non capita di vederla spesso. Fabio Capello in sala-stampa ha teso la mascella e mi ha detto che questa sua Juve ha una peculiarità rispetto a tutte le altre sue squadre vincenti: un’incredibile regolarità. Spero si sbagli, altrimenti è finita. Ma per tutti!

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